Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Vita e opere di Francesco Petrarca, Appunti di Letteratura Italiana

Il documento include la vita di Petrarca, la sua letteratura e la differenza con Dante. Le opere latine: •Africa, Secretum, Epistole • Ascesa al monte ventoso In volgare: • Canzoniere spiegazione dell’opera tutta e in particolare dei sonetti 1,3,16,90,134,339,364,365

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 09/05/2020

Mar_dauria
Mar_dauria 🇮🇹

4.1

(7)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Vita e opere di Francesco Petrarca e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! PETRARCA Petrarca è il poeta dei conflitti mai risolti. È un uomo del medioevo nato da debitori di umile condizione. Vive in età moderna e viene definito un preumanista. È un intellettuale libero da condizionamenti politici anche se sarà per sempre un cortigiano. Non è legato ad un sol posto come Dante che è legato a Firenze. Petrarca è apolide, si sente senza patria al contrario di Dante legato a Firenze e Boccaccio a Napoli. Scrive la propria biografia come un esempio da proporre agli altri. Inizia con una lettera indirizzata ai posteri che probabilmente inizia a scrivere tra il 1350-1351 ma su cui ritorna fino al 1372 a pochissimi anni dalla morte. La lettera è rimasta incompiuta. L’autore si rivolge al lettore futuro perché riceva un ritratto fedele di se stesso sotto il profilo fisico, morale e intellettuale. È un’autobiografia concepita per consentire a chi verrà dopo di lui di ricostruire un percorso attraverso le sue opere. L’immagine di se che vuole darci ruota intorno al superamento della passione amorosa per Laura (che rappresenta la maggior parte della sua esistenza e della sua produzione letteraria) e un rinnovato sentimento religioso sperimentato come attraversamento dell’errore verso la conquista di se. Il contrasto tra errore e vitù, desiderio terreno e Dio accompagnerà tutta la sua esistenza. Petrarca ci dice di esser nato nel 1304 ad Arezzo e muore nel 1374. 1302 Padre esiliato nel 1302 insieme al gruppo di guelfi Bianchi di cui faceva parte Dante Alighieri che probabilmente Francesco incontra a Pisa ma ha molte caratteristiche che lo differenziano da Dante(Dante ha 33 anni quando nasce Petrarca). 1316-1326 Comincia gli studi di grammatica sotto Convenevole da Prato anche se fu indirizzato dal padre agli studi giuridici che abbandonerà alla morte del padre nel 1326 per poi tornare ad Avignone. Comincia uno studio dei testi classici e a dedicarsi all’attività letteraria. 1327 La mattina del 6 aprile del 1327 nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone Francesco incontra Laura. 1330 Petrarca iniziò la carriera ecclesiastica divenendo chierico. Negli anni successivi intraprese numerosi viaggi: importanti quelli a Parigi e a Roma, soprattutto per l’elaborazione del classicismo. 1337 Alla nascita del figlio Petrarca si trasferì in Provenza, nella casa che sarebbe poi divenuta il centro della sua attività poetica. 1341 Al crescere della sua fama poetica e letteraria Francesco Petrarca decise di sottoporsi a un certame poetico: il re di Napoli, Roberto d’Angiò, dopo aver valutato la sua preparazione e lo incoronò sul Campidoglio con l’alloro. 1347-1353 Compose il “Secretum”. Negli stessi anni si intensificò l’attività filologica che lo rese un precursore dell’Umanismo e che lo portò a ricercare manoscritti rari 1347 Petrarca sostenne il tentativo di un tribuno del popolo, Cola di Rienzo, di costruire una nuova forma di governo a Roma. L’impresa di Cola di Rienzo, concretizzatasi nell’occupazione di Roma, ebbe esito negativo. 1348 Epidemia di peste nera che colpì tutto il vecchio continente; morte di Laura. 