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Vittorio Alfieri: vita e opere, Slide di Italiano

La vita e le opere di Vittorio Alfieri, poeta e drammaturgo italiano del XVIII secolo. Alfieri è noto per la sua concezione eroica ed individualista della libertà, che lo porta ad apparire antisociale. la sua formazione, i suoi viaggi in Europa, la sua attività letteraria e i suoi trattati politici, tra cui 'Della tirannide' e 'Del principe e delle lettere'. Alfieri sostiene che la libertà nasce dall'amore per essa e non da contratti sociali. Il documento potrebbe essere utile come appunti o riassunto per uno studente di letteratura italiana o di storia della filosofia politica.

Tipologia: Slide

2023/2024

In vendita dal 12/10/2023

Mara_Neo
Mara_Neo 🇮🇹

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Scarica Vittorio Alfieri: vita e opere e più Slide in PDF di Italiano solo su Docsity! z Vittorio Alfieri z Uom, di sensi, e di cor, libero nato fa di sé tosto indubitabil mostra. Or co' i vizj e i Tiranni ardito ei giostra ignudo il volto, e tutto il resto armato: Or, pregno in suo tacer d'alto dettato sdegnosamente impavido s'inchiostra; L'altrui viltà la di lui guancia innostra; Né visto è mai dei dominanti a lato. Cede ei talor, ma ai tempi rei non serve; aborrito e temuto da chi regna, non men che dalle schiave alme proterve. Conscio a sé di se stesso, uom tal non degna l'ira esalar che pur in cor gli ferve; ma il suo sol aspetto a non servire insegna. L'uomo che per natura nutre sentimenti ("di sensi, e di cor") di libertà, non evita necessariamente di mostrare il suo modo di essere. Combatte fiero i vizi e la tirannia e, senza coprirsi il volto è pronto a subirne i colpi: pieno di nobili silenziosi pensieri, si ritira senza paura in solitudine. La codardia dei servi sottomessi al tiranno lo indigna, e mai presta i suoi servizi ai potenti. Talvolta può assumere una condotta moderata, ma mai a tal punto da diventare servitore del regime. La sua figura è detestata e temuta da chi sta al potere e non meno da coloro che, superbi, sono servilmente schierati con la tirannia. Consapevole del proprio valore e quindi sereno nella sua coscienza, non manifesta esteriormente l'ira che gli ribolle nell'animo, ma basta il suo aspetto a dare un esempio e a insegnare agli uomini a non essere servi. z La vita ▪ Nasce ad Asti nel 1749 da una famiglia nobile. La sua prima parte di vita si basa sugli studi che intraprende prima con un precettore e poi nell’Accademia di Torino. ▪ Il suo atteggiamento di repulsione e ribellione, nonché una prematura riflessione di temi come la morte, la solitudine e la malinconia lo portano nel 1763, dopo la morte del tutore e l’incasso dell’ereditarietà dei genitori, Alfieri si concede negli ultimi anni dell’Accademia la soddisfazione di tutti i suoi vizi: ozio totale e dissipazione. ▪ Sta di fatto che anche questa sua vita dissoluta ad un certo punto diventa insopportabile per un uomo non dedito ad accontentarsi: ciò lo spinge ad intraprendere a soli 17 anni una serie di viaggi in Italia e in Europa. ▪ Visita le più importanti capitali europee come un vagabondo senza meta, tale era la sua voglia di libertà e la sua sete di scoperta. z ▪ Ma la sua personalità non gli concede pace, i suoi sentimenti riversano sempre sulla sazietà, la noia e il dolore accentuati anche dalle sue prime relazioni amorose ovviamente tutte destinate a finire. ▪ Nel 1768 torna a dedicarsi ai PROFONDI STUDI del mondo classico sviluppando un certo interesse verso Plutarco. ▪ Ricominciano i viaggi nelle capitali europee come Vienna dove entra in contatto con Pietro Metastasio e dove inizia a nutrire sentimenti di rivolta verso l’ideologia illuminista. Oggetto della sua rabbia erano le monarchie illuministe, dalla quale esperienza diretta, ricava la sua ideologia politica contro la tirannide. ▪ Soltanto nel 1771 si avvicina alla poesia e comincia a comporre versi nei quali sottolinea la dicotomia tra schiavi e tiranni. z ▪ Nel 1772 rimpatria e, dopo un periodo di assoluta degradazione in termini di «giovin signore», una depressione dovuta all’incapacità di accontentarsi e una storia d’amore a tratti ossessiva, comincia una breve attività letteraria in lingua francese all’interno di un piccolo cenacolo di amici ▪ Il 1775 è l’anno della «conversione» letteraria, termine che utilizza egli stesso per richiamare le sacre scritture: riscopre la funzione salvifica della poesia paragonando la sua storia d’amore con quella della tragedia che aveva cominciato anni prima intitolata Antonio e Cleopatra. Questa specie di epifania gli permette di capire che la poesia poteva salvarlo dalla sua condizione psicologica. ▪ Riscopre la letteratura classica poiché si rende conto di avere delle mancanze dal punto di vista dello studio di esse e addirittura si racconta che si legasse alla sedia per sforzarsi a studiare il latino ed il greco. ▪ Scrive 20 tragedie, il trattato Della tirannide, Del principe e delle lettere, le Rime (fonte importante per intendere la sua personalità). ▪ Si trasferisce in Alsazia e qui viene deluso dalla Rivoluzione francese, motivo per il quale scrive il Misogallo. (il periodo francese è stato importante perché gli permise di smascherare i proventi della rivoluzione) ▪ Nell’ultima parte della sua vita si dedica alle Satire e nel 1803 muore a Firenze all’improvviso con una profonda consapevolezza del suo vissuto. z ▪ Anche la libertà di conseguenza è astratta ed è legata alla sua persona piuttosto che ad un progetto o discorso politico capace di influenzare le sorti di quel tempo. La sua concezione eroica ed individualista di se stesso, lo porta ad apparire antisociale quasi come una sorta di superuomo ottocentesco. ▪ Secondo Alfieri, la libertà nasce dall’amore per essa e non da contratti sociali. ▪ Titanismo e senso di impotenza. z Trattati: Della tirannide, Del principe e delle lettere, Panegirico di Traiano Della Tirannide 1777 rivisto nel 1785 - 89 . Il tiranno detiene il potere assoluto (esecutivo + legislativo), in quanto si può parlare di democrazia solo di fronte a una divisione tra i due poteri. Anche la monarchia è, di fatto, una tirannia. In presenza di tirannia non ci può essere onore: il potere si basa sulla paura reciproca tra tiranno e sudditi. Le religioni monoteiste modellano l’immagine di Dio su quella del tiranno. L’uomo, di fronte alla tirannia, può o combatterla o optare per il suicidio. Responsabili della tirannia sono Nobiltà, esercito e clero. Del principe e delle lettere 1785-1786. solo alcuni uomini sono animati dal desiderio di superare ogni limite. Sono le circostanze storiche a indirizzare tale impulso verso il bene o verso il male. Obiettivo dello scrittore, oltre al diletto, deve essere l’utilità per il pubblico, guidato allo sviluppo di una coscienza morale e alla consapevolezza dei propri diritti. I principi contrastano questa funzione degli scrittori, legandoli a sé; per contro, pochi scrittori resistono ai vantaggi di tale rapporto: a differenza dei liberi, diventano cortigiani (stile elegante, ma succubi del potere). Panegirico di Traiano 1785 l’autore finge di aver ritrovato una versione inedita del discorso di Plinio il Giovane pronunciato quando Traiano assunse il consolato. L’oratore propone al principe di restaurare la repubblica: un sovrano illuminato negherebbe se stesso e diventerebbe un semplice cittadino. z Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso ▪ L’opera subisce varie edizioni e censure dovute alla fervente politica antifrancese. L’edizione fedele al testo ultimo dell’autore è quella del 1853, le Monnier edita. ▪ L’opera è suddivisa in quattro parti che corrispondono ai periodi di vita dell’autore: Puerizia, Adolescenza, Giovinezza, Virilità (in due parti: la prima riguarda l’amore per la contessa Albany e l’attività teatrale e letteraria fino al 1790, la seconda si riferisce alle vicende accadute fino al 1803 con una breve considerazione sulla condizione della vecchiaia). ▪ Obiettivo: riportare la vicenda della conversione letteraria ed una serie di aneddoti personali con uno stile elaborato, sperimentale e ricco di ironia. ▪ Lo stile e medio, ma incalzante e ben studiato z ▪ Il genere tragico si addice molto alla figura di questo autore per il semplice fatto che, la sua personalità delusa dagli eventi storici che lo circondano ed il suo continuo fallimento nel placare le proprie passioni, si fondono con l’idea principale del genere tragico: l’abbandono alle sorti del destino. Gli eroi tragici dei suoi testi sono personaggi che incarnano i conflitti di carattere morale, sociale, politico e psicologico che si basano sulla contrapposizione tra tirannia e libertà. z ▪ Le tragedie hanno tutte lo stesso punto in comune: non c’è rimedio al fato, ciò che deve accadere accadrà, inevitabilmente e in quel modo. ▪ I personaggi sono a volte inventati a volte storici, calati in ambientazioni diverse, ma le storie seguono i classici temi delle tragedie. ▪ La delusione dell’incapacità di combattere la tirannia con la libertà si riversa nell’inevitabile fato della maggior parte dei protagonisti: il SUICIDIO e la SCONFITTA. z LA PRIMA PRODUZIONE TRAGICA (1775 - 1777) tema: personaggi dalla grandezza sovraumana ostacolati da un ambiente ostile . - Filippo: amore di Carlo di Spagna per Isabella, compare la figura del tiranno oppressore ambientazione mitica • temi: - individualismo sfrenato - pessimismo - debolezza umana di fronte al male • Polinice: i due fratelli rivali si annientano a vicenda • Antigone: l’eroina si dà la morte per opporsi al tiranno Creonte • Agamennone: Clitemnestra uccide il marito • Oreste: il protagonista vendica la morte del padre Agamennone assassinando la madre Clitemnestra - prospettiva di speranza Virginia: Icilio si scontra con il tiranno Appio Claudio per difendere l’amata Virginia, e muore per lei; la tirannia sembra comunque passibile di rovesciamento PPOSIZIONE AL MODELLO FRANCESE L’intreccio deve essere semplice, concentrato sull’azione e sul tema portante. Di conseguenza, quasi tutti i personaggi secondari vengono eliminati. Gli avvenimenti non vengono raccontati, ma agiti o presentati nelle loro conseguenze. EFFETTO DRAMMATICO OTTENUTO CON LINGUA E STILE Quando la tensione è forte, le battute sono brevi, i versi sono spezzati tra i personaggi. Vengono privilegiate le forme dirette, il lessico concreto. Il ritmo è dissonante, con l’uso prevalente dell’endecasillabo sciolto. No amplificazioni e metafore. STILE TRATTO DA FONTI AUTOREVOLI Le fonti dello stile tragico di Alfieri sono i classici italiani (Dante, Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, Ariosto, Tasso) e la letteratura latina (Ovidio, Lucano, Virgilio, ma soprattutto Seneca). DRAMMATIZZAZIONE PROGRESSIVA, FINO ALL’EPILOGO FINALE Il primo atto, in genere, prepara l’ingresso del protagonista. Successivamente le azioni si incalzano a ritmo sempre più sostenuto. Nel finale, viene mostrato il corpo dell’eroe o dell’eroina uccisi. Stile delle tragedie z Saul ▪ L’opera trae spunto dal famoso personaggio biblico ed è considerata un capolavoro della produzione letteraria dell’autore. ▪ Endecasillabi sciolti ▪ Saul non è una semplice tragedia, è l’emblema del pensiero del poeta tanto che egli stesso nella Vita lo definisce uno dei suoi personaggi più riusciti e simili alla sua personalità: in Saul è racchiusa tutta l’angoscia della condizione umana. ▪ Vi è il contrasto tra libertà e tirannia portato all’esasperazione, in quanto il protagonista è egli stesso un tiranno schiavo della sua tirannide e di quella di Dio. z ▪ Il re Saul, tra i più nobili del suo rango, valoroso guerriero impegnato nella guerra contro i Filistei, perde il senno e si abbandona alla più esasperata follia quando inizia a temere l’usurpazione del suo regno da parte di David. ▪ Questo lo distoglie dal suo vero dovere: difendere il regno e vincere in battaglia, tant’è che quando in guerra muoiono i suoi cari figli, decide, preso dal rimorso, dalla pazzia e dal dolore di suicidarsi. ▪ Alfieri anticipa i temi che Foscolo, Manzoni, Leopardi toccheranno successivamente. ▪ Il tema del suicidio è in stretta correlazione con l’immaginario tragico ed in questo caso si sposa con la convinzione dell’autore che NON C’È RIMEDIO AL SENTIMENTO DELL’IRA E ALL’ OPPRESSIONE DELLA TIRANNIDE CHE RENDE GLI UOMINI SCHIAVI DI ESSA E DI SE STESSI. ▪ Con l’introduzione della figura divina, intesa come suprema tirannia, Alfieri vuole sottolineare che in un modo nell’altro c’è sempre qualcosa che rende l’uomo schiavo, anche se nel mondo terreno ci si trova dalla parte dei carnefici. ▪ Saul rappresenta il titano, l’eroe (romantico) che, essendo in una posizione privilegiata, viene divorato dalla sua mente. I suoi sentimenti sono continuamente contraddittori e ambivalenti, tipici di personaggi come Macbeth o Otello, in preda a deliri interiori che sfiorano la follia. ▪ D’altra parte, David rappresenta l’emblema dell’uomo giusto perseguitato dalla tirannide di Saul.
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