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Vittorio Alfieri Riassunto (Saul), Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Breve biografia dell'autore + Riassunti opere Saul (Atto II)

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 07/09/2021

Senzio
Senzio 🇮🇹

4.4

(65)

28 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Vittorio Alfieri Riassunto (Saul) e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Vittorio Alfieri Apparteneva ad una famiglia nobile e il fatto che fosse un aristocratico non è un dato secondario perché una certa aristocrazia morale contraddistingue la figura di Alfieri e tuttavia ha rappresentato un punto di riferimento per la nostra cultura e anche per il movimento romantico, per i moti rivoluzionari italiani. Restò precocemente orfano di padre e la madre si risposò, Alfieri si dedicò alla carriera militare com'era prassi nella sua famiglia e tuttavia ebbe un sentimento di sofferenza negli ambienti militari. Fece diversi viaggi, entrando in contatto con libertini e illuministi che lo aiutarono a costruirsi la sua immagine di uomo libero contro la monarchia e il dogmatismo. Inizia una relazione con Luisa Stolberg a Firenze, la donna però era sposata con uno Stuart e i due dovettero fuggire e spostarsi a Roma e alla fine il marito cedette la moglie ad Alfieri. Si spostarono anche in Francia, e assistette alla Rivoluzione Francese e infine tornò a Firenze dove morì nel 1803. Alfieri è un autore che ha fatto della sua vita un'opera d'arte. Alfieri sceglie la tragedia perché tra i generi tradizionali, quello tragico non aveva prodotto grandissimi risultati in Italia. La tragedia gli consentiva di cercare una certa originalità, e attraverso questo genere poteva riallacciarsi alla tradizione classica. Alfieri voleva costruirsi un pubblico colto, raffinato, lontano dalla borghesia, egli ha un animo aristocratico, aborriva la classe borghese perché la riteneva banale mediocre. È vero però che la borghesia era quella che andava ad alimentare il mercato editoriale, molte opere di Alfieri furono pubblicate molto dopo che furono compiute in quanto l'autore pensava fosse disdicevole utilizzare la letteratura per sopravvivere. La tragedia è quindi il genere ideale per Alfieri perché implica una scelta politica, gli consente di mettere in scena quello che è uno dei nodi fondamentali della sua riflessione: la ricerca della libertà contro qualsiasi potere precostituito. Secondo lui la letteratura deve essere espressione di questa ricerca di libertà, deve essere vista come strumento di tensione per rompere le sovrastrutture della società assolutistica. Alfieri riteneva che gli uomini di "forte sentire" che avessero un forte temperamento dovevano anelare ad una vita eroica, in cui dovevano liberarsi dei lacci del potere, dovevano mantenere la propria indipendenza, autodeterminarsi. Alfieri, che è un aristocratico vive malissimo il rapporto con la monarchia, egli pensa che l'aristocrazia si fosse dimostrata troppo consenziente verso la monarchia. Alfieri non incita mai alla lotta contro il tiranno, era convinto che l'uomo libero dovesse semplicemente mantenersi alla tirannide, era contrario alla violenza dei moti rivoluzionari: all'inizio appoggiò la Rivoluzione Francese per poi provare orrore verso essa. Secondo lui gli illuministi avevano perso un'occasione per liberare l'Europa da un assolutismo monarchico. Alfieri vedeva la riflessione politica come fatto privato, che non doveva necessariamente portare a una azione diretta nella vita pubblica, mentre Machiavelli e Guicciardini cercavano di parteciparvi. Questo tipo di visione dell'uomo di lettere che non necessariamente partecipa alla vita pubblica e fa sì che la propria riflessione politica diventi azione politica, era maturato già nel corso del Cinquecento e si era accresciuto poi nel corso dei Seicento. Prima delle tragedie Alfieri è ricordato soprattutto per "La vita", considerato il suo capolavoro. Il Settecento aveva assistito a una forte crescita del genere autobiografico, perché si lega a quel concetto di nuova centralità che viene conferita all'individuo. La vita fu pubblicata postuma, ma ebbe un fortissimo successo presso i romantici. Egli concepisce la sua vita come divisa in due parti: da una parte dove si era dedicato solo ai piaceri, e una seconda parte in cui vi è una conversione letteraria. Alfieri è soprattutto autore di testi tragici, numerosissimi: "Il Filippo", "Antigone", "Agamennone" ecc. "La Mirra": spicca tra le ultime tragedie di Alfieri, ideata nel 1884 e versificata nel 1886. Alfieri aveva un sistema molto preciso per scrivere le proprie tragedie: divideva la composizione in 3 fasi: ideare, stendere, verseggiare. Nella prima fase, ideare, tracciava uno schema della tragedia, divideva il soggetto nei diversi atti che poi venivano divisi nelle scene, decideva i personaggi e scriveva un riassunto per ogni scena. La seconda fase, della stesura, in cui scriveva i dialoghi in prosa. La terza fase, del verseggiare, trasformava in versi i dialoghi in prosa. Nella Mirra manca il risvolto politico, tipico di tutte le tragedie alfieriane, abbiamo dialoghi serrati, contrasti ma non abbiamo risvolto politico perché al centro dell'opera vi è l'amore incestuoso di Mirra per suo padre, il re di Cipro. Nel mito classico questa passione era stata suscitata come punizione da Afrodite, e immagina che poi i due si sarebbero congiunti e da quest'unione sarebbe nato Adone. Alfieri non sviluppa questo aspetto