1353 Petrarca si trasferì a Milano, alla corte dei Visconti; gli anni successivi furono dedicati agli studi eruditi e vennero vissuti dal poeta in una condizione di relativa tranquillità. 1361 Si allontanò dalla nuova sede milanese senza una meta prestabilita: iniziò un nuovo periodo di nomadismo e spostamenti che lo porterà a Venezia e, poi, a Padova nel 1368. Due anni dopo iniziò a risiedere nei colli euganei dove si dedicò all’attività poetica. 1374 Petrarca morì ad Arquà, nella notte tra il 18 e il 19 luglio, per un attacco di febbre. 1 È il primo grande autore che ha una biblioteca privata a Valchiusa grazie alla quale può leggere i testi classici. Comincia a raccogliere manoscritti preziosi tra cui Pro Archiate di Cicerone e un manoscritto con le Epistulae. Nel 1333 incontra il monaco Dionigi che gli dona il manoscritto tascabile delle CONFESSIONES a cui Petrarca sarà legatissimo e che porterà sempre con se. Per lui rappresenta l’esempio ideale. Inizia ad avvertire una cesura tra il suo mondo e il mondo classico al contrario di Dante che li incorporava. Non c’è continuità tra i due mondi e lui voleva recuperare quello che i classici trasmettevano ricercando anche libri che erano stati proibiti. Nel medioevo i testi trascritti erano considerati parte della cultura cristiana anche se erano pagani perché durante la traduzione venivano adattati alla religione. Per questo molti autori classici spariscono dopo la trascrizione dai papiri ai manoscritti e sono propio questi autori che ricerca Petrarca per rendergli il loro significato originario, vede l’antichità con un valore proprio anche se si tratta di un mondo finito. Gli umanisti ricercano questi testi per il pensiero originario del mondo classico. Dal lavoro che Petrarca realizza sui codici abbiamo molte postille che appone ai margini dei testi che studia registrando commenti, rimandi intertestuali e puntualizzazioni di vario genere. Restaura tra gli altri AB URBE CONDITA LIBRI di Tito Livio. Petrarca è il primo a riscoprire il mondo antico anche se è un uomo medievale. I classici hanno affrontato gli stessi problemi esistenziali del poeta e possono dargli consigli per aiutarlo a conoscere meglio se stesso e la storia dell’umanità. RAPPORTO LATINO VOLGARE Petrarca scrive un latino che si pone il problema della riscoperta dei classici. È anche uno scrittore di volgare che crea una lingua specialistica. Marco Santagata ne “I frammenti dell’anima” parla di Petrarca come un restauratore che rinnova la tradizione (assimila tutti i generi e poi li cambia). Dice che crea una nuova tradizione poetica volgare al quale si ispireranno grandi poeti. Scriveva sia in latino che in volgare ma le opere da lui ritenute più importanti erano in latino in quanto dovevano dargli fama. Esempio scrive “l’Africa” (opera incompiuta) raccontando delle guerre puniche su base dei testi di Virgilio. Però il canzoniere (frammenti di cose volgari), la sua opera più conosciuta, è scritta in volgare e, nonostante desse più importanza alle opere latine, lavora a questa per tutta la vita. Con l’intenzione di difendersi dall’accusa di invidiare Dante, Petrarca gli concede il podio del volgare ma ribadisce la superiorità del latino richiamando a se il primato su questo stile più elevato. latino e volgare sono distanti dalla lingua di uso comune, la differenza fondamentale sta nel pubblico a cui sono rivolti. Inaugura il classicismo, una letteratura volgare che sia classica (ispirata al mondo greco e latino) e che faccia da modello agli autori successivi. Resta invariata fino al contrario 1700. Il classicismo consiste nella ricerca di ciò che è umano e comune a tutte le genti dell’uguaglianza degli uomini di fronte ai movimenti dell’anima. Petrarca cerca un modello rappresentativo della natura umana. La sua