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VITTORIO ALFIERI biografia,, Appunti di Italiano

spiegazione chiara e ricca della sua vita, viaggi, studi, rapporti. Spiegazione generale ma sufficiente di opere come la vita, le rime, il trattato della tirannide, del principe e delle lettere, misogallo e satire. Tutto sulle sue tragedie, con l'analisi di alcuni pezzi del Saul e della Mirra

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 01/07/2021

beaaa_
beaaa_ 🇮🇹

4.6

(32)

42 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica VITTORIO ALFIERI biografia, e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! VITTORIO ALFIERI Asti 1749- Firenze 1803 Autore che rappresenta l’anello di congiunzione tra la cultura razionalista del 700 e una nuova visione del mondo che tende a esaltare la piena affermazione di sé, anticipando alcuni aspetti del romanticismo che non è ancora una realtà affermata a tutti gli effetti Nasce ad asti nel 1749 da una famiglia nobile Riceve un’educazione rigida dalla madre e perché a circa 10 anni è all’accademia reale di Torino, un’accademia militare dove fatica a rispettare le regole e l’educazione che vi si impartiva, dalla quale esce come luogotenente. Nell’accademia: - c’è di buono che compie studi umanistici quindi hanno un ruolo determinante nella sue formazione, infatti legge l’Orlando furioso di Ariosto, le opere teatrali di goldoni e Metastasio, romanzi francesi, - l’aspetto negativo è che parlerà di quegli anni come anni di ineducazione infatti grazie a quest’esperienza, la perdita del padre da piccolo, sviluppa una personalità irrequieta che lo portano ad avere insofferenza per le regole e di conseguenza tende anche a isolarsi Dopo l’educazione e la frequentazione della nobiltà dell’ambiente piemontese (58-66) vuole conoscere nuovi posti che possano soddisfarlo di più, perche aveva frequentato l’aristocrazia locale ma aveva sviluppato verso questa un atteggiamento critico, perciò viaggia dal 66 al 71 sia in Italia sia in Europa, Lucca Pisa Roma e Francia , Inghilterra, olanda, svizzera, Germania , spagna , portogallo bologna Firenze a Milano infatti è un intellettuale cosmopolita. i viaggi sono: - fonte di studio, perché durante i viaggi sente la necessita di colmare la sua ignoranza e inizia a dedicarsi alla letteratura, legge opere di filosofi francesi e di machiavelli e del greco Plutarco, e leggendo i classici italiani e latini matura la scelta di dedicarsi alle tragedie, e vuole anche spiemontizzare la propria lingua, per questo legge gli autori italiani - Lo portano a conoscere la cultura illuminista, infatti vi si avvicina dando importanza alla libertà dell’individuo, sviluppando di conseguenza un atteggiamento critico verso il dispotismo illuminato, infatti lui è contro tutte le oppressioni che soffocano la libertà - sperimenta anche le pene d’amore che lo portano a battersi a duello e tenterà il suicidio Nel 77 conosce Luisa stolberg, moglie del conte di Albany, per la quale va a Roma nell’81 ma che deve abbandonare a causa dello scandalo della loro relazione, perciò riprende i viaggi, vanno a Parigi nell’87 dove assiste alla rivoluzione, che appoggia, ma rimane deluso dalle conseguenze radicali che fa suscitare in lui sentimenti antifrancesi come testimonia la raccolta poetica il misogallo, perciò abbandona la città per ritirarsi a Firenze nel 92 dove si dedica a vita ritirata, studio totale del greco e dell’ebraico, dove muore nel 1803 OPERE  La vita 1790-1803 ha carattere autobiografico e non nasconde la sua irrequietezza ma la racconta, divide la sua esistenza in 4 periodi, in particolare risalta il suo periodo di conversione alla letteratura, ma dal periodo storico non è sempre attendibile perché dà a che un ritratto eroico di sé. Qua si vedono i suoi tre step di