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Vittorio Alfieri: spiegazione, Slide di Italiano

Vittorio Alfieri: vita e opere

Tipologia: Slide

2021/2022

Caricato il 07/08/2023

maria-chiara-viola
maria-chiara-viola 🇮🇹

3 documenti

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Scarica Vittorio Alfieri: spiegazione e più Slide in PDF di Italiano solo su Docsity! n VITTORIO ALFIERI 9 LE RAGIONI DELLA SCELTA TRAGICA • Come si è visto tracciando il profilo biografico, nell’assiduo impegno della scrittura tragica Alfieri trova la catarsi della sua oscura inquietudine, individuando lo scopo che può dare un senso alla sua vita, incessantemente protesa verso qualcosa di ignoto e per questo dominata dal senso di vuoto, di noia e di irrequietezza. • Nello scegliere la forma tragica come espressione del suo mondo interiore il poeta è indotto da vari motivi. • Poiché tradizionalmente la tragedia rappresentava figure umane eroiche ed eccezionali, essa appariva il genere più adatto ad esprimere il titanismo alfieriano, la tensione verso una grandezza senza limiti, verso un infinito potenziamento dell’io. • Nel costruire i suoi eroi che sono figure monumentali, dall’eccezionale statura, il poeta dava sfogo alle sue aspirazioni, e proiettavano se medesimo • Per questo devono essere banditi gli elementi superflui, in modo da costituire un dramma unico compatto dall’inizio alla fine; • si devono cioè evitare personaggi secondari, che sono puramente riempitivi, non indispensabili all’economia dell’azione, • e concentrarsi solo su un numero limitatissimo di personaggi principali, quelli tra cui si crea il conflitto tragico. • La rapidità incalzante della struttura si traduce anche nello STILE, che deve essere, seguendo le unità aristoteliche, rapido, conciso ed essenziale. • Le battute devono essere in prevalenza brevi, con il ricorso di parole monosillabiche. • Questa ricerca di estrema concisione porta Alfieri a compiere dei veri e propri prodigi, come quello di concentrare una serie di battute in un unico endecasillabo. • Nell’antigone il tiranno Creonte vuole sapere dall’eroina se accetta di sposare suo figlio Emone o se preferisce la morte: • Creonte: Scegliesti? Antigone: Ho scelto, Creonte: Emon? Antigone: Morte Creonte: L’avrai. • Lo stile tragico per Alfieri deve distinguersi nettamente da quello lirico e da quello epico: questi tendono al canto, • mentre la tragedia esprime conflitti fra individualità, idee e passioni, pertanto non può cantare. • Per questo Alfieri mira ad uno stile che sia diametralmente opposto a quello melodioso della tragedia francese. • Per evitare la cantilena , che per lui è indizio di freddezza, il poeta punta su uno stile aspro, duro e antimusicale. Gli strumenti che impiega a tal fine sono: 1) le continue variazioni di ritmo, per cui mai due versi successivi devono presentarsi con gli stessi accenti; 2) la presenza continua di pause; 3) Enjambement fortemente inarcati, intesi anch’essi a spezzare il ritmo; 4) suoni aspri, con duri scontri consonantici. LA DISCIPLINA CLASSICA • Ora questa violenta carica passionale che rimanda a un ambito culturale e a una sensibilità già romantici, non si esprime però in forme egualmente romantiche, cioè scomposte e irregolari. • Al contrario, Alfieri mira sempre a disciplinare quei contenuti in forme rigorosamente classiche. • Per questo Alfieri rispetta puntualmente le tre unità aristoteliche di tempo, luogo e azione: 1) le sue tragedie si svolgono di norma in un arco temporale che non supera le 24 ore, 2) hanno una scena fissa ed un’azione unitaria, costruita intorno ad un unico nucleo drammatico. TESTO TRAGICO E RAPPRESENTAZIONE • Alfieri non pensava di scrivere testi destinata alla semplice lettura mentale, ma li concepiva come autentici drammatici da recitarsi dinanzi ad un uditorio. • Tuttavia Alfieri non fece di norma recitare le sue tragedie nei teatri pubblici e le destinò solo a rappresentazioni private, tra gruppi di amici aristocratici. • L’Antigone per esempio, come ci dice lo stesso poeta nella vita, fu rappresentata a Roma nel 1782 nel palazzo del duca Grimaldi da un’eletta compagnia di dilettanti signori, tra cui il poeta stessi, che impersonava Creonte. • Analoga rappresentazione organizzò per il Soul negli ultimi anni fiorentini, sostenendo egli stesso la parte del protagonista. • Questa scelta privata nasce da un rifiuto sprezzante del teatro contemporaneo, ritenuto frivolo e volgare, per il rifiuto degli attori dell’epoca, giudicati del tutto incapaci di sostenere le parti dei suoi eroi, ed infine anche del pubblico comune, considerato insensibile e mediocre. • D’altronde egli scriveva tragedie, il genere drammatico più sublime e arduo, anche al fine di escludere il pubblico borghese che affollava i teatri per assistere a commedie serie o giocose, quel pubblico che tanto amava Goldoni, e a cui il commediografo veneziano mirava a piacere; • e questo diverso atteggiamento verso il pubblico da parte dei due autori basta da solo a far comprendere l’abisso che divide le loro due concezioni del teatro, della letteratura e della realtà in generale. • Pertanto disdegnoso del teatro contemporaneo Alfieri si rivolge utopisticamente ad un teatro del futuro, in un Italia rinata e divenuta nazione. • Al teatro tragico egli assegna un’alta funzione civile, quindi nel teatro alfieriano si trasferiscono integralmente le sue concezioni politiche. IL SAUL • È una tragedia composta nel 1782, quindi rientra in quelle opere appartenenti alla seconda fase, quella della maturità dell’attività letteraria di Alfieri, quando l’esasperato individualismo e titanismo alfieriano entrano definitivamente in crisi. • Protagonista della tragedia, come si desume dal titolo, è il vecchio re di Israele, che alla vigilia dello scontro decisivo con i nemici Filistei, sente gravare su di sé tutto il peso della maledizione divina che prende forma negli incubi, nelle angosce e nelle ossessioni che lo tormentano e che lo provano della volontà e della forza e lo conducono a deliri di follia. • Disperato Saul cerca di reagire a questo senso di sconfitta con un estremo gesto di ribellione a Dio, nella speranza di riaffermare la sua volontà titanica, ma capisce subito la vanità del tentativo e va deliberatamente incontro alla morte, vista come unica forma di liberazione dal suo tormento e come unico modo di ristabilire la sua dignità.
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