letteratura è incentrata sull’individuo, è soggetto al tempo, allo spazio, alle sue debolezze e dell’incapacità di esser un buon cristiano. Non descrive nessuna immagine del mondo a analizza il rapporto difficile tra l’io e la spiritualità. Petrarca si sente debole, ha continuamente problemi a purificarsi in quanto troppo legato ai piaceri e ai beni materiali (amore per la gloria, amore per una donna e per la letteratura) che lo fanno dannare perché gli impediscono di innalzarsi verso Dio. Su questo si basa il Canzoniere che ruota attorno alla domanda “come faccio ad arrivare a Dio?”. La scrittura è il mezzo attraverso il quale ricomporre l’anima in tumulto. Varia è la scrittura perché varia è la coscienza di chi scrive. Solo una volta riconsegnata alla memoria tale versione riceve la vestizione di libro. 2 Opera ambientata tra il 1342 e il 1343 e composta a Valchiusa nel 1347. Iniziata nel 1347 ma ambientato a metà 300 durante il periodo della peste. È un opera intima dove si riflette con il trascendente (scritta senza pensare alla pubblicazione). Ispirata al modello delle confessioni di Sant’Agostino e della conzolazion. Basato sulle sue debolezze,riflessioni contro le difficoltà di raggiungimento del divino. Si sente continuamente impuro,debole,tentato. Si dispera su come sentirsi puro in quando è un soggetto peccaminoso e indirizzato verso la tentazione. Scrive questo in contemporanea al canzoniere. Le “confessioni” sono il libro in cui Petrarca si confessa con Sant’Agostino che è una sorta di suo afterego (si confessa tra se e se). Sant’Agostino è visto come una sorta di guida spirituale, il suo libro rappresenta la coscienza di Petrarca. È concepito come confessione personale, sottratta alla circolazione presso il pubblico dei contemporanei. Il titolo allude alla sua natura privata. Il segreto è esplicitato da Petrarca in na postilla marginale apposta nel 1358 e che funge da sottotitolo. L’idea alla base era quella di un libro senza pubblico rivolto ai posteri oppure come riesame personale come un diario. Il SECRETUM mette in scena un dialogo fra Francesco e Agostino in cui si proietta la realtà biografica di Petrarca stesso e gli insegnamenti di Agostino. A Francesco, che sta meditando sul monte, compaiono come in una visione l’ipotesi della verità ed Agostino giunti ad aiutarlo a sconfiggere la malattia che lo affligge. La verità rimarrà silenziosa mentre Agostino interrogherà l’allievo per condurlo alla coscienza dei mali per poi liberarsene. Lo scrittore si sdoppia in 2 personaggi incanalandosi nella figura di Agostino. Il dialogo dura tre giorni ai quali corrispondono tre libri. • Nel 1 libro Francesco lamenta la sua condizione che gli impedisce dic vivere la vita come vorrebbe. Il santo consiglia come prima cosa il desiderio e l’impegno per la redenzione. Francesco dovrà comprendere che l’infelicita sta proprio nella mancanza di volontà di liberarsi dalle cose terrene. Il corpo è per l’anima di un Cristiano una prigione perché genera passioni e corruzioni. Francesco dara incapace di dirigersi verso il vero bene finchè non si libera dei fantasmi delle passioni terrene. Alla fine del 1 libro Agostino chiarisce quale sia la malattia del poeta. L’uomo si trova nella drammatica situazione del naufrago impotente in balia delle onde solo la coscienza della morte può salvarlo. • Nel secondo libro Agostino sottopone l'allievo ad un esame dei suoi peccati (la superbia, il desiderio dei beni terreni, la lussuria e l’accidia, il peggiore dei mali). • Il terzo libro è dedicato a due valori che pero sono i suoi principali peccati: l’amore per Laura e brama di gloria. Agostino dice che il desiderio verso una figura mortale allontana da Dio e che non ha seguito gli insegnamenti degli autori classici. Ma non si trova soluzione alla fine, Francesco è consapevole di ciò che lo affligge ma si dichiara ancor incapace di rinunciare agli impegni già presi. Attraverso la contrapposizione chiama il lettore ad assistere all’articolazione di un problema e non alla sua risoluzione. Il finale rimane aperto, non c’è una chiusura. Francesco sa benissimo come raggiungere la perfezione divina ma non lo fa (pigrizia=peccato più grande), decide di restare debole, peccatore. La prosa non è lineare perché la sua anima non lo è, rimane frammentata quindi anche la sua scrittura oscilla, alterna tra tendere al peccato e poi al bene senza fine. EPISTOLE Petrarca cerca di ragionare come i poeti classici. È un testo pensato per essere un epistolario riprendendo la formula di Cicerone che modifica le varie lettere che scrive per raccogliere in un libro e mostrare l’immagine di sè che desidera. Le pistole di Petrarca sono raccolte in vari gruppi: • sine nomine= senza nome del destinatario • Familiares= 350 lettere divise in 24 libri mandate a parenti e amici e ispirate a Cicerone, la lettera proemiale del 1350 è destinata a Ludwig van Kempen ribattezzato Socrate. sono raccolte costruite per frammenti. Petrarca è solito scrivere le lettere in duplice copia, una conservata. Le rubriche informano sul nome del destinatario, sul contenuto e sull’occasione compositiva. Per via della peste le riscrive e alcune vengono perse. È incentrata sull’immagine dell’autore-naufrago in mare in balia del tempo assimilato all’animo dell’autore. 5 • Metriche= in rima, tema dell’amore per Laura (in una si lamenta dell’educazione dei giovani napoletani • Seniles=scritte in anzianità nel 1361-1374, 17 libri 127 lettere, autobiografia con temi politici, incentrati sulla morte e la vecchiaia • Varie= miste raccolte dopo la morte CONFLITTO INTERIORE “ASCESA AL MONTE VENTOSO” Lettera inviata ad un amico a Borgo Sansepolcro. Parla dell’ascensione del monte ventou del 26 aprirle 1336 fatta da lui, il fratello Gherardo e un gruppo di amici. Questa lettera sembra scritta d’impulso ma è stata costruita dal poeta. La lettera, che finge di aver scritto appena tornata a casa, in realtà compone solo nel 1353 molti anni più tardi. Apre il 4 libro delle Familiares. Si basa su un evento storico che ha come centro la lettura delle confessioni agostiniane. Racconta la vicenda attribuendo a tutto ciò che accade un valore metaforico. Il monte rappresenta un luogo dell’anima. Petrarca ha difficoltà a salire (allegoria all’ascesa spirituale) mentre il fratello, che ha sacrificato la sua vita a Dio, va spedito. Non riuscendo a rinunciare alla vita secolare ha difficoltà così prende un sentiero più comodo nonostante i richiami del fratello. Petrarca cerca di scusare la sua pigrizia.Cita l’agricoltura (fatica nobile) nelle opere di Virgilio per spiegare che il poeta che tutto può. Per Petrarca Virgilio ha valore anche se non cristianizzato. Incontra un vecchio viandante che consiglia di tornare indietro (rappresenta l’esperienza di un uomo che aveva provato il cammino ma trovato solo delusione). La scorciatoia è troppo lunga e Petrarca si rende conto che non può più tornare sull’altro sentiero. Il fratello (figura divina) gli aveva indicato la giusta via, anche se tortuosa, verso Dio ma la sua pigrizia gli impediva di seguirlo. Petrarca sa che il sentiero porta a dio ma evita sempre la strada più facile. Consapevole di ciò risale più di una volta ma viene trascinato giù (fluttuazione=ascesa e discesa). Ricadrà sempre finché non lascerà i beni materiali per la beatitudine. Giunto faticosamente in cima si ferma ad ammirare il paesaggio intorno. Lo spinge a meditare sul suo passato e sui peccati che lo hanno segnato, confessando di non sentirsi ancora affrancato