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Wendy Griswold - sociologia della cultura, Prove d'esame di Sociologia Dei Processi Culturali

Riassunto dettagliato del libro di Griswold per l'esame di sociologia dei processi culturali

Tipologia: Prove d'esame

2018/2019
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Caricato il 24/03/2019

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Scarica Wendy Griswold - sociologia della cultura e più Prove d'esame in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! WENDY GRISWOLD – SOCIOLOGIA DELLA CULTURA cap 1 la cultura e il diamante culturale CULTURA: parola che le persone usano sempre, ma hanno difficoltà a definire • Governo francese vs musulmani (velo delle donne) • Etichetta “divoratore di cultura” • Un’americana a Tokyo (biglietto da visita) • “Non penso proprio che leggere i fumetti sia un’attività molto più culturale del guardare la televisione” • Anderson (incontri bianchi con il cane e neri) Incomprensione culturale e ignoranza possono portare ad esiti indesiderabili (ex indù vs musulmani) Esistono due modi di guardare la cultura: UMANISTICO E ANTROPOLOGICO. Peterson: quando i sociologi parlano di cultura si riferiscono a norme, valori, credenze e simboli dunque la cultura indica un’ampia gamma di idee e oggetti. La cultura designa l’aspetto espressivo dell’esistenza umana, mentre la società indica l’aspetto relazionale: lo stesso oggetto può essere analizzato in quanto sociale o in quanto culturale. La cultura è spesso riferita alle belle arti e allo spettacolo, alla letteratura dunque viene definita “cultura alta” in contrapposizione con quella popolare, folk o di massa. Nel XIX secolo molti intellettuali europei affermarono l’esistenza di un’opposizione tra cultura e società o meglio civiltà. Mentre la civiltà indica i processi tecnologici della Rivoluzione Industriale, la cultura protesta contro il pensiero illuminista, contro l’idea che progresso coincida con benessere e contro ciò che Marx definiva “rapporto monetario” del capitalismo in cui ogni persona e ogni cosa sembravano essere valutati su basi economiche. In questa dicotomia notiamo gli affetti alienanti e disumanizzati della civiltà umana contrapposti alle capacità benefiche e salvifiche della cultura. Arnold teoria universale del valore culturale: egli critica l’Inghilterra vittoriana per il suo stupido materialismo (industrializzazione) in quanto temeva che il risultato potesse essere un idiota filisteismo da classe media o un’anarchia sociale prodotta da lavoratori sovversivi. La via di salvezza era la cultura “lo studio della perfezione” che restituiva alla civiltà luce e dolcezza. Egli ricavò queste idee dalla parabola di Swift sui ragni e le api, la bellezza e la saggezza derivavano: a. dalla consapevolezza e dalla sensibilità nei confronti di ciò che di “meglio è stato pensato e conosciuto” nell’arte, nella letteratura, nella storia b. da “una ragione giusta” dunque un’intelligenza aperta e flessibile Arnold afferma che la cultura ha un potenziale educativo in quanto connette le persone con la conoscenza, il comportamento e la bellezza. La cultura non è un fine in se stesso, ma un mezzo per un fine in quanto cura malattie sociali causate dal materialismo sfrenato o dal filisteismo autocompiacente insegnando alla gente come vivere agente umanizzante che modera la conseguenza distruttive della modernità. Weber quali significati può dare la scienza alle nostre vite? nessuno. Gli esseri umani devono rivolgersi ai profeti e ai filosofi, alla religione e alle idee dunque alla cultura. DISCIPLINE UMANISTICHE: 1. alcune culture sono meglio di altre, ha a che fare con la perfezione (radice etimologica coltivazione) 2. la cultura si oppone alle norme dell’ordine sociale – armonia cultura/società è possibile, ma raramente viene conseguita 3. la cultura è fragile, persa, indebolita dunque deve esse preservata in archivi, biblioteche, musei 4. aura di sacralità e ineffabilità tuttavia non ha senso se considerata solo nelle sue dimensioni economiche, politiche o sociali (esempio saccheggio nei musei d’arte o scavi archeologici Iraq) Herder contro il compiacimento etnocentrico della cultura: si doveva parlare di cultura in quanto ogni nazione ha la propria. Berger la cultura è una totalità dei prodotti dell’uomo sia materiali che immateriali. Wuthnow e Witten cultura esplicita: la cultura è una costruzione sociale tangibile dunque un bene o una merce esplicitamente prodotta / cultura implicita: caratteristica implicita della vita sociale, prefigurazione o base per le relazioni sociali. FUNZIONALISMO istituzione sociale svolge alcune specifiche funzioni necessarie al benessere della collettività, c’è una congruenza tra cultura e società perché ogni incongruenza sarebbe disfunzionale. Merton: la cultura americana attribuisce un valore elevato al successo economico – anche i marxisti ma la direzione dell’influenza è dalla struttura sociale alla cultura. Berger: gli esseri umani proiettano la loro esperienza sul mondo esterno (ESTERNALIZZAZIONE) poi vivono queste proiezioni come fossero indipendenti (OGGETTIVAZIONE) e infine incorporano queste proiezioni nella loro coscienza psichica (INTERIORIZZAZIONE) – ex : credenze religiose. DIMENSIONE ANTROPOLOGICA: 1. evita valutazioni ed opta per il relativismo, la valutazione può farsi solo nei termini dell’impatto che la cultura ha sull’ordine sociale 2. stretto legame cultura e società 3. enfatizza persistenza, durata della cultura e non la sua fragilità 4. può essere studiata empiricamente come ogni altra cosa, non viene considerata sacra o diversa (esempio saccheggio non si concentra su ciò che è stato distrutto, ma sulle pratiche delle persone) La cultura di una comunità influenza la sua struttura sociale e viceversa. OGGETTO CULTURALE significato condiviso incorporato in una forma: espressione significativa che è udibile, visibile, tangibile, può essere articolata. Può raccontare una storia che può essere cantata, recitata, scolpita, pubblicata (si dice salute! quando si starnutisce, un sonetto di Shakespeare, si pensa che la donna sia più sensibile dell’uomo). Se pensiamo alla trapunta come ad un prodotto nell’inventario di un magazzino o a qualcosa con cui scaldarsi e non al suo significato, non è un oggetto culturale, ma quando viene considerato nei termini della sua storia lo diventa – il pane può risultare scontato, ma in realtà può anche avere un significato. La generazione americana del baby-boom del secondo dopoguerra è cresciuta nutrendosi del pane bianco chiamato Wonder Bread pieno di vitamine dunque esprimeva la concezione infantile del benessere. Più tardi quella stessa generazione rifiutò il pane bianco come molti altri aspetti della cultura americana convenzionale (mangiare pane integrale per una presa di posizione politica che esprimeva ripudio del capitalismo). Inoltre non è universale, gli esseri umani mangiano diverse specie di grano a seconda del luogo. DIAMANTE CULTURALE Gli oggetti culturali sono prodotti da esseri umani e solo quando diventano pubblici, passando nel circuito del discorso umano, essi entrano a far parte della cultura e diventano oggetti culturali (ex poeta che legge da solo). I ricevitori culturali non sono passivi, ma sono produttori di significato. Sia gli oggetti culturali sia la gente che li crea e li riceve non operano nel vuoto, ma sono ancorati ad un determinato contesto ovvero il mondo sociale. Ci sono dunque quattro elementi: i creatori, gli oggetti culturali, i ricevitori ed il mondo sociale – messi in una struttura a forma di diamante, si traccia una linea che connette ciascun elemento ad ogni altro con quattro punti e sei legami o connessioni. E’ uno strumento euristico inteso a favorire una più piena comprensione della relazione di qualsiasi oggetto culturale col mondo sociale, non dice quale debba essere la relazione, ma solo che esiste una relazione. Carey: la comunicazione va concepita non tanto come la trasmissione di un messaggio da un punto A ad un punto B, ma come un rituale, una cerimonia. godevano di essi, autocompiacimento segno di dannazione – gli interessi dominano l’agire umano. Perché determinati fattori (debolezza del governo, scontento popolare) portano alla rivoluzione nell’Occidente, ma non in Oriente? La tradizione occidentale è di tipo lineare ed escatologico, storia ha una direzione e le trasformazioni totali possono far andare le cose meglio vs religioni orientali concepiscono la storia in forma ciclica e non incanalava insofferenze politiche ed economiche verso l’azione rivoluzionaria, ma incoraggiava un ritorno a forme precedenti di autorità. La modernità ha prodotto forti reazioni culturali in due direzioni: 1. POST – MODERNISMO : società dominata dalle immagini dei media in cui la gente è collegata con altri luoghi e altri periodi attraverso canali di informazioni sempre più numerosi. Le ere