processo compositivo. Inoltre qua annuncia di aver progettato la stesura della mirra e del saul  Le rime 1776-99, 1803 si rifanno un po’ al canzoniere, permettono di ricostruire molto di lui perché si concentra sulla riflessione su sé stesso, sulla tematica amorosa, sullo scorrere del tempo, tratta anche argomenti del romanticismo  Nel 77 scrive il trattato della tirannide, dove mostra il suo avvicinamento all’illuminismo, perché incoraggia alla libertà e alla ribellione contro il potere che viola le libertà dell’individuo come l’assolutismo, infatti per lui il vero uomo è quello che si ribella e lotta per la propria indipendenza. Qui e nella sua poetica in generale c’è una tensione verso il superamento di un potere oppressivo, ma vi è anche un conflitto che è anche alla base di tutte le sue tragedie.  l trattato del principe e delle lettere condanna il mecenatismo e esalta la libertà degli intellettuali  Il misogallo e le satire sono composti verso gli ultimi anni. Nel misogallo condanna gli esiti della rivoluzione francese mostrando le sue delusioni e i suoi sentimenti antifrancesi, mentre nelle satire con comicità prende in giro i costumi e le istituzioni della nobiltà cortigiana. TRAGEDIE Non ha fatto una riforma del teatro tragico come aveva fatto goldoni per la commedia, ma si rifà alla linea della tragedia classica del 500, emula le opere di questo periodo, quindi mantiene la divisione in 5 atti e alle regole di Aristotele e come stile e tematiche si rifà sia ad autori classici ma anche moderni come Machiavelli e Shakespeare. È proprio leggendo i classici che si accosta al genere tragico, il che è un volere suo nel fare qualcosa che gli altri non son riusciti a fare, vuole dare vita a un teatro nazionale. Temi: usa temi mitologici e storici nelle tragedie, perché “Soltanto attraverso temi conosciuti da tutti si può trasmettere un insegnamento”, quindi l’arte ha valore educativo oltre che di diletto. Letterato deve conoscere il proprio animo e conseguire una comprensione di se, che alla base della sua capacità di rappresentare l’umanità In tutte le tragedie vi è il conflitto tra due estremi che sono alla base della vicenda: - tiranno, che schiaccia l’uomo libero per la sua brama di potere, e anti tiranno, che incarna la virtù - ragione e sentimento o volontà e passione, una tematica che lo avvicina al romanticismo, dove rifiuta la ragione illuminista perché dice di lasciarsi andare alle emozioni e passioni Al conflitto si aggiungono i rapporti familiari nelle sue tragedie, che legano eroe e antieroe, che portano la risoluzione del dramma in una tragedia familiare, dove spesso le donne hanno un ruolo centrale infatti 8 tragedie hanno titoli di nomi femminili. L’intreccio deve essere semplice, lineare, infatti si centra sull’azione principale, si sofferma su un unico fatto, un’unica vicenda, non si concentra sul prologo, elimina descrizioni e racconti, di conseguenza predilige personaggi primari che sono quelli che parlano e agiscono infatti ci sono molti monologhi, elimina i secondari. a partire dal primo atto che prepara l’ingresso del protagonista, poi da quando appare gli eventi si incalzano fino alla catastrofe finale, la successione degli eventi è veloce, per dare più drammaticità, infatti per aumentarla mostrava i corpi dei sulle scene, mentre la convenzione classica si limitava al raccontarne morte. L’effetto drammatico viene anche dal linguaggio, con un lessico concreto e violenza verbale nei dialoghi, e un linguaggio che per renderlo tragico si basa sui classici italiani di Dante Petrarca Boccaccio Tasso Ariosto e machiavelli per spiemontizzare la sua lingua letteraria, e sulla latina di Ovidio; Lucanio e Virgilio e Seneca del quale riprende la metrica dei dialoghi in particolare i versi spezzettati che rendono più tragico lo stile infatti dove c’è più tensione le battute si fanno brevi Processo compositivo per lui non è semplice e immediato comporre una tragedia, ma ha una complessa e lunga elaborazione e correzione e revisione un po’ come Petrarca, infatti torna molte volte sullo stesso testo, ed elabora anche diverse tragedie ripetutamente. Il suo metodo consiste in tre tappe: - ideare, cioè annotare la struttura del dramma dividendo gli atti e le scene - stendere cioè scrivere i dialoghi in prosa - verseggiare cioè mettere quel che ha prodotto in prosa in versi. Le tragedie prendono i soggetti dalla mitologia, dalla storia antica e dalla bibbia. ritiene necessario partire da queste basi perché per lui la poesia per lui ha un intento morale Edizioni e fasi di produzione la prima è l’edizione senese con 10 tragedie nell’83, mentre la seconda edizione parigina è 1787 -1789 ha 19 tragedie. Le sue tragedie si dividono in 3 fasi di produzione 1) la prima fase va dal 75 al 77 rappresenta personaggi dalla grandezza sovrumana in un ambiente ostile, l’individualismo eroico si apre con il Filippo del 75 dove queste componenti appaiono, infatti c’è anche il tiranno filippo II che ruba la moglie Isabella all’anti tiranno figlio Don Carlos MIRRA Inizia questa tragedia nel 1785 e la pubblica a Parigi nel 1789 L’idea nasce dalla lettura delle metamorfosi di Ovidio, ma si rifà anche a edipo re di Sofocle, con i rapporti familiari ambigui, dove si racconta la passione incestuosa della figlia Mirra verso il padre Cinira. La nutrice di Mirra dopo aver appena salvato Mirra da un suicidio, si fa rivelare il motivo del gesto e la aiuta a realizzare il suo desiderio e le suggerisce di sostituirsi alla madre e inserirsi nel letto per unirsi al padre, ma quando viene scoperta lui si arrabbia e viene messa in fuga e viene trasformata dagli dei nella pianta della mirra che era il nome della ragazza. lui rimodella questo mito in una tragedia in 5 atti, che porta la novità di parlare di un argomento immorale del genere. 1 Racconta della nutrice Euriclea e genitori Cecri e Ciniro che si chiedono quali siano le ragioni della disperazione di mirra. Il padre pensa che sia un problema d’amore in quanto promessa sposa di Pereo, figlio del re dell’Epiro, un amico del papà di mirra, perciò si richiama pronto a annullare le nozze. 2 Pereo è innamorato, e mirra lo rassicura sui propri sentimenti, e poi chiede alla nutrice di aiutarla a morire. 3 Mirra si allontana da casa, esasperata, Che la madre confessa al marito il timore di aver provocato rivedi Venere vantandosi della bellezza della figlia perciò scrivano che La partenza della figlia poste placare la dea, Perciò confermano del matrimonio. 4 durante il matrimonio mirra delira, tutti si scandalizzano e tutto viene sospeso. 5 Il padre annuncia il suicidio dello sposo e incalza la figlia sulle ragioni del suo comportamento che si lascia sfuggire un’espressione permette al padre intuire tutto, perciò lei si suicida, lo sfociamento dello scontro con se stessi Non si concentra tanto sulla non realizzazione dell’incesto, ma vuole mettere in evidenza il dissidio interiore, il conflitto che affronta l’animo della protagonista davanti alla sua passione, che rappresenta il tiranno. Questo è l’unico conflitto e non ne esiste nessun altro al di fuori della sua follia infatti è ambientata in un contesto familiare improntato alla sensibilità e all’aiuto e racconta gli antecedenti, il perché ha questa passione: è vittima inconsapevole di una condanna che venere aveva causato per colpa della madre cecri, che aveva oltraggiato venere vantandosi della bellezza della figlia, perciò per punirla aveva rovinato la mamma e la figlia condannandola in questo amore malato. Qui si vede il suo ideale illuminista perché alfieri non la vuole far vedere come un personaggio colpevole, ma positivo, perché è una donna innocente, non ha fatto nulla per meritarsi questo, e l’incesto non viene commesso anche se lo desidera, quindi anche questa che è una passione irrazionale può essere schiacciata e dominata dalla ragione.  La confessione di Mirra Atto 5 scena 2 Durante le nozze mirra delira e rende impossibile il mito e Pereo si uccide. I familiari cercano di capire cosa succeda alla ragazza, e il padre, amorevolmente vuole dialogare per aiutare la figlia. lei non vuole assolutamente parlare all’inizio, non dichiara mai apertamente la causa del suo tormento ma lo fa in modo breve e allusivo, lentamente e progressivamente, con una tecnica che alfieri usa per accrescere il dramma e la suspense, cosi che la tensione si mantenga alta fino alla fine con la rivelazione, anche se nella tragedia antica veniva rivelato tutto dall’esterno mentre in quella alfieriano è solo il protagonista che racconta di se stesso, e alla fine si lascia scappare una frase allusiva che permette al padre di capire. Ad accrescere la suspense gradualmente è il linguaggio che diventa in ogni battuta sempre più turbato e drammatico, è ambiguo e oscilla tra il dire e il non dire, al quale contribuiscono versi spezzati e battute brevi con sospensioni che significano la violenza che il personaggio compie su se stesso Mirra si sente colpevole e ha pronunciato per se stessa una sentenza di morte, ma il padre insiste perché parli e racconti cosa la turba, le dice che non sarà più sdegnato se parlerà, e che con lui può parlare come con un fratello perché anche lui e stato innamorato Mirra cerca di eludere le domande che la incalzano e solo piano inizia gia ad aprirsi leggermente ammettendo che è un problema di cuore, spiega che ama disperatamente qualcuno ma non dirà mai chi, lo nega pure a se stessa, ma ciniro insiste, vuole e deve saperlo, e spiega che la sua morte sarebbe dolorosa anche per i genitori, che non può essere crudele con se stessa senza anche esserlo con i genitori. La rassicura dicendo che farà suo sposo chiunque lei ami, in quanto autorità ha questo potere, ed è pronta a usarla, per fare nobile anche un umile, perché il suo istinto paterno prevale, farebbe questo e altro, si mostra molto amorevole e disponibile a fare di tutto per aiutarala Mirra continua il suo silenzio, ciniro non accetta e deve sapere, la invita ad abbracciarlo, ma lei rifiuta perché anche solo questo è una minaccia per lei, e lui si scandalizza Chiede ancora chi ama, lei dice che è una fiamma ingiusta, ma lui dice che la passione amorosa è ingiusta solo se un genitore la condanna per primo Lei spiega che si raccapriccerebbe scoprendo chi è, lo prega di lasciarla stare, il padre si arrabbia la chiama ingrata, perché si prende gioco del suo dolore e lo fa disperate con i suoi atteggiamenti: lei vedendolo così dice che ai suoi turbamenti si aggiunge quello dell’odio crudele di un genitore, e si lascia scappare un allusione che riprende il testo di ovidio ( dove è posta all’inizio della tragedia e sviluppata) “mia madre sarà felice, almeno a lei sarà concesso di morire al tuo fianco” , il padre si infuria, per lui lei è ingiusta e empia, mirra si rendo conto di cosa ha fatto e delira, vuole la spada del padre, la prende e si uccide, il padre dice figlia ma cosa hai fatto, lei dice che ha avuto la mano tanto veloce da punire ciò che la lingua ha detto Ciniro è immobile e non si muove dallo spavento, dall’orrore e dalla pietà Lei dice che la morte è la sua punizione, e morendo si sente un po’meno colpevole ( men rea mi moro), e ciniro esclama oh giorno oh delitto e la tragedia raggiunge l’apice della drammaticità Alla fine mirra dice di nascondere tutto a cecri, non vuole far saper niente alla madre
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