dalle passioni terrene che, come fantasmi dell’anima, non gli danno pace. Accosta San Matteo, un cristiano, a Virgilio un pagano senza conflitto. Usa la metafora delle onde anche usata da Dante e Ariosto, si trova ancora in balia delle onde. L’autore non si limita a dichiarare di esser preda di passioni contrastanti ma imprime nella scrittura le perturbanti oscillazioni del suo animo mediante un continuo andirivieni di affermazioni che si smentiscono tra loro. Viene fuori il dissidio interiore di Petrarca: mente due volte prima di dire la verità. Prima bugia: “ho allontanato i beni materiali” Seconda bugia: “sono quasi riuscito a liberarmi dei peccati” è in questo punto che gli sovviene il ricordo delle Confessioni. Francesco prende il libro e lo apre a caso. È il punto in cui Agostino rimprovera gli uomini che spendono il proprio tempo ammirando le cime dei monti e la natura e non si guardano dentro trascurando così se stessi. Verità: “non ci sono riuscito e sono triste per questo” Prova vergogna di se stesso, non è capace di uscire da questo stato. Ama ciò che non dovrebbe amare e soffre perché ciò che ama fa male. Sul monte legge le confessioni di Sant’Agostino che è analisi dell’io, è convinto che la pagina che gli si è aperta davanti sia per volere di Dio. Le mille strade in cui gli uomini si disperdono sono le false scorciatoie che Petrarca intraprende. Vuole mettere in scena la scoperta di un paesaggio interiore: i problemi della coscienza dell’uomo che si confronta con le proprie contraddizioni. Si presenta come essere umano vittima delle proprie debolezze, desideroso di liberarsi dalle preoccupazioni mondane ma incapace di farlo. La conversione di Petrarca è un tentativo di approssimazione a Dio, sempre insufficiente. CANZONIERE Il canzoniere è un libro di poesie liriche. Il vero titolo è “Rerum Vulgarium fragmenta” (frammenti di cose volgari) ovvero poco importanti. È un’autobiografia spirituale dove Petrarca racconta 6 l’evoluzione dello spirito. Il titolo è in latino ma il contenuto è in volgare. Petrarca prima di morire trascrive tutto il libro come l’opera che conosciamo adesso. Da valore al simbolo, presenta una morale esemplare , un modello importante per il lettore. Con il canzoniere nasce una tradizione letteraria di libro di poesie concepito come opera unica. Raccolte di numerosi testi nutriti dall’amore per Laura che Petrarca compone dai primi anni 30 mentre scrive l’Africa e il De Viris. Le poesie vengono modificate continuamente prima dell’ultima stesura, rimate e spostate. Alla fine ci ritroviamo le poesie tutte in ordine preciso senza il bisogni di parti in prosa per spiegarle. È Petrarca a scegliere il modo in cui si presenta, da un ordine come nei testi classici. Il percorso non è lineare, ritroviamo una serie di richiami interni, in compenso presenta un linguaggio semplice tranne in alcuni sonetti. Il vero progetto inizia tra il 1347 e il 1350, ci lavora tutta la vita fino al 70esimo compleanno nel 1358, l’anno della sua morte. Il precedente più diretto è La vita nuova di Dante che fornisce a Petrarca un impulso per la formazione di un libro che avesse al centro un movimento di transizione dell’io lirico condizionato dalla presenza, poi dalla morte, poi dal ricordo della donna amata. STRUTTURA In costante evoluzione fino alla morte 366 poesie (numeri multipli di 3), 1 al giorno per un anno ovvero un’intera vita spirituale. (317 sonetti, 29 canzoni, 9 sensitive, 7 ballate e 4 madrigali) Un sonetto fa da proemio i primi 150 componimenti sono divisi secondo un criterio tematico, da qui in poi si divideranno in sonetti precedenti e successivi alla morte di Laura avvenuta il 6 aprile 1348 durante la peste. la morte di Laura è il punto di svolta. La prima parte del libro ha al centro l’innamoramento per Laura. L’amore per Laura inizia il 6 aprile 1327 ovvero il giorno della passione di cristo (venerdì santo). Sullo sfondo di questa parte viene evocato il mito di Apollo e Dafne attraverso l’equazione Laura/lauro perfetta sovrapposizione delle due figure. Durante questa prima parte costante è il presentimento per la morte di Laura anticipata dalla crisi morale avvertita dall’io lirico nei testi 264-266 prima della sua attuale morte nel 267. Nell’anniversario del loro incontro morirà Laura a 21 anni. L’amore inizia con la morte di cristo mentre la recensione con la sua nascita. Canzone 264 fa da spartiacque, rappresentasse l’inizio della conversione verso l’altro. Non coincide con metà ne con la morte di Laura quindi non è una sua conseguenza. È datata al 25 dicembre 1347, la sua conversione inizia con la nascita di cristo. Il poeta è costretto ad una radicale revisione di tutta la sua vita e della sua esperienza amorosa. Da questo momento tutto è riletto sotto una nuova consapevolezza delle cose del mondo. Si assiste ad una rivalutazione della natura stessa dell’esperienza amorosa: da passione irrazionale destinata a non esaudire il desiderio di salvezza, l’amore diventa negativo perché allontana la strada verso Dio, unico bene. Finisce con una lunga canzone alla Vergine dove esprime la nuova vita improntata su condotta morale e sentimento religioso. TEMI: • amore per Laura • Politico • Amicizia • Penitenza LA LINGUA Bilinguismo: poche parole ma cariche di significato. Mentre il latino è sia della poesia che della prosa, estesa a generi diversi, il volgare invece è lingua riservata esclusivamente alla poesia, perciò solamente letteraria. Petrarca ha una bassa considerazione del volgare rispetto al latino considerato strumento di eccellenza della comunicazione scritta. Influenza la tradizione successiva, fa da modello. La lingua seleziona e non accoglie, ne troppo aurica ne troppo bassa (Contini), che Petrarca vuole rendere eterna, lingua atemporale. 7 3 SONETTO Il terzo sonetto riporta l’incontro con Laura. Inizia con la morte di cristo. I primi due versi ricordano momenti terribili mentre negli altri 2 Francesco è tranquillo, perso negli occhi di Laura. - vostr’occhi = immagine stilnovista che si lega ad una raffigurazione tragica. - Tempo non mi parea da far riparo contra colpi d’Amor = era giovane per innamorarsi. - I suoi guai iniziano in un dolore comune a molti = l’amore non corrisposto - Lavora con un ritmo singhiozzante, accelera e rallenta continuamente. - Gli occhi al core= Cavalcanti in Dante - Uscio et varco = apertura., mitologia sinonimica - Lagrime = riferimento al dolore - amor e dolor rimano a metà verso e sono strettamente connessi. - a voi armata non mostrar pur l’arco = riferimento ad Ovidio - Laura lo ferisce con facilità. 16 SONETTO 4 8 11 14 Era il giorno ch’al sol si scoloraro per la pietà del suo factore i rai, quando i’ fui preso, et non me ne guardai, ché i be’ vostr’occhi, donna, mi legaro. Tempo non mi parea da far riparo contra colpi d’Amor: però m’andai secur, senza sospetto; onde i miei guai nel commune dolor s’incominciaro. Trovommi Amor del tutto disarmato et aperta la via per gli occhi al core, che di lagrime son fatti uscio et varco: però, al mio parer, non li fu honore ferir me de saetta in quello stato, a voi armata non mostrar pur l’arco. Era il giorno in cui al sole si oscurarono i raggi per la pietà verso il suo Creatore [per la morte di Cristo], quando io fui catturato e non potei difendermi, donna, perché i vostri begli occhi mi incatenarono. Non mi sembrava un momento tale da ripararmi dai colpi di Amore, perciò andavo sicuro, senza sospettare nulla; per cui la mia pena iniziò nel dolore di tutta la Cristianità. Amore