precedenti sembravano avere sempre una storia (una narrazione) che le posizionava e le definiva vs postmodernismo caratterizzato da un crescente cinismo basato sulla sensazione che la vita è priva di senso e la cultura è solo un gioco di immagini 2. FONDAMENTALISMO : veemente rifiuto della modernità – cambiamenti sociali violano i loro valori sacri. A volte si ritirano dal mondo cercando di vivere secondo i loro ideali, altre volte lo attaccano cap 3 la cultura come creazione sociale Durkheim cercò di capire come funzionavano le società moderne: a. Solidarietà meccanica: la gente era integrata perché aveva vite simili – nei tempi antichi ogni membro di una società svolgeva lo stesso tipo di lavoro, seguiva lo stesso tipo di religione, pensava e credeva allo stesso modo degli altri (coscienza collettiva) b. Solidarietà organica: società cresce e gli individui iniziano a specializzarsi, bisogno delle persone di fare scambi (contadino scambia i suoi prodotti con l’insegnante, che a sua volta, educa i suoi figli) Egli decise di analizzare le società primitive: il totemismo degli aborigeni australiani e di certi gruppi di indiani d’America. Gli esseri umani sono duplici in quanto abbiamo una componente biologica individuale e una componente sociale – le nostre categorie di pensiero, compreso il nostro senso religioso derivano da questa seconda componente sociale. La cosa che hanno in comune tutte le religioni è quella di dividere il mondo in sacro e profano. Analizziamo i totem, forme elementari della religione su cui si basa la struttura sociale dei popoli che impongono una struttura sacro/profano all’intero universo. Il totem simboleggia dio e lo stesso clan dunque il dio del clan è lo stesso clan dunque la società fa sorgere il senso del divino negli esseri umani. Aborigeni hanno esperienza della loro vita come fosse organizzata in due fasi: i tempi in cui se ne vanno in gruppi sparsi e quelli in cui si riuniscono in una cerimonia chiamata corroboree. Nella prima fase le cose sono monotone, mentre nella seconda la gente sta insieme per cantare, danzare, l’energia aumenta e gli aborigeni credono di partecipare a due mondi separati ovvero quello PROFANO (monotono) e quello SACRO (energico). La forza religiosa quindi non deriva tanto da un totem o da un dio, ma dall’esperienza del sociale. Interazionismo simbolico è interessato al modo in cui l’individuo costruisce attivamente le proprie norme e i propri ruoli. Cooley specchio del sé: a. Il sé immagina la reazione di un altro alla sua apparenza b. Immagina il giudizio alla sua azione c. Ha una reazione emotiva (mi scontro con qualcuno, mi guarda male, mi scuso e mi sento a disagio) Mead ha notato che il bambino in fase di sviluppo dapprima impara ad assumere il ruolo di un’altra persona: a. Play – gioca ad essere un insegnante o gioca con un amico immaginario b. Game – impara ad assumere e a tenere in conto una varietà di altri ruoli c. Generalised – dal gioco libero a quello con le regole, tenere in conto la risposta dell’altro perché l’interazione cresce Il sé è molto disponibile ad essere influenzato, l’interazione umana crea cultura e quando vengono creati gli oggetti culturali vengono riprodotti e trasmessi attraverso la loro ripetuta espressione e attraverso la socializzazione dei nuovi membri del gruppo. (Becker – fumiamo marijuana con i neofiti). L’identità o il senso del sé viene prodotta dalle interazioni con gli altri e richiede la conferma degli altri – Goffman quando interagisce il sé è un attore che recita un ruolo davanti a un pubblico. Se la performance ha successo il sé vede confermata una certa identità sia nei confronti dei partner dell’interazione sia verso se stesso. Snow e Anderson: vagabondi Texas City – sottolineano la loro diversità dichiarandosi orgogliosi della propria libertà e capaci di sopravvivere. Abili manipolatori, elaborano fantasie sul passato e sul futuro, costruiscono specifiche identità per recitare la loro performance. SUBCULTURE Mead afferma che gli uomini possono far parte di gruppi sociali astratti (debitori) e classi sociali o sottogruppi concreti (partiti politici, aziende) se queste relazioni reciproche sono abbastanza forti da resistere il gruppo diventa una subcultura: particolare insieme di credenze (Fine – squadre della Little League di baseball) sviluppavano un elaborato codice linguistico e simbolico noto solo ai loro membri. L’IDIOCULTURA è la cultura del subgruppo ricca di