Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Vittorio Alfieri (biografia + illuminismo), Appunti di Italiano

È un rappresentante dell’illuminismo italiano. Nuovo esponente tragico derivante dalle condizioni di un epoca in cui la nobiltà è destinata al destino. Alfieri è consapevole della situazione ma non sa vedere una soluzione praticabile per salvare l’aristocrazia. Alla seconda metà dell’700, nella piena crisi, viene da una famiglia di aristocrazia provinciale (nasce ad Asti). Alfieri ha perso il padre nella prima infanzia, è un giovane irrequieto, che non si trova a proprio agio nel mondo.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 02/10/2021

studying_at_ucsc
studying_at_ucsc 🇮🇹

4.7

(27)

375 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Vittorio Alfieri (biografia + illuminismo) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Vittorio Alfieri - Introduzione È un rappresentante dell'illuminismo italiano. Nuovo esponente tragico derivante dalle condizioni di un epoca in cui la nobiltà è destinata al destino. Alfieri è consapevole della situazione ma non sa vedere una soluzione praticabile per salvare l'aristocrazia. Alla seconda metà dell’700, nella piena crisi, viene da una famiglia di aristocrazia provinciale (nasce ad Asti). Alfieri ha perso il padre nella prima infanzia, è un giovane irrequieto, che non si trova a proprio agio nel mondo. Per scelta famigliare, è destinato all'Accademia Reale di Torino. Entra e si trova in un ambiente che non gli piace/gli disgusta: un'ambiente dell'esercito. Lascia l’esercito e interrompe i suoi studi giuridici e letterari. In questo mondo chiuso, lo porterà a viaggiare in Italia e anche in Europa e inizierà a rivolgersi ad un'avventura ampia e ad interessarsi alla cultura del mondo. Alfieri legge con passione i testi degli illuministi francesi, inquadrando il suo disagio la sua ampia critica al regime. a 24 anni, Alfieri chiude la stagione dei viaggi e rientra a Torino dove affronta un cenacolo letterario con i suoi compagni dell'esercito: scopre la passione della scrittura che gli permette di maturare con distacco dall’aristocrazia che ormai è arrivato a disprezzare. Alfieri chiama questo momento nell'opera “Vita” dove parla di se stesso, risale a una tragedia “Antonio e Cleopatra” presentata nel teatro calviniano (1775). Il successo dell’opera conferma in lui la scelta della scrittura, e riprende uno studio classicista e decide di trasferirsi a Toscana per famigliarizzare la lingua letteraria toscana. Da quel momento per Alfieri la lingua letteraria sarà stata il francese. Alfieri dona il suo intero patrimonio alla sorella, e rompe i rapporti con la famiglia. Alfieri fa uno sforzo molto grande per dare una svolta alla sua vita: incontra la sua compagna Luisa Stolberg, uno sforzo immenso viene premiato da anni di intensa produttività che consolidano nello scrittore una tendenza a un titanismo eroico (un atteggiamento dell’uomo che si ribella a Dio e lo sfida): deriva dalla mitologia e i titani erano di Gea (personificazione di Terra) e di Urano (personificazione dell’universo). Alla fine del 700 e inizio dell’800 si diffonde un atteggiamento titanato, una sfida dell’uomo nei confronti del proprio estino dell'autorità religiosa. Il titanismo verrà a significare lo sforzo eroico di chi vuole confermare la propria individualità ad ogni costo, in ogni circostanza. Titanismo prevede come ultimo atto il suicidio (ultima sfida alla vita: non è un atto di vita). Attraverso questo titanismo eroico, Alfieri mostra una fiducia nel proprio lo e nelle proprie capacità e questi personaggi rappresentano una sofferenza del vivere, perennemente in conflitto con la realtà in cui vivono, ma con un individualismo disprezzante. Un personaggio, un atteggiamento del titanismo che risulta favorevole alla scrittura tragica tanto che Alfieri svilupperà questo. https://library.weschool.com/lezione/vittorio-alfieri-21312.html Vittorio Alfieri - We school Nasce ad Asti nel 1749 da una famiglia aristocratica dove non si sente a suo agio. Comprende che i valori della nobiltà sono in crisi e vive una tensione e una continua ricerca. Questo spinge Alfieri a compiere una serie di viaggi in Italia, Francia, Inghilterra, Olanda e in tutta Europa. Scrive la grande prova narrativa dell’autobiografia, la “Vita”, in cui Alfieri elabora l’immagine preromantica dell’intellettuale ribelle, destinato alla solitudine. Alla stesura si dedica fino alla morte (1803) e in essa ricostruisce la maturazione della sua personalità e della sua ispirazione letteraria. Alfieri stesso racconta l’insofferenza verso l'autorità e il tormento continuo nell’inseguimento di una vocazione artistica. Il modello francese di Alfieri è Voltaire. La ricerca esistenziale diventa allora un lungo e continuo viaggio durante il quale la formazione del carattere si intreccia con l'apprendimento di una lingua, condizione indispensabile per la “conversione” letteraria. Attraverso il toscano troverà la lingua del poeta tragico e la strada della scrittura. È del 1774 il primo esperimento drammatico (una scena di dialogo né comica né tragica in cui compare il nome di Cleopatra), che trova realizzazione alla fine di un amore tormentato e servile, quando Alfieri decide di sviluppare l’abbozzo data la somiglianza tra il suo stato e quello del personaggio maschile del dramma, Antonio. Nasce così la Cleopatra , concepita simbolicamente dopo una malattia e un taglio di capelli che costringe lo scrittore a rinchiudersi in casa “urlando e ruggendo”, legato al tavolo di lavoro dal fedele servitore Elia. Una seconda fase, ispirata dalla storiografia classica e da Machiavelli, si manifesta anche con la soluzione del tirannicidio e della ribellione popolare. Parte dall'infanzia in una famiglia aristocratica dove non si sente libero di esprimersi e crede che i valori fondamentali non abbiano un valore. Scrive in lingua francese. È un intellettuale ribelle. Tutti i protagonisti sono eroi tragici. 