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Vita e opere di Giosué Carducci, Appunti di Italiano

La vita e le opere di Giosué Carducci, poeta italiano del XIX secolo. Si descrive la sua formazione, la sua carriera accademica e il suo pensiero poetico, incentrato sull'armonia e il bello, ma anche sull'ideale patriottico e l'anticlericalismo. Si analizza inoltre l'importanza della sua sperimentazione formale, in particolare la metrica quantitativa e la sua trasposizione in italiano. Infine, si riporta il testo dell'Inno a Satana, esempio della fase decadente della sua produzione poetica.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 09/10/2022

eugenia-marconi
eugenia-marconi 🇮🇹

11 documenti

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Scarica Vita e opere di Giosué Carducci e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giosué Carducci VITA  Nasce a Val di Castello  Infanzia a Bolghieri (il padre, sia per la sua professione di medico sia per le due idee politiche era obbligato a frequenti spostamenti)  Dopo i moti del ’48 essendo il padre di idee carbonare e temendo perciò persecuzioni si trasferisce a Firenze  Tradizione ripresa nelle sue produzioni  1856: laurea in lettere  1856: pubblica le sue prime opere  1860: viene chiamato da Terenzio Magnani e inizia ad insegnare letteratura italiana a Bologna  1870: contrasti con il senato accademico (anticonformista)  1890: diventa senatore  1904: lascia l’insegnamento e viene sostituito da Pascoli, suo allievo  1906: primo premio nobel per la letteratura dato ad un italiano IL PENSIERO E LA POETICA o Ricerca dell’armonia e del bello: forme o Ideali patriottici: contenuto  si sommano all’esaltazione della storia antica o Fase comunale (parte ha dato prova di autonomia) della storia d’Italia o Lotta contro il papa (anticlericalismo) o Ritorno al classico contro le innovazioni (istanze che arrivano da alcune voci poetiche di maggiore libertà compositiva)  si stanno preparando delle istanze innovative che mirano alla libertà compositiva (verso libero = no rima) e della struttura poetica ORDINAMENTO DEFINITIVO VOLUTO DA CARDUCCI ODI BARBARE pubblicate all’inizio degli anni ’90. Sono importanti per la ricerca formale, riprende gli studi dell’inizio del ‘500  riproducono nella poesia italiana i ritmi della metrica classica greca e latina. Difficoltà: su cosa si basa la metrica quantitativa classica? Gli accenti cadono sulle sillabe lunghe. I versi classici sfruttano le sillabe lunghe quindi la successione delle parole nel verso deve essere fatta in modo tale che le lunghe si succedano creando una melodia. Da metrica quantitativa  a metrica qualitativa (italiano: ritmo dato dalle sillabe accentate). Fare i versi antichi usando l’italiano è difficile  Carducci ci prova e ci riesce e con questa sperimentazione apre una strada a idee successive (questa è l’importanza di Carducci) “INNO A SATANA” Nel suo ripiegamento simile Carducci, lasciando le istanze ribellistiche, intercetta la sensibilità decadente. Carducci diventa rappresentante delle correnti che si propagano in questo momento di “preparazione” ad un cambiamento. A te, de l’essere Principio immenso, Materia e spirito, Ragione e senso; 5. Mentre ne’ calici Il vin scintilla Sí come l’anima Ne la pupilla; Mentre sorridono La terra e il sole E si ricambiano D’amor parole, E corre un fremito D’imene arcano 15. Da’ monti e palpita Fecondo il piano; A te disfrenasi Il verso ardito, Te invoco, o Satana, del convito. Via l’aspersorio Prete, e il tuo metro! No, prete, Satana Non torna in dietro! 25. Vedi: la ruggine Rode a Michele Il brando mistico, Ed il fedele Spennato arcangelo Cade nel vano. Ghiacciato è il fulmine A Geova in mano. Meteore pallide, Pianeti spenti, 35. Piovono gli angeli Da i firmamenti. Ne la materia Che mai non dorme, Re de i fenomeni, Re de le forme, Sol vive Satana. Ei tien l’impero Nel lampo tremulo D’un occhio nero, 45. O ver che languido Sfugga e resista, Od acre ed umido Pròvochi, insista. Brilla de’ grappoli Nel lieto sangue, Per cui la rapida Gioia non langue, Che la fuggevole Vita ristora, 55. Che il dolor proroga Che amor ne incora. Tu spiri, o Satana, Nel verso mio, Se dal sen rompemi Sfidando il dio De’ rei pontefici, De’ re crüenti: E come fulmine Scuoti le menti. 65. A te, Agramainio, Adone, Astarte, E marmi vissero E tele e carte, Quando le ioniche Aure serene Beò la Venere Anadiomene. A te del Libano Fremean le piante, 75. De l’alma Cipride Risorto amante: A te ferveano Le danze e i cori, A te i virginei Candidi amori, Tra le odorifere Palme d’Idume, Dove biancheggiano Le ciprie spume. 85. Che val se barbaro Il nazareno Furor de l’agapi Dal rito osceno Con sacra fiaccola 90. I templi t’arse E i sogni argolici A terra sparse? Te accolse profugo Tra gli dèi lari 95. La plebe memore Ne i casolari. Quindi un femineo Sen palpitante Empiendo, fervido 100. Nume ed amante, La strega pallida D’eterna cura Volgi a soccorrere L’egra natura. 105. Tu a l’occhio immobile De l’alchimista, Tu de l’indocile Mago a la vista, Del chiostro torpido 110. Oltre i cancelli, Riveli i fulgidi cieli novelli. A la Tebaide Te ne le cose 115. Fuggendo, il monaco Triste s’ascose. O dal tuo tramite Alma divisa, Benigno è Satana; 120. Ecco Eloisa. In van ti maceri Ne l’aspro sacco: Il verso ei mormora Di Maro e Flacco 125. Tra la davidica Nenia ed il pianto; E, forme delfiche, A te da canto, Rosee ne l’orrida 130. Compagnia nera, Mena Licoride, Mena Glicera. Ma d’altre imagini D’età più bella 135. Talor si popola L’insonne cella. Ei, da le pagine Di Livio, ardenti Tribuni, consoli, 140. Turbe frementi Sveglia; e fantastico D’italo orgoglio Te spinge, o monaco, Su ’l Campidoglio 145. E voi, che il rabido Rogo non strusse, Voci fatidiche, Wicleff ed Husse, A l’aura il vigile 150. grido mandate: S’innova il secolo Piena è l’etade. E già già tremano Mitre e corone: 155. Dal chiostro brontola La ribellione, E pugna e prèdica Sotto la stola Di fra’ Girolamo 160. Savonarola. Gittò la tonaca Martin Lutero: Gitta i tuoi vincoli, Uman pensiero, 165. E splendi e folgora Di fiamme cinto; Materia, inalzati: Satana ha vinto. Un bello e orribile 170. Mostro si sferra, Corre gli oceani, Corre la terra: Corusco e fumido Come i vulcani, 175. I monti supera, Divora i piani; Sorvola i baratri; Poi si nasconde Per antri incogniti, 180. Per vie profonde Ed esce; e indomito Di lido in lido Come di turbine Manda il suo grido, 185. Come di turbine L’alito spande: Ei passa, o popoli, Satana il grande. Passa benefico 190. Di loco in loco Su l’infrenabile Carro del foco.
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