implicazioni, vivacizzata da simboli ed espressioni noti solo ai membri del gruppo: costruita rapidamente e dura un periodo relativamente breve di tempo – disperato desiderio di star bene con il proprio gruppo unito ad un senso di disprezzo per gli estranei. Affinché un simbolo o un’espressione entrino a far parte dell’idiocultura devono basarsi su informazioni note, devono essere funzionali e facilmente appropriati da poter essere ripetuti. Le subculture possono riprodurre la cultura dominante oppure sfidarla – Weber passano dall’ascetismo ultramondano all’impegno riformista o rivoluzionario di quello intramondano (Cina rivolta dei Boxers 1900). Ogburn: quando la cultura materiale cambia, quella non materiale, che comprende pratiche, costumi, istituzioni deve cambiare come risposta (cultura adattiva). Ci vuole sempre un po’ perché questo adattamento si realizzi compiutamente e questo scarto è il RITARDO CULTURALE (sigarette dopo guerra). Ci sono periodi in cui la creatività culturale esplode ed avanzano nuove idee. Gli artisti rifiutano le convenzioni ed i comportamenti cambiano – periodi di instabilità (Swidler). Si crea un vuoto morale e ci sono dunque nuovi significati con cui orientarsi nella vita. L’incapacità di trovare questi significati porta all’esperienza dell’anomia, del disorientamento. Becker distingue quattro tipi di artisti: 1. Professionisti integrati – riproducono le convenzioni del loro particolare mondo artistico 2. Individualisti ribelli – sfidano apertamente le convenzioni del mondo artistico, ma la loro non convenzionalità può essere riconosciuta solo da quanto conoscono innanzitutto le convenzioni 3. Artisti folk – seguono le convenzioni della loro arte 4. Artisti naif – innovatori indifferenti alle convenzioni, ma proprio la loro carenza di connessioni sociali rende il lavoro di questi artisti praticamente sconosciuto I creatori di cultura possono anche produrre qualcosa di nuovo, ma non tutte queste innovazioni si consolideranno (Riforma protestante si afferma in base alla potenza della monarchia rispetto all’aristocrazia – monarchia forte come Inghilterra adottarono la Riforma, mentre altri con una monarchia dipendente dall’aristocrazia terriera come la Francia no). cap 4 produzione, distribuzione e ricezione della cultura Grayburn inclinazione degli eschimesi per la scultura e l’intaglio – Houston notò che avrebbero potuto destare grande interesse nei consumatori delle città del Sud (sistema di produzione per il mercato). Infatti le statuette, nonostante le prime difficoltà, divennero popolari e trovarono il loro mercato così che venne creato un sistema di produzione e distribuzione. Gli oggetti culturali divengono prodotti distribuiti e commercializzati, arrivano ad altre persone che li consumano e ne fanno esperienza – destinatari di un oggetto culturale si rapportano ad esso non come una tabula rasa, ma come persone condizionate dalle proprie esperienze culturali e sociali. Hirsch modello chiamato sistema dell’industria culturale – insieme di organizzazioni che producono articoli culturali di massa, ma tuttavia c’è l’incertezza della domanda ovvero nessuno sa in anticipo quale sarà il mercato di un nuovo film e alla luce di questo l’industria culturale opera per regolare e confezionare l’innovazione – trasformare la creatività in prodotti commerciabili. CREATORI trasformati nel sottosistema tecnico che fornisce input al resto del sistema, questo input deve superare il confine posto al filtro 1 (eccedenza nel sottosistema tecnico che contiene più aspiranti artisti di quanti il sistema complessivo richieda) al confine dell’area di input, gli artisti creativi utilizzano GESTORI DI CONFINE come agenti per portare la loro opera all’attenzione delle organizzazioni produttive, oppure operano come agenti di se stessi. Il SOTTOSISTEMA MANAGERIALE consiste di organizzazioni che producono effettivamente il prodotto (sovrapproduzione di oggetti che falliranno nel mercato) nella posizione di output l’organizzazione produttiva vuole raggiungere i mass media SOTTOSISTEMA ISTITUZIONALE (presentatori, recensori). Il consumatore finale – il pubblico – viene tipicamente a conoscenza di nuovi prodotti attraverso i media (strategie collane di romanzi rosa o usando frasi come “nuovo film” o “ultimo disco”). I feedback sono 2 ovvero quello proveniente dai media (recensioni) quello che giunge dai consumatori (vendite). I creatori producono una quantità in eccesso di tutti gli oggetti culturali che competono per l’attenzione del pubblico nello stesso modo – programmatori dei network televisivi sviluppano idee per serie di prima serata, quando li presentano non è detto che saranno scelti dunque rimane solo un’idea. Una volta che un’idea è state espressa a parole o con simboli è un oggetto culturale. Wuthnow quando il vecchio modo di fare le cose e di intendere le relazioni sociali non sembrano più funzionare, le persone vanno alla ricerca di nuove idee – competizione per le risorse come “selezione” (metafora darwiniana) alcuni movimenti ideologici sopravvivono mentre la maggior parte di essi muore; non tutte le idee promettenti ottengono il premio finale dell’istituzionalizzazione. Il successo finale di un oggetto culturale dipende dai suoi spettatori, dal suo pubblico, dai suoi consumatori. Zerubavel mente sociale – elabora gli stimoli in arrivo, non dobbiamo concepire la mente solo come un cervello o solo come una mente individuale formata dall’esperienza personale, ma come una prospettiva di gruppo. Le nostre menti sociali poggiano l’attenzione su ciò che ci emoziona, sui significati che traiamo dai segnali dell’ambiente (un musulmano non vede le cose come un cristiano). Gans pubblico o ricevitori di qualunque oggetto culturale CULTURA DI GUSTO (classe alta e media) classe operaia non considerata in quanto non sa passare da un codice a un altro perché ha avuto poca esperienza di interazione con le altre culture. Bordieu la cultura è una forma di capitale – come il capitale economico anche quello culturale può essere accumulato ed investito. Egli ha tracciato una mappa del sistema di rapporti tra il capitale economico e quello culturale; a volte c’è corrispondenza, come nel caso di gente ricca capace di comprare e sponsorizzare opere d’arte, ma altre volte le due forme di capitale sono in conflitto. I gruppi sociali tendono a inflazionare il valore di ciò che essi già possiedono e a cercare di impedire ad altri di possederne. Jauss teoria estetica della ricezione culturale – un lettore prende un libro, non si relaziona ad esso come fosse un recipiente vuoto che attende di essere riempito dal suo contenuto, egli colloca il libro entro un orizzonte di aspettative plasmato dalla sua precedente esperienza letteraria, culturale e sociale. Pubblici differenti possono interpretare gli stessi libri in modi molto diversi – ogni evento può essere trasformato in un oggetto culturale attribuendogli un significato (morte di un bambino USA vs Brasile). Diverse interpretazioni che si costruiscono su uno stesso oggetto culturale – Liebes e Katz DALLAS mentre i Russi interpretavano la serie come una critica al capitalismo, gli Israeliani e gli Americani lo consideravano come semplice intrattenimento televisivo. MODELLO DEL FRAMING se i creatori culturali riescono a dare al loro prodotto o messaggio una forma che ne evoca una che già appartiene al pubblico è più facile che persuadano tale pubblico a comprare (Roosevelt/Lincoln). aneddoti che illustrano i valori (Barnard – operatrice telefonica che rimane alla sua postazione pur sapendo che sua madre era intrappolata in una casa in fiamme) Le culture organizzative non sono necessariamente unitarie, esse hanno anche delle subculture e i membri usano storie per organizzare la propria esperienza (dramma/autobiografia) – Martin sette tipi di racconti su regole infrante, incendi, trasferimenti, errori ed ognuno di queste ha versioni negative o positive. Anche nelle loro versioni negative queste storie, in quanto oggetti culturali, producono solidarietà tra coloro che le condividono. Affinità culturali producono subculture o idioculture, persone che condividono sistemi di significato (ufficiale resta solidale con coloro che ora supervisiona). Nelle aziende americane i lavoratori sono individualisti e cercano il loro miglioramento e il loro benessere personale; possono emergere sottogruppi, solidarietà nelle fabbriche (Fantasia – scioperi / ospedale del Vermont dove venivano fatte delle richieste impossibili alle infermiere, il manager capì e cerco di evitare un loro comitato, ma dopo riuscirono a consolidarsi e a fare protesta). I manager invece negoziano la loro posizione attraverso “imbrogli morali” , il loro successo deriva dalle loro alleanze. a. MODELLO CONSENSUALE : i fini e i valori all’interno di un’organizzazione sono una norma e quando sono in disaccordo bisogna trovare una soluzione (modello funzionalista) b. MODELLO