mi sorprese del tutto disarmato e trovò aperta la via per il mio cuore attraverso gli occhi, che adesso fanno uscire le lacrime: perciò, a parer mio, non fu per lui onorevole colpirmi con una freccia in quella condizione, mentre a voi (armata) non mostrò neppure l'arco. 4 8 11 14 Movesi il vecchierel canuto et biancho del dolce loco ov’à sua età fornita et da la famigliuola sbigottita che vede il caro padre venir manco; indi trahendo poi l’antiquo fianco per l’extreme giornate di sua vita, quanto piú pò, col buon voler s’aita, rotto dagli anni, et dal camino stanco; et viene a Roma, seguendo ’l desio, per mirar la sembianza di colui ch’ancor lassú nel ciel vedere spera: cosí, lasso, talor vo cerchand’io, donna, quanto è possibile, in altrui la disïata vostra forma vera. Il vecchietto dai capelli bianchi e il volto pallido parte dal dolce luogo dove ha trascorso la vita e dalla sua famigliola che, turbata, vede il caro padre che se ne va; e da lì, trascinando il vecchio corpo negli ultimi giorni della sua vita, si aiuta con la buona volontà per quanto gli è possibile, fiaccato dagli anni e spossato dal lungo cammino; e arriva a Roma, seguendo il suo desiderio di ammirare le fattezze di Colui [Cristo] che spera un giorno di vedere in Paradiso: allo stesso modo, ahimè, talvolta anche io cerco, o donna, per quanto è possibile, il vostro autentico e desiderato aspetto in altre donne. 10 Parla di un anziano che fa un pellegrinaggio a Roma in occasione del Giubileo per avvicinarsi a Dio, cerca la salvezza prima di morire (quartine). Così come il vecchio usa le sue forze per raggiungere la salvezza, Petrarca cerca e spera di ritrovare Laura (il peccato). Sa che dovrebbe prendere esempio dal vecchio ma continua a soffrire per amore. Si trova in errore e contrapposizione con se stesso. Diviso in due quartine e due terzine. - canuto et bianco = riferimento all’anzianità preso dalla mitologia stilnovista, come se fosse vecchio due volte 90 SONETTO La memoria di Laura crea nostalgia, presente un forte contrasto tra passato e presente. Laura però non è ancora morta. Ora vede una in lei una donna angelo, uno spirito divino. Lui la vede come donna stilnovista ma lei non lo è. Petrarca usa le parole del dolce stilnovo secondo le sue esigenze. Anche se è passato il tempo l’amore rimane. Bellezza femminile divisa in 2 canoni: • canone breve = si concentra sul volto • Canone lungo = in poesia narrativa arriva fino al seno, descrivendo l’armonia tra le forme della donna e la magnificenza dei capelli sparsi (sinonimo di sensualità). La treccia era un riferimento alla castità. - L’aura = sinonimo del nome - Vago lume...scarsi = occhi che prima ardevano ma che adesso sono scarsi di luce - Ardea = concetto di fiamma - Usa 3 verbi l passato nelle posizioni più significative - Son si scarsi = richiamo al dolore, monosillabi spezzettati tra loro - L’ultima parola del primo e del quarto verso delle due quartine rimeno tra di loro - Pietosi = ispira pietà. È un pallage, un sentimento che si riferisce a qualcosa ma alludendo altro - L’esca amorosa al petto avea = aveva il cuore pronto a ricevere amore - Or monosillabo che da senso singhiozzante - Piaghe...sana = Laura perde la bellezza ma la piega della freccia dell’amore rimane. 