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Vittorio Alfieri, vita e Mirra, Appunti di Letteratura Italiana

vita di Vittorio Alfieri + opera Mirra con atto I, scena prima

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 24/02/2021

jojo62
jojo62 🇮🇹

5

(6)

13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Vittorio Alfieri, vita e Mirra e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! VITTORIO ALFIERI Nacque ad Asti il 16 gennaio 1749 da una famiglia ricca che gli garantì una buona rendita, dandogli la possibilità di dedicarsi alla letteratura. Studiò presso la Reale Accademia di Torino, ma negli anni a venire ne fu molto insoddisfatto. Terminati gli studi viene nominato alfiere dell’esercito regio ed è assegnato al reggimento provinciale di Asti. Da questo momento comincia una lunga serie di viaggi: Alfieri passa da un paese all’altro, visita prima l’Italia e poi l’Inghilterra, la Francia, la Prussia, l’Olanda, la Scandinavia. Questo continuo vagabondare termina nel 1775, l’anno della “conversione” alla letteratura: rinnegando i dieci anni precedenti di “viaggi e di dissolutezze” l’Alfieri torna a Torino, dove conobbe la marchesa Gabriella Turinetti, con la quale ebbe un rapporto tormentato e doloroso. Questa specie di depressione lo portò maggiormente a dedicarsi alla letteratura. Egli completa una prima tragedia, Antonio e Cleopatra. Il successo della rappresentazione di Antonio e Cleopatra lo sprona a dedicarsi alla carriera di scrittore tragico; negli anni successivi scriverà le sue maggiori tragedie: Antigone, Filippo, Oreste, Saul, Maria Stuarda, Mirra, tra le altre. La tragedia è la forma artistica da lui prescelta perché la più adatta a rappresentare la sua concezione della vita basata sullo scontro tra oppressi ed oppressori, tra uomini eroici e tiranni, i quali non vanno intesi come simboli del potere assolutistico o di qualsiasi altro regime realmente esistente, ma rappresentano invece tutti quei limiti che impediscono la piena realizzazione dell’individualità umana. La libertà, che è il motivo trainante delle tragedie dell’Alfieri, non è una libertà politica, ma una libertà esistenziale. Nel 1777 avviene un incontro fondamentale per la vita dell’Alfieri, conosce infatti Luisa Stolberg, contessa d’Albany. Nasce un rapporto che Alfieri manterrà sino alla morte e che mette fine alle sue irrequietezze amorose. Nel 1786 si stabilisce con la fedele contessa a Parigi, dove assiste alla rivoluzione e la celebra in un’ode alla caduta della Bastiglia, Parigi sbastigliato. Fugge da Parigi nel 1792 e comincia, dopo la venuta dei francesi in Italia nel 1796, un’opera dai toni decisamente antifrancesi, il Misogallo. Tornato a Firenze, dedica gli ultimi anni della sua vita alla composizione delle Satire, di sei commedie, della seconda parte della Vita e di traduzioni dal latino e dal greco. Morì a Firenze nel 1803. MIRRA Mirra è l’ultima tragedia, dopo il Saul, scritta tra il 1784 e 1786 da Vittorio Alfieri. Tratta del sentimento incestuoso che prova la giovane Mirra nei confronti del padre Ciniro, è incentrata sul conflitto interiore della protagonista, tra amore filiale e passione. Infatti Mirra contemporaneamente maledice il fato per averla fatta nascere figlia del padre e anche la madre per gelosia. Tuttavia prova anche uno struggente senso di colpa. Quindi il conflitto interiore che si viene ad instaurare è fra la passione incestuosa e la natura insieme alle convenzioni sociali. Il re di Cipro Ciniro e la regina Cecri promettono la loro unica figlia Mirra in sposa a Pereo,futuro re dell’Epiro. Mirra è stata condannata da Venere ad amare il padre il padre a causa di un oltraggio alla bellezza della dea perpetrato da Cecri. Euriclea nutrice di Mirra completa i personaggi della tragedia. PERSONAGGI: • MIRRA • EURICLEA, LA REGINA SUA MADRE • CINIRO, IL RE E PADRE DI MIRRA • PEREO, PROMESSO SPOSO DI MIRRA SINTESI: MIRRA È SEGRETAMENTE INNAMORATA DEL PADRE, MA DOPO NUMEROSI TENTENNAMENTI ACCETTA DI SPOSARE PEREO. IL GIORNO DELLE NOZZE HAUN RAPTUS DI FOLLIA, IL MATRIMONIO SALTA: PEREO FUGGE (E SI SUICIDERÀ), MIRRA INFINE CONFESSA IL SUO AMORE IMPOSSIBILE E SI UCCIDE DAVANTI AI GENITORI