narrato nel mito, per l'autore il nucleo del dramma è tutto nel silenzio della giovane tormentata per quest'amore per il padre che non può confessare. Alla fine, Mirra rifiuta le nozze con Pereo e quando viene messa alle strette di fronte al padre ella confessa il suo amore. Di fronte a questa confessione il padre resta disgustato, e si allontana da lei. L'unica soluzione per Mirra è quindi la morte di fronte all'empietà del proprio sentimento. Saul Fu ideato e versificato nel 1882 in pochissimi mesi. È stato lo stesso Alfieri che ci ha raccontato di essersi lasciato coinvolgere da una lettura appassionata della Bibbia e di aver scelto di raccontare un evento della Bibbia. La vicenda di Saul viene attinta dal primo e secondo libro di Samuele, dedicata a Davide. L'anziano re di Israele, Saul, deve combattere contro i filistei. Saul ha cacciato il giovane genero, David che aveva combattuto contro Golia. Saul aveva sviluppato un’ossessione negativa verso David, pensandolo come un antagonista, per questo motivo lo allontana dalla sua corte nel momento in cui gli sarebbe stato più utile. Saul si mette quindi in contrasto con Dio: Saul è il nuovo unto del Signore, Dio aveva indicato lui come nuova guida per il popolo di Israele. Saul lancia il suo esercito senza David ma senza successo, tutti i suoi figli vengono uccisi tra cui anche Gionata che doveva succedergli, alla fine Saul si uccide. Alfieri ha una vera e propria predilezione per questo personaggio, egli era solito anche partecipare come attore nelle rappresentazioni delle sue tragedie e spesso recitava proprio come Saul. È un'opera anomala perché attinge ad un tema biblico, per Alfieri ciò che conta è la coerenza intima dell'opera, tiene conto della poetica aristotelica. Il sovrannaturale può entrare a far parte dell'opera solo se considerato parte integrante della realtà, quindi soltanto in una realtà che concepisce il sovrannaturale come parte di sé stessa, questa opera letteraria può continuare a mantenere il carattere della verisimiglianza. Decide di non trascurare questo tema biblico perché il Saul rappresenta il rapporto conflittuale tra l'uomo e Dio e in questa conflittualità si potevano rispecchiare i conflitti che contraddistinguevano la personalità e l'opera di Alfieri. Saul non si dibatte spesso con Dio, il primo contrasto lo vide con sé stesso, egli è un re condottiero che non può rassegnarsi alla propria decadenza dovuta all'avanzare dell'età. Egli si oppone alla perdita delle sue forze, il contrasto con Dio è secondario perché il primo lo ha con sé stesso. Saul vive un'esistenza castrante, fu il primo re d'Israele, soltanto che ad un certo punto comincia a declinare e questa decadenza diventa sempre più dolorosa perché si accompagna all'osservazione dell'ascesa del genero David. Per questo odia David perché rivede sé stesso da giovane e allo stesso tempo vede che lo sta scavalcando. Saul è il personaggio dei contrasti. Questa conflittualità si rispecchiano anche nello stile di questa tragedia: tutte le tragedie alfieriane hanno una certa unità. Sono divise in 5 atti e seguono una sola narrazione principale, non ci sono spunti diegetici, ma un solo soggetto narrativo. I fatti si svolgono in modo rapido, vi è una notevole concentrazione dell'azione, tutti i 5 atti si svolgono in 24 ore e in un solo campo di battaglia. Di fronte a quest'unità vi è un senso di contrasto e conflitto che è reso a livello stilistico: da un lato Alfieri vuole recuperare la forma classica, dall'altro cerca dei modi linguistici contratti che diano l'impressione di una sintassi frantumata. Alfieri vuole dare l'idea della battaglia che si sta vivendo all'interno del protagonista. Nel I atto non abbiamo il protagonista atto in scena, ma altri personaggi che ci introducono Saul, il quale viene evocato nell'incontro tra David e la moglie Micol e il cognato Gionata. David vorrebbe restare in Israele e combattere accanto al suo popolo contro i filistei ma sa che Saul lo perseguiterebbe perché è istigato dal suo consigliere, visto da David come un personaggio infimo. Gionata racconta a David che Saul è preso da uno spirito malvagio, come se fosse impazzito. David chiede a Gionata quando potranno rivedersi ma ovviamente questa cosa non è fattibile a breve perché bisogna prima placare l'ira del padre. I personaggi creano una sorta di climax riguardo il sopraggiungere di Saul, ci danno l'idea di un tempo incalzante, un crescendo fino all'atto V e alla morte di Saul. Ci offrono degli indicatori temporali (David invoca la notte, Micol indossa una veste che biancheggia nella luce dell'alba), abbiamo la scansione del tempo che sta passando anche grazie ai personaggi. La luce dell'alba che troviamo alla fine di quest'atto si accompagna ad un sentimento d'attesa, di speranza ma anche di tensione perché questa sarà una giornata campale. Tutto questo atto I ci prepara, crea quel terreno sul quale poi si erge la figura imponente di Saul. Atto II: Saul quando arriva in scena sottrae qualsiasi speranza perché ha un vero e proprio impeto tragico. Compare in scena nel II atto con un incipit memorabile, perché Saul getta lo sguardo al paesaggio naturale (sempre molto scarno che accompagna gli stati d'animo dei protagonisti) abbastanza calmo, che potrebbe promettere una liberazione dai tormenti, in realtà però non è così, perché il dolore che affligge Saul persiste nel suo animo e il paesaggio non gli è di nessuna consolazione.
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