4 8 11 14 Erano i capei d’oro a l’aura sparsi che ’n mille dolci nodi gli avolgea, e ’l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi; e ’l viso di pietosi color’ farsi, non so se vero o falso, mi parea: i’ che l’esca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di sùbito arsi? Non era l’andar suo cosa mortale, ma d’angelica forma; e le parole sonavan altro, che pur voce humana. Uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch’i' vidi: e se non fosse or tale, piagha per allentar d’arco non sana. [Il giorno del mio incontro con Laura] i capelli biondi erano sparsi al vento che li avvolgeva in mille dolci nodi, e la bella luce di quei begli occhi, che adesso ne sono così scarsi, ardeva oltre misura; e mi sembrava che il suo viso (non so veramente o per mia illusione) assumesse un'espressione di pietà verso di me: che c'è da stupirsi se io, che avevo nel petto la predisposizione ad amare, arsi subito di amore per lei? Il suo incedere non era proprio di una donna mortale, ma simile a quello di un angelo; e le sue parole risuonavano in modo diverso da quello di una voce umana. Quello che io vidi fu uno spirito del cielo, un sole luminoso: e se anche ora non fosse più così, la ferita non guarisce perché l'arco [che ha scoccato la freccia] si è allentato. 11 134 SONETTO
 1. Pace non trovo, et non ò da far guerra; 2. e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio; 3. et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra; 4. et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio. 5. Tal m’à in pregion, che non m’apre né serra, 6. né per suo mi riten né scioglie il laccio; 7. et non m’ancide Amore, et non mi sferra, 8. né mi vuol vivo, né mi trae d’impaccio. 9. Veggio senza occhi, et non ò lingua et grido; 10. et bramo di perir, et cheggio aita; 11. et ò in odio me stesso, et amo altrui. 12. Pascomi di dolor, piangendo rido; 13. egualmente mi spiace morte et vita: 14. in questo stato son, donna, per voi. Si concentra sulle fluttuaziones, sul dissidio interiore di un amante dilaniato, sospeso a metà tra pace e guerra. - polisinteto = elenco collegato con la e che rallenta il ritmo - Si intrecciano momenti di gioia e tristezza in netto contrasto - 2 termini in contrasto per ogni emistidio - 4 versi concentrati sul contrasto - Descrive Laura come una prigione che non si apre e non si chiude - Ne mi vuoi vivo, ne mi trae d’impaccio= L’amore non lo uccide ma non lo lascia libero - Lavora sulla negazione e sulla divisione dell’endecasillabo - Veglio senza occhi .... grido= immagini fisiche di contrasto - In odio me stesso, et amo altrui = odia se stesso ma ama qualcun altro - Dolor, rido = ridere e piangere si uniscono - In questo stato....voi= finisce dicendo che è colpa della donna questo suo contrasto. Una sensazione di oppressione, nel pieno di una crisi che non riesce a superare.
 SONETTO 339 Conobbi, quanto il ciel li occhi m'aperse,       quanto studio et Amor m'alzaron l'ali,       cose nove et leggiadre, ma mortali,       che 'n un soggetto ogni stella cosperse:       l'altre tante si strane et si diverse       forme altere, celesti et immortali,       perche non furo a l'intellecto eguali,       la mia debil vista non sofferse.       Onde quant'io di lei parlai ne scrissi,       ch'or per lodi anzi a Dio preghi mi rende,       fu breve stilla d'infiniti abissi:       che stilo oltra l'ingegno non si stende;       et per aver uom li occhi nel sol fissi,       tanto si vede men quanto piu splende. Dopo la morte di Laura Petrarca fa bilanci sulla sua vita. - conobbi...mortali= ha raggiunto il massimo livello possibile nella conoscenza di tutte le cose mortali di cui si vergogna, costruzione complessa con il. 1,2,e 4 verso che vanno in una direzione e il 3 in un’altra - L’altro tante...sofferse= non comprende le bellezze spirituali superiori al suo intelletto - Celesti et immortali rima con intellecto eguali - Celesti et immortali contrasta con nove et leggiadre - Onde...abissi= loda le sue cose mortali ma di lei (che è un mare) non riesce a scrivere - Et per aver uomo...splende= Laura è come un sole che splende ma lui non riesce a guardarla perché accecato dalla troppa luce (similitudine)
 12
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved