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Giovanni Pascoli: Biografia e Opere, Appunti di Italiano

Literatura Italiana ModernaBiografia di autoriPoesia simbolista

Giovanni pascoli, nato a san mauro di romagna, vive una vita turbolenta caratterizzata da tragedie familiare e impegno politico. La sua poesia, caratterizzata da simbolismo e sensibilità naturale, lo fa vincere numerosi concorsi e acquisire una villa a lucca. Muore dimostrando la sua adesione all'imperialismo italiano. La sua famiglia e l'amore sono temi ricorrenti nella sua opera, caratterizzata da figure di suono e onomatopee.

Cosa imparerai

  • Che evento tragico accadde alla famiglia di Pascoli?
  • Come Pascoli si è impegnato politicamente?
  • Che temi ricorrono nella poesia di Pascoli?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 08/08/2022

francesca.ffrnc
francesca.ffrnc 🇮🇹

4.7

(6)

13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Pascoli: Biografia e Opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI BIOGRAFIA: ● Si chiude negli affetti: la famiglia. Al decadentismo risponde rifugiandosi nel nido. Pascoli ha una vita che lo porta ad un approccio di questo tipo: nato a San Mauro di Romagna ed è quarto di dieci figli. Vive nella campagna e studia ad Urbino fino alla sventura più grande: nel 1867/77 il Padre Ruggero viene ucciso davanti casa da due sicari per questioni di profitto e affari, amministrava la tenuta dei Torlonia. Viene ucciso di ritorno dalla fiera con in mano due bambole per le figlie. ● A seguito di questo evento vive un’adolescenza assurda: Bologna, socialismo, viene arrestato per delle dimostrazioni in piazza con un anarchico (Filippo Passamante) per poi essere liberato. Dal 73 al 79 periodo di trascuratezza. Si laurea in lettere nell’82 e insegna al liceo classico da Matera, poi Massa, Livorno e poi docente di grammatica greca e latina e letteratura italiana a Bologna. ● Inizia a comporre i primi carmina e vince un concorso ad Amsterdam per 13 volte. Acquista una villa a Lucca con i soldi del concorso. Muoiono i fratelli e madre tranne le sorelle. 1906 sostituisce Carducci nella cattedra di Bologna. Muore dimostrando la sua piena adesione alla campagna imperialistica della Libia, scrivendo la “grande proletaria si è mossa”. Accetta l’imperialismo. Muore nel 1912. FAMIGLIA: ● Ida si sposa e Pascoli gli scrive un Epitalamio con un nido vuoto con scritto Ida, e l’altro con gli uccellini Maria e Giovanni. Ida se ne va dal nido e allora Maria rimane con Giovanni. Maria lo costringeva a dormire con un filo sul dito così che non potesse andarsene. ● L’amore è un tabù, e l’unica opera che fa sull’amore erotico sono (“gelsomino notturno” e “digitalis purpurea”) e associa l’amore al fiore. - Gelsomino notturno: è un epitalamio per l’amico che si sposa. “un piccolo episodio di guaierismo censurato". Pascoli è un guardone, si mette dietro una pianta e racconta della loro prima notte. Un fiore gualcito lascia un figlio. Ma lo racconta da dietro una pianta, con una disarmante disabitudine all’amore. -Digitalis purpurea: racconta di Mariù che gli dice che questo fiore, annusato poteva farti morire. Maria una notte era entrata in quel giardino con una compagna (lei bionda e compagna mora) e la mora assapora un fiore di cui si muore. ● Scrive “il fanciullino” sulla rivista nel 1897 “il marzocco” e spiega cos’è la poesia: - 1) Pascoli era uno studioso profondissimo che utilizza lo schema dei tretcagoni: poesia italiana, poesia latina, gli studi danteschi. NON ERA FACILE. - 2) Per capirlo bisogna conoscere l’autore: è l’approdo di diverse peculiarità: sensibilità data da esperienze personali che gli fa cogliere gli aspetti della vita è della natura, un profondo indagatore; un profondo pessimismo dato d’ala sfiducia nella scienza (senso angoscioso, che fa smarrire l’uomo: le metropoli fanno smarrire l’uomo); la concezione della vita come un mistero impenetrabile; la natura che coccola, materna; la poesia svela all’uomo i perché della natura. - 3) In ciascuno di noi c’è un fanciullino, come se vedesse tutto per la prima volta, con lo stupore per cogliere il vero come fanno i bambini. Noi cresciamo, la voce cambia ma c’è sempre il fanciullino dentro di noi, ma non lo sentiamo più. Il poeta è colui che è ancora capace di sentire il fanciullino dentro di sè. Potenzialmente tutti i bambini sono poeti, ma si cresce e si razionalizza. La fantasia è la parte meno corrotta dalla realtà che appartiene ai poeti. - 4) La poesia è una rivelazione, genuina, irrazionale ed esclude ogni tipo di riflessione e non è un’invenzione, ma le scopre, le svela. Non crea la poesia ma la riconosce, la poesia ci circonda ed è negli oggetti: POETICA DELL’OGGETTO. - 5) Le realtà delle cose sono due: una la realtà materiale, l’altra è scoperta dai poeti. - 6) Richiede un linguaggio specifico e preciso, un esperto in tutti i settori. (Es: digitalis purpurea e non dente di leone). Il linguaggio è chiaro e immediato, oltre a tradurre il significato delle cose deve trarre il vero sentimento. - 7) La poesia è figlia della biografia del poeta. - 8) Pascoli è poeta del simbolismo. - 9) Il fanciullino parla attraverso i simboli, pochi, ma ricorrenti: il nido (la famiglia, quasi sempre vuoto), la rondine (fedeltà e appartenenza), il suono delle campane che suonano a morte (morti, domenica di festa), gli uccelli (figure inquietanti, gufi, civette… “l’assiuolo”), i fiori (sessualità o morte, fragile come la condizione dell’uomo), la siepe (protegge e impedisce di vedere oltre), la nebbia (medicina doloris, perchè copre e vela). OPERE: ● Georgiche: una natura dolcissima, una madre che “ci vuole bene” ed esordisce con nel 1891 “Myricae”, tratto da Virgilio:“non omnes arbusta iuvant humilisque myricae”. Dietro questa apparente semplicità si svela tutto il mondo simbolico di Pascoli. Fa sorgere gli elementi del quotidiano, piccole cose della campagna, in poesia. C’è un andamento visionario di quello che racconta, e non è naturalista: l’oggetto (nido o natura) viene completamente dimenticato perché si tratta tutt’altro. È un anti-naturalista. - La prefazione: “frulli di uccelli, stornire di cipressi e del cantare di campane”. - 1903 è l’ultima. Parte da 22 fino a 156. ● Del Mistero: testimoniano una dottrina maggiore. “I canti di Castelvecchio” con tre edizioni. È il capolavoro ambientato a Castelvecchio. La critica l’ha definite “le myricae autunnali”, una maturazione accentuata dal simbolismo: più marcato l’aspetto riflessivo perché è cresciuto. Il tema principale è la memoria e la giovinezza. Nella prima lirica dice:“e sulla tomba di mia madre rimangano questi altri canti”. ● “I poemetti” (1904) “I poemetti nuovi” (1909). La prima parte è molto libera. Nella seconda si distende la produzione ma la tematica non cambia, si accosta alla natura il tema epico, utilizzando il simbolismo più i personaggi epici. “La vertigine” dell’uomo nei confronti della smisurata visione cosmica e si abbandona all’infinito, “io precipito”, privo di certezze. ● “Poemi conviviali”: li aveva pubblicati su “il convivio” (diretto da De Bosis) oppure il convivio latino. Tratta l’antichità fino ad arrivare al suo tempo. La critica parla di quest’opera come “un’involuzione”. “Alexandros” parla di Alessandro ed è l’uomo moderno che piange perchè non ha più nulla da conquistare. Ha scritto 30 poemetti sull’origine di Roma, ha scritto antologie scolastiche. ● “La Grande Proletaria si è mossa”: appoggiava la Lidia ed era felice perché finalmente gli italiani hanno potuto migliorare la condizione economica.
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