Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Vittorio Alfieri - Biografia + due opere, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Sintesi della biografia di Vittorio Alfieri e due opere "Del Principe e Delle Lettere" e "Vita Scritta da Esso", propedeutica al parziale del professor Forner.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 23/01/2020

martina-passanante
martina-passanante 🇮🇹

4.4

(14)

21 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Vittorio Alfieri - Biografia + due opere e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! VITTORIO ALFIERI (Asti, 16 gennaio 1749 – Firenze, 8 ottobre 1803) Vittorio Alfieri nasce ad Asti nel 1749 da una nobile e ricca famiglia. Nella tipologia dell’intellettuale del Settecento rappresenta dunque la figura dello scrittore che, grazie alle cospicue rendite, può dedicare tutto il suo tempo libero alla letteratura. Nel 1758, a nove anni, fu mandato a compiere gli studi alla Reale Accademia di Torino, che aveva radicate tradizioni militari. Uscito dall’Accademia compì numerosi viaggi per l’Italia e per l’Europa; visito prima le principali città italiane e poi le principali capitali europee. Il giovane Alfieri non si spostava indotto dalla curiosità di vedere, di conoscere luoghi, costumi, linguaggi, mentalità, di accumulare esperienze, ma come spinto da una smania febbrile di movimento, da un’irrequietezza continua, inappagabile, che non gli consentiva di fermarsi in alcun luogo. Egli stesso narra che, non appena era giunto alla meta verso la quale si era proteso con ansia, aveva il bisogno irresistibile di fuggire verso un altro luogo e, giunto alla nuova meta, si abbandonava allo stesso impulso di fuga senza fine: era come se il giovane inseguisse qualcosa di ignoto e di inafferrabile che gli sfuggisse continuamente dinanzi, più tardi Alfieri stesso definirà questa scontentezza come il bisogno di trovare un fine sublime intorno cui ordinare tutta l’esistenza, identificato, poi, con l’ispirazione poetica. Questi viaggi gli hanno permesso di accumulare una concreta esperienza delle condizioni politiche e sociali dell’Europa di quel tempo, trovando un’Europa principalmente assolutista, condizione che, nel giovane Alfieri, provoca reazioni espressamente negative, quasi nulla di ciò che vede gli piace, riuscendo a provare solo insofferenza, sdegno e repulsione. Ritornato a Torino, conduce una vita oziosa di un “giovin signore”, chiuso in una solitudine inerte che ingigantisce la sua scontentezza, l’unica attività che gli si offre è quella letteraria. Nel 1775 Alfieri colloca la svolta fondamentale, l’illuminazione desinata a dare un senso alla sua vita, cioè la sua conversione alla poetica tragica, attraverso l’opera “Antonio e Cleopatra”, messa in scena nel 1775 al teatro Carignano di Torino; l’opera ottenne molto successo, facendo così capire, ad Alfieri la sua vera vocazione, che, da quel momento, asserisce di aver trovato lo scopo capace di riempire la sua vita vuota e di darle un senso, placando la sua oscura inquietudine. Per meglio scrivere le sue opere, decide di approfondire i suoi studi di lingua italiana, trasferendosi in Toscana, dove conosce la contessa di Albany Louise Stolberg, nella quale trova “degno amore” che, insieme con la poesia, può dare equilibrio alla sua vita. Nel 1778, per “spiemontizzarsi”, decide di rinunciare a tutti i suoi beni in favore della sorella, in cambio di una rendita vitalizia. Questo è il momento più fruttuoso della sua vita letteraria, inizia a pubblicare le sue tragedie a Siena e continua poi a Parigi –presso la prestigiosa stamperia dei f.lli Didot- dove si era stabilito insieme alla Contessa Stolberg; lo scoppio della Rivoluzione Francese fa riemergere il suo spirito antitirannico, mostrandosi, quindi, inizialmente, a favore di essa, ma con gli sviluppi del processo rivoluzionario provocano in lui riprovazione e disgusto, per quella che lui ritiene falsa libertà che maschera una nuova tirannide borghese. Nel 1792 fugge da Parigi e si stabilisce a Firenze, dove vive i suoi ultimi anni in una sdegnosa solitudine, animato sa un odio sempre più feroce contro i francesi, che si sono ormai impadroniti dell’Italia attraverso le campagne napoleoniche. Muore a Firenze nel 1803. DEL PRINCIPE E DELLE LETTERE I tre libri Del Principe e Delle Lettere, compiuti nel 1786 sono dedicati ad esaminare il rapporto tra lo scrittore ed il potere assoluto. Mentre nella Tirannide, Alfieri celebrava la superiorità dell’agire sullo scrivere e presentava la letteratura come ripiego, ora invece proclama la superiorità assoluta dello scrivere su ogni altra forma di attività. Lo scrivere sostituisce totalmente il fare. Il poeta incarna l’ideale di un’assoluta indipendenza, si sottrae ad ogni funzione sociale e si dedica esclusivamente alla poesia, che è la suprema realizzazione dell’essenza umana. Solo nelle lettere si manifesta quindi la libertà, la dignità eroica dell’individuo. La poesia è superiore all’azione perché “il dire altamente alte cose, è un farle in gran parte”. Maggiore grandezza si richiede a inventare e a descrivere una cosa che non ad eseguirla. Alfieri recupera di fatto la figura tradizionale dell’intellettuale quale era stata fissata dalla civiltà umanistica, il letterato separato dalla realtà e chiuso nella dimensione esclusiva del pensare e dello scrivere. È vero che Alfieri assegna pur sempre al letterato una funzione di guida e di illuminazione, ma è un’azione destinata alle
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved