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Vittorio Alfieri, Pensiero, Opere., Appunti di Italiano

Il pensiero di Vittorio Alfieri, uno dei maggiori rappresentanti del teatro italiano del Settecento. Alfieri si rifà alla cultura illuminista, ma critica molti aspetti della corrente di pensiero del suo secolo. le basi dell'istruzione di Alfieri, le sue idee politiche, il titanismo e pessimismo presenti nelle sue opere e infine, presenta il suo trattato 'Della Tirannide'.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 22/04/2023

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maria-rosaria-maggio-1 🇮🇹

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Scarica Vittorio Alfieri, Pensiero, Opere. e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Vittorio Alfieri Rapporti con l’Illuminismo Le basi dell’istruzione di Alfieri si rifanno a scrittori come Montesquieu, Rousseau, Voltaire ed Helvetius anche se non riesce a distaccarsi totalmente dal pensiero culturale contemporaneo (del 700) perché non ha pieni strumenti per strutturalo da sé. In ogni caso, però, critica molti aspetti della corrente di pensiero del suo secolo: • Si scaglia contro il culto della scienza perché crede che il maniacale razionalismo applicato in tutti gli ambiti sopprime sia il forte sentire, ciò tutte le emozioni e le passioni che fanno parte dell’animo umano, sia l’immaginazione dell’individuo che solo con l’uso della razionalità non può esprimere sé stesso nei componimenti poetici Alfieri rifiuta totalmente il ruolo principale che era stato affidato alla ragione, poiché aveva portato gli uomini a non dar più ascolto ai propri impulsi talmente tanto da cancellare tutti i sentimenti. Invece egli esalta proprio la passionalità sfrenata, senza alcun limite, che è sempre la protagonista all’interno di una vita fatta di desideri spontanei • Si scaglia contro il comportamento oppressivo che gli Illuministi avevano assunto contro la religione e condanna tutte le varie posizioni deiste e ateiste. Perché non si ostina a ricercare delle risposte concrete, tramite l’uso della ragione, per quanto riguarda gli aspetti più profondi dell’essere, ma preferisce piuttosto affidarsi al mistero e all’ignoto proprio per sottolineare la miseria della condizione umana, che non può aspirare a conoscere tutto tramite la tecnologia • Un altro aspetto a cui si contrappone riguarda l’ambito economico, in quanto disprezza fortemente i progressi fatti dalla borghesia, perché i ceti borghesi sono costituiti da uomini interessati soltanto al materiale e al denaro a cui non appartengono ideali eroici • Al tanto esaltato cosmopolitismo si contrappone l’isolamento del singolo individuo, che non si sente appagato in nessun luogo nel mondo e al filantropismo si oppone un’umanità eroica che risalta la dignità degli uomini Idee politiche Anche il pensiero politico alfieriano pone le sue basi nella cultura degli illuministi francesi, anche se poi si distaccherà completamente da queste opinioni per formularne una sua. Questo porta a far fuoriuscire le caratteristiche principali della sua personalità, ossia il forte individualismo ed egocentrismo gli fanno provare sdegno verso l’epoca in cui vive, partendo proprio dall’ambiente dove nasce, il Piemonte guidato da un opprimente potere assolutistico Nonostante si sposti nei vari paesi europei per cercare un riscontro migliore, non riesce mai a trovare un ambiente che lo soddisfi a causa della presenza dell’assolutismo monarchico in ogni luogo e non condivideva nemmeno la mentalità pratica e materiale della borghesia, futura erede al potere. Si genera quindi un senso di totale spaesamento dal tempo in cui vive e Alfieri prova un grande senso di solitudine che lo porta ad odiare la tirannide non come forma di governo in sé ma come atteggiamento oppressivo che produce soltanto violenza Anche il concetto di libertà definito da Alfieri non si riferisce a nessun aspetto politico economico… ma è del tutto astratto e riguarda la forte voglia dell’individuo di realizzarsi e di dare voce al proprio spirito Infatti questa libertà astratta non coincide con la simpatia per alcuna fazione politica perché dapprima Alfieri appoggia le varie rivoluzioni che portano all’eliminazione del dispotismo, per poi criticarle aspramente perché non solo gli uomini che le avevano portate avanti erano stati spinti soltanto da ragioni economiche ma soprattutto perché anche il potere rivoluzionario rappresenterà una nuova forma di tirannide Titanismo e pessimismo Come dimostrato da Natalino Sapegno in Alfieri non si scontrano due concetti politici (tirannide-libertà) ma due figure mitiche che hanno origine dall’interiorità di Alfieri stesso che sono • Il bisogno di affermarsi dell’io, senza rispettare alcun vincolo • La percezione di forze sia esterne al soggetto sia interne che lo ostacolano che delineano il titanismo alfieriano cioè un comportamento dell’io che desidera acquistare nel mondo infinita grandezza e che ha un’infinita voglia di essere libero ma che viene ostacolato da agenti esterni e anche paure interne all’animo ed è questa la condizione in cui vive Alfieri stesso e non solo in cui si ritrovano i personaggi delle sue opere, perché è un uomo caratterizzato da forte inquietudine, malinconia, che è in perenne contrasto con l’ambiente circostante e che desidera imporre il proprio essere nella realtà in cui vive Nonostante ci provi, il soggetto andrà sempre incontro ad una sconfitta perché il limite che vuole affrontare, grazie alla sua grandiosità, non è solo esterno, ma soprattutto proietta la stessa condizione di angoscia, tormento e oppressione che sono presenti nel proprio animo e che non può essere superata Opere politiche • Della Tirannide È un trattato in due libri scritto nel 1777, dopo aver letto alcune opere di Machiavelli ed è dedicato all’amico Francesco Gori Gandellini, per essere poi rielaborato nel 1786 al fine di stamparlo successivamente, tra il 1789 e il 1790. Alfieri non voleva che l’opera fosse pubblicata perché gli eventi storici che stavano accadendo in quel periodo potevano far pensare al lettore che l’opera fosse stata pubblicata con lo scopo di sostenere la Rivoluzione francese, anche se assolutamente non era questo l’intento, ma nel 1800 un famoso libraio lo mise in vendita ed ebbe molto successo  Il 1° libro si compone di 18 capitoli e viene inserita all’inizio un’invocazione alla libertà, a cui seguirà la definizione dei concetti di tiranno (colui che ha la facoltà di nuocere senza limiti) e tirannide (qualsiasi governo in cui potere esecutivo controlla quello giudiziario e legislativo) Inoltre la tirannide si fonda sulla paura dei cittadini e si serve di tre mezzi per realizzarsi: 1. Nobiltà, strumento con cui il tiranno esercita il suo potere, 2. l’esercito, 3. la religione che induce ad un comportamento di rassegnazione e sottomissione  Il 2° libro si compone di 8 capitoli e si parla di come si può vivere sotto la tirannide, suggerendo 3 soluzioni per tutti quelli uomini che non accettano di ripiegarsi al dispotismo: 1. Isolamento per dedicarsi alla scrittura e alla riflessione, 2. Il suicidio come strumento per ribadire la propria libertà, 3. Il tirannicidio purché sia attuato da un solo individuo La riforma di Alfieri Alfieri non vuole schierarsi con un modello piuttosto che un altro né tanto meno vuole cercare un equilibrio tra proposte diverse, ma propone una riforma della tragedia tutta sua, passando in rassegna tutte le caratteristiche principali del genere da riformare  Diminuisce il numero dei personaggi (diventano 4-6),  vengono eliminate tutti gli episodi secondari per non creare intrecci di trama troppo complessi perché lo spettatore non seguirebbe più e non verrebbe coinvolto emotivamente,  viene lasciata quindi la trama principale che presenta inizio, evoluzione dell’azione e conclusione  elimina tutti gli elementi musicali, che avevano reso la tragedia simile al melodramma per Alfieri è importante il soggetto attorno cui si basa la vicenda perché deve possedere delle peculiarità grazie alle quali può essere inserito nella tragedia. Infatti lo scontro tra la volontà e la razionalità (l’opposizione tra i sentimenti che prova, tra l’indecisione nelle scelte che deve fare) deve essere di per sé interno al personaggio, deve nascere dalla sua interiorità e non è causato da fattori esterni quindi l’elemento tragico nell’opera si trova già dall’inizio nell’animo del protagonista infatti la vicenda si svolge in uno spazio chiuso, per simboleggiare lo stato d’animo in cui si trova il personaggio e da cui non può scappare, come una gabbia, e l’evoluzione della storia non è effettiva, determinata, piuttosto vengono sviluppate le vicende interiori che appartengono ai personaggi stessi e che hanno sede nell’anima, per cui lo spirito del personaggio è combattuti, in balia di desideri opposti che lo porteranno a prendere decisioni estreme perché le vicende delle tragedie alfieriane riguardano un conflitto senza soluzioni lo stile per Alfieri lo stile tragico non può essere cantabile e non può avere musicalità perché deve esprimere contrasti e guerre interiori all’animo del personaggio proprio per questo lo stesso autore realizza e dà forma ad uno stile aspro e duro inserendo  enjambement per spezzare il verso e creare un forte distacco tra ritmo metrico e ritmo sintattico  suoni aspri molto spesso messi vicini tra di loro per creare un contrasto nel suono il processo di composizione di una tragedia si divide in 3 fasi: • ideazione: viene scritto un abbozzo della trama in prosa, utilizzando la lingua francese • stesura: nell’opera viene trasformata in un dialogo, rimanendo sempre in prosa • verseggiatura: il dialogo in prosa della fase precedente viene perfezionato e riscritto in versi, rispettando i procedimenti metrici e stilistici produzione tragica Alfieri compone in tutto 19 tragedie, che possono essere classificate in 2 fasi: • Fase titanica: comprende 6 tragedie il cui tema principale è quello del titanismo  Il Filippo: è una tragedia il cui tema principale riguarda la volontà assoluta del tiranno che vuole imporsi e affermarsi nella società Il processo di realizzazione dell’opera fu molto lungo, infatti la prima fase, quella di ideazione, è avvenuta nel 1775 e l’argomento è poi stato tradotto in italiano nell’estate dello stesso anno, però le altre due fasi, stesura e verseggiatura, vennero portate a termine dopo 14 anni e l’opera viene stampata tra 1787-1789 Il protagonista è il re di Spagna Filippo 2° che per ragioni politiche sposerà la promessa sposa del figlio Carlo, Elisabetta di Valois, ma la donna morirà nel 1568 a causa di un parto prematuro. Nello stesso anno anche il figlio Carlo era morto dopo essere stato imprigionato dal padre. La coincidenza delle due morti misteriose ha dato vita a una leggenda sulla relazione tra Elisabetta e Carlo, perché a quanto pare il loro amore sarebbe continuato anche dopo il matrimonio della donna, amore che successivamente è stato scoperto dal re che ha scatenato la sua furia, uccidendoli  Polinice: tragedia greca che riprende il mito del destino crudele che spetterà ai figli di Edipo, esposto da Sofocle In questa tragedia si narra della rivalità che nasce tra i due fratelli Polinice ed Eteocle, innescata dallo zio Creonte, per guadagnarsi il trono di Tebe. Polinice morirà per mano del tiranno Eteocle, che a sua volta cadrà vittima della violenza  Antigone: anche questa tragedia riguarda il mito di Sofocle, però vede come protagonista la sorella dei due, Antigone La ragazza si ribella alla tirannide dello zio Creonte, diventato sovrano dopo la morte dei due fratelli, perché ella segue le leggi non scritte della morale per dare una degna sepoltura al fratello Polinice e si oppone alle norme dettate dal tiranno che vietano di seppellire il cadavere. La sepoltura della salma viene richiesta anche dalla moglie di Polinice e dal figlio del Tiranno, Emone, innamorato della ragazza ma Creonte condanna a morte Antigone, portando al suicidio di Emone  Agamennone: narra della storia di Agamennone, ucciso al ritorno in patria dopo aver partecipato per 10 anni alla guerra di Troia Il suo assassino è il cugino Egisto, amante della moglie del re Clitemnestra. La protagonista della vicenda è proprio la donna che ha fatto uccidere il marito per vendicare il sacrificio della figlia Ifigenia che lo stesso Agamennone aveva fatto prima di partire  Oreste: il protagonista di questa tragedia è Oreste, figlio di Clitemnestra e Agamennone, che dopo esser ritornato in patria vuole vendicare la morte del padre e uccide Egisto e la stessa madre, ma l’azione non è stata compiuta coscientemente perché spinto ad agire da una forza interiore incontrollabile  Virginia: tragedia di ambientazione romana, che fa parte delle “tragedie della libertà” • Tragedie della libertà: fanno parte della seconda fase tragedie di ambientazione storica, dove il titanismo dei personaggi scompare gradualmente, lasciando spazio a un maggiore scavo psicologico e analisi dei comportamenti  La congiura de’ Pazzi  Don Garzia  Maria Stuarda  Rosmunda  Ottavia  Timoleone  Sofonisba  Saul  Mirra Saul È un’opera composta nel 1782 e pubblicata nel 1787-1789 Il protagonista, Saul, è un personaggio biblico ripreso dal 1° Libro di Samuele; egli è il re d’Israele unto da Dio, che ha liberato il suo popolo dai nemici e dalle oppressioni, ma alla fine delle sue vittorie viene abbandonato da Dio, fino ad essere perseguitato da un’entità maligna, a perdere la ragione e a perdere in battaglia contro i Filistei A Saul si contrappone la figura di David, che ha sposato la figlia del re Micol e che è affiancato da Dio Il Saul è un’opera che mette in grande rilievo la psiche del protagonista, facendo emergere tutti i problemi e le lacune che si trovano nell’inconscio del re Ne risulta che l’antagonista è di Saul è lui stesso perché nel suo animo si generano emozioni contrastanti che si scontrano tra di loro e che lo portano a fargli perdere la ragione Nella sua quotidianità si alternano momenti di lucidità in cui stima il giovane David, e momenti di follia e annebbiamento in cui vorrebbe scagliargli tutta la sua ira contro, alimentati dalla presenza di un cattivo consigliere Il tema maggiore presente nell’opera è quello della fugacità della vita, in quanto il re è consapevole che la fama e il potere che aveva acquistato un tempo scompariranno di lì a poco a causa della sua vecchiaia Scaturisce così un’ossessione per la morte che percepisce vicina, contrapposta a una mania di persecuzione per la quale tutti ai suoi occhi, anche Dio, diventano nemici Quindi l’unica soluzione plausibile è il suicidio come forma di potenza e rivendicazione del suo ruolo di personaggio importante
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