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Vittoriale degli Italiani, Appunti di Italiano

Relazione e cronaca su visita Vittoriale degli Italiani

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 11/06/2018

Celeste_12
Celeste_12 🇮🇹

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4 documenti

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Scarica Vittoriale degli Italiani e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Relazione Vittoriale degli italiani La casa fu comprata da D’annunzio dopo che il precedente proprietario tedesco, il critico d’arte Henry Thode, dovette lasciare l’Italia in seguito alla sconfitta della Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale.  Fu denominata dal poeta Prioria, ovvero casa del priore, e qui vi abitò nell’ultimo ventennio della sua vita. Tutta la villa è caratterizzata da un’ambientazione buia voluta proprio dal poeta che, a causa di un incidente, era diventato fotosensibile a un occhio. All'interno la Prioria fu completamente trasformata e divenne ben presto un elaborato complesso di stanze stipate all'inverosimile di opere d'arte, doni ricevuti, cimeli e oggetti d’arredamento. Appena entrati, infatti, ci si rende subito conto dei molteplici ornamenti religiosi e simbolici come il cancello dorato, un pastorale e un’acquasantiera, i sette scalini e la colonnina francescana sormontata da un cesto con melograni, simbolo di abbondanza e fertilità.Questa colonnina al centro delle scale divide le due anticamere, una riservata alle visite ufficiali e una per gli amici del poeta. Sulle due porte, che introducono il visitatore alle stanze degli ospiti ‘graditi’ e ‘sgraditi’, vi sono due lunette raffiguranti santa Chiara e san Francesco d’Assisi. Iniziamo la nostra visita guidata dalla Stanza del Mascheraio, così chiamata dai versi provocatori sopra lo specchio del camino, composti in occasione della visita di Mussolini al Vittoriale nel maggio del 1925: “Al visitatore: teco porti lo specchio di Narciso? Questo è piombato vetro, o mascheraio. Aggiusta le tue maschere al tuo viso, ma pensa che sei vetro contro acciaio” I visitatori indesiderati attendevano ore in questa stanza l'arrivo del poeta, vedendo la propria immagine nello specchio e rileggendo la dedica del poeta, ad esempio Mussolini fu lasciato in attesa due ore. Al suo interno sono collocati una radio e un grammofono, spartiti musicali e una ricca collezione di dischi. Particolari sono le sedie con lo schienale a lira e il lampadario in vetro di Murano raffigurante quattro cornucopie. La seconda stanza che abbiamo visitato è la Stanza della musica destinata ai concerti da camera e ricoperta interamente da seta per favorire l’acustica. Qui Luisa Baccara, l’ultima delle tante compagne di d’Annunzio, suonava al pianoforte. RELAZIONE VITTORIALE DEGLI ITALIANI "1 Successivamente siamo passati alla Sala del Mappamondo, la biblioteca ufficiale che deve il suo nome a una grande sfera geografica settecentesca posta al centro di essa. All’ interno sono collocati 6000 libri scritti in tedesco appartenenti al precedente proprietario sul totale dei 33.000 complessivi raccolti da d'Annunzio nel corso della sua esistenza che sono tutt’ora esposti in questa stanza e nel resto della casa. Su una delle pareti è presente il ritratto di Dante Alighieri e una copia illustrata dell’Inferno della Divina Commedia, poco oltre la maschera funeraria di Napoleone Bonaparte. Dall’altro lato vi sono un calco di gesso di Michelangelo e una riproduzione del suo celebre tondo Pitti. Un altro importante elemento di questa biblioteca è l’organo posto fra le due finestre, dove Luisa Baccara era solita suonare per deliziare d’Annunzio che si recava a leggere in quella sala. Siamo passati poi alla Zambracca, una stanza che aveva funzione di ‘’guardaroba’’ dove il poeta si vestiva e spogliava. Dei grandi armadi sorreggono i calchi di due teste di cavallo a imitazione di quelle del Partenone. Negli ultimi anni della sua vita il poeta, poichè aveva problemi motori, non si recava più nella sala da pranzo, ma usava consumare la cena in questa stanza. Fu proprio qui che, seduto al tavolo mentre impugnava una penna, fu trovato morto la sera del 1º marzo 1938 a causa di un’ emorragia celebrale. Alle spalle della scrivania vi è una scaffalatura con una piccola ma fornita farmacia privata, voluta proprio da D’Annunzio perché ipocondriaco. La Zambracca ci anticipa la vera e propria camera da letto, la Stanza della Leda, che prende il nome da un grande gesso posto sul caminetto raffigurante Leda amata da Giove trasformatosi in cigno. Entrando si nota la sua paura degli spazi vuoti, l’horror vacui. La stanza, infatti, è piena di oggetti: cuscini realizzati con stoffe orientali e oggetti esotici come gli elefanti in maiolica cinese, i piatti arabo-persiani, i mobili in stile orientale e le pareti rivestite da preziose tappezzerie. Ai piedi del letto vi è una statua denominata ‘Il Prigione morente’, a cui lo stesso D’Annunzio aveva cinto ai fianchi un drappo, poiché secondo lui il corpo non rispettava le proporzioni. Nella stanza la luce arriva filtrata dalle vetrate della veranda dell’Apollino. Questo piccolo ambiente fu aggiunto secondariamente alla struttura originaria della villa al fine di schermare la luce diretta del sole e fungeva da saletta di lettura, affacciandosi sui giardini del Vittoriale. Il nome della stanza deriva da una statua arcaica decorata dal poeta con occhi azzurri, un perizoma e un fascio di spighe dorate, simbolo di abbondanza. Si RELAZIONE VITTORIALE DEGLI ITALIANI "2
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