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Iacopo Sannazaro: La Transizione del Classicismo Italiano dal Quattrocento al Cinquecento, Appunti di Italiano

Iacopo sannazaro, figura emblematica per comprendere il delicato e critico passaggio della cultura letteraria e linguistica italiana dal quattrocento al cinquecento, nasce a napoli nel 1458. La sua vita è costellata di vicende unfortunate, tra le varie morti familiari e la morte prematura della donna amata. Egli si forma nella napoli aragonese, dove viene a conoscenza sia della letteratura italiana e volgare, sia della cultura e lingua greca. Sannazaro è amico di pontano, che lo inserisce nella sua accademia pontiniana, con il nome di actius sincerus. Le opere di sannazaro comprendono: le farse, le elegiae, l’arcadia e sonetti et canzoni. La sua opera più famosa, l’arcadia, è un prosimetro di natura pastorale, che rappresenta un esempio emblematico di letteratura dell’utopia, un rifugio alternativo alla realtà e vicino alla mitica età d’oro.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 27/05/2022

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Scarica Iacopo Sannazaro: La Transizione del Classicismo Italiano dal Quattrocento al Cinquecento e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! IACAPO SANNAZARO Egli è una figura esemplare per comprendere il delicato e critico passaggio della cultura letteraria e linguistica italiana dal Quattrocento al Cinquecento e la ripresa del classicismo. Nasce a Napoli nel 1458, il 28 luglio, giorno di san Nazaro e la sua vita è costellata da varie vicende sfortunate, tra le varie morti familiari e la morte prematura della donna amata. Egli si forma nella Napoli aragonese, dove viene a conoscenza sia della letteratura italiana e volgare, sia della cultura e lingua greca. Si rivela importante la sua amicizia con Pontano che lo inserisce nella sua Accademia Pontiniana, con il nome di Actius Sincerus. • Le Farse: sono 6 componimenti in versi scritti per occasioni e feste conviviali, utilizzati per la recitazione eseguita nell’ambiente di corte e ricco di elementi dialettali, con tematiche quotidiane o mitologiche. (“La Farsa di Venere che cerca il figliuolo Amore”). • Le Elegiae: per quel che riguarda la produzione latina, oltre agli Epigrammata e alle Eclogae piscatoriae, egli si dedica all’Elegiarium libero, prove in latino che costituiscono la preistoria dell’Arcadia. Da leggere i versi a Cassandra Marchese. • L’Arcadia: è un prosimetro, ossia un misto tra prosa e poesia, di natura pastorale, fitto di richiami classici a Teocrito, Virgilio e anche alla Vita Nova di Dante, la Commedia delle ninfe fiorentine di Boccaccio e il Decameron. L’opera, nella sua redazione ultima, è divisa in dodici parti, ciascuna preceduta da un Prologo e conclusa da un congedo. Il prosimetro gli permette di muoversi fra due differenti modalità: nella prosa si concentra l’aspetto narrativo della scrittura, mentre nella poesia quello orale e lirico. L’Arcadia rappresenta un esempio emblematico di letteratura dell’utopia, un rifugio alternativo alla realtà e vicino alla mitica età dell’oro, ma anche un luogo interiore. Nelle prime parti, viene descritta l’Arcadia, regione dell’antica Grecia di ambientazione virgiliana: qui vivono dei pastori che si sfidano in gare di canto e qui vive l’autore stesso, fuggito da Napoli per trovare sollievo alle sventure amorose.Eppure l’apparente serenità del luogo non riesce a far dimenticare le angosce al protagonista e soprattutto la stessa Arcadia appare come una prospettiva deludente, incapace di porsi come alternativa efficace al mondo reale. Il romanzo è la crisi del protagonista e insieme la crisi della collettività poichè i temi trattati vanno dall’esilio al desiderio di un luogo paradisiaco come rifugio ad una realtà minata da pericoli, alle guerre e alla morte. L’opera è il prodotto di un raffinato scavo tra gli autori classici e i maggiori letterati del Trecento, guardando soprattutto a Petrarca e Boccaccio. L’Arcadia si apre con una descrizione del locus amoenus, secondo modalità classiche, ma il percorso punta dall’alto verso il basso, in una negazione finale della prospettiva edenica iniziale. Il racconto è espressione di un mondo umile, spontaneo e naturale e quest’opera gode di una grande fortuna, entrando a far parte del canone della letteratura italiana. Sarà infatti tra i principali ispiratori dell’Accademia dell’Arcadia, nata nel 1690. • Sonetti et canzoni: l’opera è espressione di un colto e raffinato petrarchismo napoletano e contiene 101 rime di vario metro, non presentando la struttura di un canzoniere. Il sonetto iniziale è una constatazione sul dolore che obbliga chi scrive, con i suoi versi, a raccontare di sospiri e affanni. La poesia può inoltre innalzare e eternare. • De partu Virginis: è un poemetto latino in esametri, diviso in tre libri, narra della maternità di Maria e della nascita di Gesù. Si colloca a pieno nella tradizione umanistica del poema sacro. Nella descrizione della nascita del Redentore, è emblematico il punto in cui si insiste sul fatto che la nascita di Gesù non ha comportato alcun dolore per la Vergine. Sannazaro muore a Napoli nel 1530.
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