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Vittorio Alfieri: biografia e poetica, Appunti di Italiano

La biografia e la poetica di Vittorio Alfieri, scrittore italiano del XVIII secolo. Alfieri abbandonò la vita agiata per dedicarsi alla scrittura e alla letteratura, utilizzando il genere della tragedia e la lingua Toscana per rivolgersi a un pubblico acculturato e ottenere la libertà. Le sue opere, nonostante si rifacciano a miti greci e storie antiche, mettono in evidenza i sentimenti e l'individualismo, anticipando la cultura romantica dell'Ottocento. anche le relazioni amorose di Alfieri e il suo impegno politico.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 27/03/2022

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Scarica Vittorio Alfieri: biografia e poetica e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Vittorio Alfieri Cenni biografici Vittorio Alfieri nacque nella città di Asti nell’anno 1749. Egli, da giovanissimo, rimase orfano di padre e la madre, accompagnatosi con un terzo marito, lasciò al prete della propria famiglia l’educazione del figlio. Egli frequentò l’Accademia militare di Torino di Savoia, ritenuta una delle più autorevoli in Europa, terminando quest’esperienza con un buon titolo e un tormento per i cavalli, poiché ne acquistava uno per ogni elaborazione di un tragedia. Con quest’esperienza, lo scrittore, sentendosi rinchiuso in una cella, sviluppò un comportamento di ribellione verso il potere, la tirannia e gli ordini. Dopo l’esperienza in Accademia, egli intraprese una nuova avventura, ossia il Grand Tour, un viaggio per l’Europa riservato ai nobili che aveva come scopo la cultura. Tuttavia, i molteplici viaggi realizzati da Alfieri erano dovuti alle moltiplici relazioni amorose con donne sposate e oltretutto questi viaggi non erano ritenuti piacevoli per il letterato, ad eccezione dei paesi nordici. Il compositore, nel 1773, raggiunse la città di Torino, dove incontra una donna sposata, Gabriella Falletti, che Alfieri riuscirà a conquistare e che sarà proprio la musa ispiratrice della sul primo lavoro Cleopatra; ed è propria in quest’opera che l’autore si rese conto della funzione catartica e politica che ha la letteratura. Quando nel 1775 l’ultimo amore che aveva vissuto si disgiunse, egli si concentrò sulla comprensione e sullo studio della letteratura italiana e Latina, che mise in evidenza il suo apprezzamento per Plutarco. Nel 1777 egli fece la conoscenza di Luisa Stolberg, la contessa d’Albany, con cui ebbe una relazione e Alfieri definisce questo rapporto come vero amore. Nell’anno 1778, Alfieri si separò dalla città di Torino, e in contemporanea abbandono anche il suo titolo di nobile e i suoi averi, ad di un piccolo profitto per la sorella Giulia, poiché egli voleva dedicarsi in maniera esclusiva alla sua passione, ossia la scrittura. Innanzitutto, si trasferì a Firenze e in seguito a Siena, dove, dal 1778, iniziò l’elaborazione di tragedie, sonetti (raccolti con il nome di Rime ), due trattati politivi e la sua autobiografia. Durante il periodo dello scoppio della rivoluzione francese del 1789, egli sostenne i principi della rivoluzione poiché voleva curare l’aspetto editoriale delle sue elaborazioni, ma fu allontanato poiché nobile. Quando egli fece ritorno nella capitale francese nel 1786, fu deluso dalla rivoluzione; per questo motivo ritorno a Firenze nel 1792, dove iniziò a comporre commedie anti-francese e opere satiriche (per esempio il Misogallo ). Alla sua morte, avvenuta nel 1803, la moglie gli dedicò un monumento funebre realizzato da Canova. Le caratteristiche della sua poetica Vittorio Alfieri, come abbiamo visto precedentemente, faceva parte del ceto degli aristocratici, ma abbandonò questa vita molto agiata per dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alla letteratura, che lo mettevano in condizione di poter parlarne liberamente in ambito politico. I personaggi che vengono rappresentati nelle opere di Alfieri sono un riflesso del suo stato d’animo. Quest’ultimi sono descritti come potenti, titanici, in lotta perenne contro le ardenti passioni interne (passioni proibite, fantasmi immaginari, incubi) o contro forze esterne (ingiustizie, tiranni). L’uso del genere della tragedia, genere non usato nell’Italia di quei tempi, e della lingua Toscana, lingua duttile, mettono in luce una caratteristica significa, ossia il rivolgersi a persone enormemente acculturate, facendo in modo che anche il suo pubblico potesse ottenere la libertà. Queste scelte, tuttavia, mettono in luce il suo punti di vista riguardo la vita e la letteratura, che è rimasto ancora imprigionato nella ricchezza. L’elaborazione delle ventuno tragedie non è considerata originale poiché lo scrittore si rifà ai miti greci, storie dell’antica Roma, trame bibliche o tratte dal periodo in cui Alfieri viveva. Però, egli fu molto avanti nel mettere in evidenza i sentimenti e l’individualismo, punti cardini della cultura romantica che visse nell’ottocento. Egli ricevette critiche poiché fu definito un poeta appartenete all’età dei lumi, anche se egli non aveva appoggiato i governi dispotici “illuminati”; tuttavia, egli può essere considerato un illuminista utopista e pessimista poiché il suo pensiero, la sua visione e il suo carattere non appartenevano alla sua epoca. Infatti, Leopardi scrisse “Alfieri tu vivevi in un’epoca che non era per te”. Le sue opere
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