CONFLITTUALE : i gruppi dentro un’organizzazione sono pensati come aventi interessi diversi, problemi di genere ed etnia, conflitti intraorganizzativi (marxismo) c. FRAMMENTAZIONE : Martin afferma che le organizzazioni sono bersagliate dall’ambiguità e le persone assumono prospettive multiple, una singola persona è un nodo nell’intersezione di più gruppi, categorie, appartenenze Le aziende si devono anche preoccupare di comprendere le differenze culturale (americani continuavano a fantasticare su quali tecniche giapponesi avrebbero potuto importare) tuttavia Crozier affermò che queste forme non avrebbero successo se esportate in altre culture (corporativismo del benessere cooperazione, solidarietà ha successo in Giappone, ma non in Francia dove sono individualisti o in America). La “gabbia d’acciaio” di Weber non può realizzarsi con culture diverse – NEOISTITUZIONALISMO no burocrazie rigide, ma assemblaggi deboli di persone, sistemi che tendono a conformarsi ai propri contesti istituzionali. In ogni situazione in cui il creatore di un oggetto culturale e il suo ricevente provengono la culture diverse, l’individuo o l’organizzazione devono stare costantemente attenti alla possibilità di diverse costruzioni di senso. cap 7 la cultura in un mondo connesso La globalizzazione sta esercitando contemporaneamente pressioni verso l’unità e verso la frammentazione. 1. COMUNITA’ TERRITORIALE : è qualcosa che possiamo localizzare su una mappa, ha proprietà spaziali, ha un nome e un insieme di simboli associati ad esso 2. COMUNITA’ RELAZIONALE : persone legate insieme da reti di comunicazione, di amicizia, di associazione o di sostegno reciproco; i suoi membri possono essere dispersi geograficamente, possono non conoscersi l’un l’altro, ma costituiscono una collettività significativa, autocosciente. Grande rivoluzione culturale: 1. ALFABETO FONETICO : per la maggior parte della sua storia l’umanità è vissuta in una cultura orale, interazioni faccia a faccia, uso di proverbi, poesia epica. Ordine sociale su piccola scala, indifferenziato, in cui la gente pensa, fa e crede in gran parte le stesse cose (magia, spiriti). Nonostante viviamo ancora in un mondo orale (amicizie) la scrittura alfabetica rese possibile un’ampia partecipazione alla cultura scritta distingue società moderne da quelle premoderne 2. STAMPA : (XV sec Gutenberg) stampa a caratteri mobili, passaggio dal manoscritto alla cultura stampata democratizzò la conoscenza e permise la trasmissione e la comparazione del sapere sapere diventa specializzato e permette di diventare membri di più comunità relazionali (Anderson nasce comunità nazionale in quanto ci possiamo fare un’opinione su altra gente mai vista) 3. MEDIA : mettono in relazione persone situate in luoghi distanti, espressione diretta di emozioni, democratizzano l’accesso culturale a causa dell’ampiezza del loro pubblico influenzano l’opinione (informalità delle relazioni umane, spettacolarizzazione della vita privata In molti paesi Internet è una cosa recente (Iraq dove tutto viene controllato); ricerche sull’uso di Internet: a. Aumento dell’accesso b. Aumento del coinvolgimento : se inizialmente gli utenti mandano solo e-mail, quando diventano più esperti svolgono una grande varietà di attività c. Uso domestico d. Più ore di lavoro : consente di portarsi il lavoro a casa e. Compiti scolastici f. Aggiornamento : chi non lo usa è definito “non aggiornato” g. Una società di rete COMUNITA’ DI SIGNIFICATO IN UNA CULTURA GLOBALE Parrenas donne filippine badanti, baby-sitter lavorano mentre la famiglia rimane in patria (donne che vivono simultaneamente in due società) ma fra loro si riuniscono per condividere le proprie storie: NICCHIE DI STILE DI VITA ovvero luoghi in cui le persone possono scegliere di vivere con altre persone simili a loro – NICCHIE CULTURALI ovvero comunità con un nome costruite intorno alla somiglianza e cercano di diminuire la tolleranza. 1. CULTURA POST-MODERNA : autoconsapevole superficialità, la penetrazione visiva si arresta sulla superficie / rigetto delle metanarrazioni / frammentazione dunque si accoglie l’effimero, il discontinuo tutto si può combinare con qualunque altra cosa, non è promettente come fondamento su cui edificare una comunità La purezza culturale è sparita dalla faccia della terra, le culture sono zuppe con molti ingredienti non identificabili, siamo tutti degli ibridi.
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