SCONVOLTI. FONTI: DALLA MITOLOGIA GRECA TEMATICHE: • FORTI CONFLITTI INTERIORI DEL PROTAGONISTA, PREDA DI SENTIMENTI INCONTROLLABILI (ISTINTO VS RAZIONALITÀ) • SOLITUDINE E ISOLAMENTO (IL MALE È SOLO INTERIORE) • INCESTO • SUICIDIO COME UNICA ATTO I Scena prima (Cecri, Euriclea) Cecri Vieni, fedele Euriclea, l’alba sorge proprio ora; e il mio consorte non è solito venire così presto. Ora a me puoi raccontare tutto di nostra figlia, tanto misera. Già il tuo volto afflitto e i tuoi sospiri, mal trattenuti, mi annunciano... Euriclea O regina!... Mirra infelice trascina una vita assai peggiore di ogni morte. Non ho il coraggio di descrivere al re il suo stato orribile: un padre comprende male il pianto di una fanciulla; tu , madre, lo puoi capire. Quindi vengo da te. Ti prego di volermi ascoltare. Cecri E’ vero, anch’io da tanto tempo vedo languire il fiore della sua rara bellezza: una profonda malinconia mortale, muta e ostinata, appanna in lei quel suo sguardo vivo e, almeno piangesse!... Invece mi sta davanti taciturna , con gli occhi gonfi di lacrime e le ciglia sempre asciutte. Invano l’abbraccio e le chiedo e richiedo sempre che mi riveli il motivo del suo dolore: lo nega, mentre io la vedo struggersi dal dolore, di giorno in giorno. Euriclea A voi è figlia per il sangue, a me per l’amore; sai bene che io l’ho educata e vivo soltanto per lei. Sono ormai più di ventidue anni che io la stringo ogni giorno fra le mie braccia, al mio seno... Com’è possibile che a me, a cui soleva affidare, fin da bambina, tutti i suoi pensieri, anche a me, ora, si mostri chiusa? E se io le parlo del suo dolore, lo nega, insiste e si adira contro me... Ma spesso, davanti a me, suo malgrado, prorompe in pianto. Cecri Io prima credevo che tanta tristezza, in quel cuore giovane, fosse figlia del dubbio, in cui lei stava per l’approssimarsi della scelta di uno sposo. I principi più potenti e valorosi, dell’Asia e della Grecia, sono accorsi tutti in Cipro per gareggiare, attratti dalla sua bellezza: e per noi era pienamente padrona di Mirra fare la sua scelta. Tante attenzioni di persone ignote e così diverse dovevano recare, in una giovinetta, un turbamento non lieve. Lei lodava il valore in uno, la gentilezza in un altro; l’uno aveva il regno più grande, l’altro eccelleva nella regalità e nella bellezza e quello che piaceva più ai suoi occhi , temeva forse che piacesse meno al padre. Io, come donna e madre, so quale battaglia ha dovuto combattere il cuore tenero e nuovo di una fanciulla timida, per risolvere un tale dubbio. Ma, dopo che Pereo, l’erede di Epiro, al quale nessuno ormai era pari per nobiltà, potere, valore, giovinezza, bellezza e giudizio, ha tolta ogni contesa; ora che la scelta di Mirra è piaciuta a noi così tanto , quando lei doveva compiacersene lieta, vediamo sorgere in lei una tempesta più forte e ogni giorno la travaglia un’angoscia sempre più mortale? ... A vederla, mi sento lacerare il cuore, pezzo a pezzo. Euriclea Non avesse mai scelto! Da quel giorno il suo male è cresciuto sempre più e questa notte, l’ultima, prima delle sue nozze, (o cielo!) ho temuto che fosse l’ultima della sua vita. Io stavo in silenzio immobile nel mio letto, che non è molto lontano dal suo e lei , sempre presa dai suoi pensieri, fingeva di dormire: ma sono mesi e mesi che la vedo in queste sofferenze, perché dal mio vecchio corpo è fuggito ogni riposo. Io, zitta, invocavo dentro me, per questa figlia, l’aiuto del sonno benigno, che non distende più le sue placide ali su di lei, da molte e molte notti .. I suoi sospiri dapprima erano pochi, rotti e quasi soffocati: poi (lei non mi sentiva) sono cresciuti in una piena così forte che alla fine si sono mutati, senza che lo volesse, in un pianto a dirotto, con singhiozzi e anche alte grida. Fra le lacrime, usciva dalle sue labbra una parola sola : "Morte... morte;" e la ripeteva spesso con parole spezzate. Io balzo in piedi e corro da lei con l’affanno: lei, appena mi vede, interrompe nel mezzo ogni sospiro, ogni parola, il pianto e, ricomposta la sua fierezza regale, quasi adirata con me, con voce ferma mi dice: "Che vieni a fare? Ora
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