1. https://library.weschool.com/lezione/riassunto-alfieri-vita-poetica-opere-tragedie-2262.html Vittorio Alfieri — “Vita” “Vita” opera scritta da Alfieri e racconta la sua vita. 1) Alfieri rivede i suoi episodi della sua vita da adulto: dall'infanzia. Parla di un confronto con Ariosto. La difficoltà di fronte da parte del francese, che usa nei testi poetici. C'è la parte passionale, ma deve essere anche razionale che mette a posto quella passionale. Segreta voce interiore: seguire questa voce per la poesia. Alfieri sente questa passione ma non è capace di scrivere, deve studiare la grammatica e si da dell’ignorante. Quest'opera importante perché lo aiuta. È un autobiografia, noi abbiamo le notizie di lui. Da un senso alla propria vita. Divisa in due parti: prima parte a Parigi (aprile del 1790). L’opera interrotta, ripresa successivamente nel 1799. Continuamente rimaneggiata, rivista, ricompletata nel 1803. Diventata postuma nel 1806. Negli anni in cui Alfieri progetta quest'opera, il genere è estremamente in nota, famosa. Una delle autobiografie diffuse in questo periodo è quella di Casanova e di Goldoni (nel 1787 a Parigi). Periodo in cui Alfieri si trova in medesima città francese. La divisione in epoche deriva da un percorso in cui la sua personalità si definisce attraverso una serie di esperienze ed è testimonianza di un lavoro, di grande riflessione di Alfieri sulle scelte di vita. La sua vita è volta a rappresentare un'immagine ideale dell'autore, realizzata nonostante il carattere appassionato e le difficoltà legate all'essere nato a Torino. Nonostante i 10 anni di dissolutezza, riesce ad avvicinarsi all'arte. La terza epoca termina con la vocazione letteraria. Parla di liberazione e questo periodo è coronato dalla stesura della sua prima tragedia “Antonio e Cleopatra”. Anni di studio, in cui Alfieri si rende conto di avere il cuore e non i mezzi, cerca di leggere i tragici italiani, e cerca di spiemontizzare la propria lingua a valore del toscano. Le fasi successive della vita sono spiegate per la sue genesi dell’opera e a spiegare il suo metodo di lavoro (si contrappone tra ideale, scrittura, versi). Nell’introduzione all'opera, Alfieri chiarisce le ragioni che lo spingono a scrivere una autobiografia. Consapevole del proprio valore e della sua fama di letterato, dice di avere una motivazione narcisistica, parla di molto amore di se stesso, e una motivazione apologetica perché altri non scrivessero peggio di me e una motivazione conoscitiva (uno studio dell’uomo in ...). Qualcosa è testimoniata nelle rime, e diario intimo dato tra il 1774-1777. Alla vita, rispetto alle rime, ha un obiettivo preciso: vuole raccontare la conversione di alfieri alla religione delle lettere. Vuole spiegare questa vocazione alla poesia tragica, dove trova sfogo appassionale, di grandissimo orgoglioso amore che Alfieri ha per la libertà, presente fino dall'inizio dell’opera stessa. L’opera è dettata dal cuore e non dall’ingegno. Narrazione spontanea, Alfieri stesso dice di lasciar fare alla penna, essendo una prosa facile e scorrevole che stilisticamente è caratterizzata dal demonio???. A differenza delle altre autobiografie, la vita è scritta in quell’italiano che Alfieri ha deciso di acquisire sbarrandosi del piemontese e del francese. Pieno di arcaismi, punto come avverbio (“affatto”), di inversioni, di iperbati ma arricchita da parole cognate dallo stesso alfieri, diventate famosissime (“spiemontizzare” se lo inventa, “filosofessa”). La nostra attenzione si pone sulle tragedia, sul “Saul” e “Mirra”. L’unità di tempo-spazio: la tragedia doveva svolgersi in un unico luogo, tempo 24h, e doveva esserci unità-nazione (un filo conduttore dove si sviluppa la tragedia). Vuole una tragedia compatta. La composizione è fatta di tre momenti (tre spiri): la prima è ideazione, in cui vengono buttate soggetti della tragedia; la seconda è stesura, scritta in prosa e scrive tutto quello che gli viene in mente, senza tanta attenzione a come lo scrive, costruisce una storia (man mano che scrivo la storia, si sviluppa); la terza è verseggiatura, non solo stesura in prosa e la trasformo in versi, ma prima revisiona la storia, il contenuto e poi li mette in versi (prima revisione dei contenuti e della tragedia stessa; sottoposta a molte revisioni). La tragedia ha lo scopo di mettere per scritto il suo scopo, il suo sentire: innovativo, ritmo e nel verso, non nel lessico. Per la scelta del verso, fa un uso ampio della punteggiatura, per dare un certo ritmo al testo, rifiuta un verso che ha tante rime, che sia troppo piacevole (da uno scatto al contenuto): un verso che ha un suo ritmo.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved