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Vittorio Alfieri - Biografia in breve, RIASSUNTO, Appunti di Italiano

Riassunto della vita di Vittorio Alfieri

Tipologia: Appunti

2017/2018
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Caricato il 04/11/2018

_paulmarcelin
_paulmarcelin 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica Vittorio Alfieri - Biografia in breve, RIASSUNTO e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Vittorio Alfieri Vittorio Alfieri nacque ad Asti il 16 gennaio 1749, da una famiglia della ricca nobiltà terriera. Nel 1758, a nove anni, Vittorio Alfieri fu mandato a compiere gli studi presso la Reale Accademia di Torino. Uscito dall’Accademia nel 1766, Vittorio Alfieri compì numerosi viaggi per l’Italia e l’Europa (pratica diffusa fra i giovani aristocratici del tempo che prese il nome di “grand tour”). Il giovane Alfieri non si spostava indotto dalla curiosità di vedere, di conoscere luoghi, costumi, linguaggi, mentalità, di accumulare esperienze, ma spinto da una da un’irrequietezza continua, inappagabile, accompagnata da un senso di scontentezza, di noia, di vuoto. Più tardi, lo stesso Alfieri identificherà questa scontentezza e con la vocazione poetica, destinata a riempire tutto il resto della sua vita. Data però l’insufficienza dei suoi primi studi, gli fu indispensabile munirsi dell’adeguato bagaglio culturale: con volontà caparbia si immerse nella lettura dei classici latini e italiani, e si applicò allo studio della lingua italiana per impadronirsi di un linguaggio adatto alle tragedie che intendeva scrivere. Tra il 1776 e il 1780 soggiornò a lungo in Toscana, a Pisa, a Siena e a Firenze. Qui conobbe Louise Stolberg, contessa di Albany, moglie dell’anziano Charles Edward Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra, e trovò in lei il «degno amore» che, insieme alla poesia, poteva dargli il giusto equilibrio alla sua vita. Nel 1785 Vittorio Alfieri si recò a Parigi dove si fermò quasi ininterrottamente fino al 1792. Sperimentò in prima persona gli eventi della Rivoluzione Francese. All’inizio guardò con simpatia il movimento rivoluzionario e celebrò con entusiasmo la presa della Bastiglia ma poi di fronte agli sviluppi violenti della rivoluzione, Vittorio Alfieri fu assalito dal disgusto e profonda amarezza: gli sembrò che alla tirannide del sovrano si sostituisse una non meno funesta tirannide, quella del popolo ignorante e inferocito. Nel 1792 assieme alla contessa d’Albany si allontanò da Parigi e si recò a Firenze, dove visse i suoi ultimi anni in una sdegnosa solitudine, animato da un odio sempre più feroce contro i francesi, che si erano ormai impadroniti dell’Italia con le campagne napoleoniche. Vittorio Alfieri morì a Firenze l’8 ottobre 1803. È sepolto nella Basilica di Santa Croce. Saul composto da Vittorio Alfieri nel 1782, è centrato come quasi tutte le tragedie alfieriane, su un personaggio di tiranno trascinato da un esasperato desiderio di dominio; il suo vero nemico non è un altro personaggio, ma le forze distruttive che sono dentro di lui. La trama della tragedia è tratta dalla Sacra Bibbia (Re, I, 8-31), in cui si racconta la storia di Saul, primo re d'Israele, e dei suoi drammatici e contraddittori rapporti con David, scelto da Dio come suo successore, culminati col suicidio del re. Alfieri concentra la tragedia sull'ultimo giorno di vita di Saul, nell'accampamento degli in Ebrei in guerra contro i Filistei; il re, incapace di accettare la decadenza della vecchiaia, è ossessionato da sospetti, incubi, paure, impeti di rabbia, e non riesce a tollerare i successi del giovane David, marito di sua figlia Micol e amico prediletto del figlio Gionata. Dopo aver oscillato tra sentimenti e atteggiamenti opposti, lo caccia, prendendosela anche con i sacerdoti che gli sembra lo proteggano; quando i Filistei, approfittando dell'assenza di David, assaltano l'accampamento, Saul si toglie la vita, in un gesto di orgoglioso recupero della regalità perduta e di estrema sfida alla volontà di Dio. Mirra Cecri, moglie di Ciniro, re di Cipro, ha offeso Afrodite (Venere) e la dea per vendetta ha ispirato nell'animo della loro figlia Mirra un'indomabile passione per il padre. Nè i genitori, nè la nutrice Euriclea sanno trovare spiegazione al fin troppo palese turbamento di Mirra, che non sembra causato dalle prossime nozze con Pereo. Dopo avere ancora una volta assicurata al padre la sua decisione di sposare Pereo, Mirra si appresta alle nozze, ma sviene durante i preparativi. Pereo, ormai sicuro di essere odioso a Mirra, si uccide, e Ciniro, sconvolto, interroga ancora la figlia. Nel corso del tempestoso colloquio Mirra si lascia sfuggire la confessione fatale uccidendosi subito dopo con la spada del padre.
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