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wolfgang behringer "Le streghe", Sintesi del corso di Storia Moderna

Sintesi libro Beheringer "Le streghe"

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 13/08/2019

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Scarica wolfgang behringer "Le streghe" e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LE STREGHE: W. BEHRINGER I: La credenza In Africa Occidentale il governo socialista del Benin fece stampare un francobollo sul tema “La lotto contro le streghe”. Il regime voleva che la campagna fosse percepita come una lotta di classe, in quanto nelle società tradizionali africane la ricchezza viene spesso ricondotta alla magia. La popolazione, invece, diede il via ad una caccia contro donne anziane ritenute responsabili di un’epidemia di tetano che aveva portato a un aumento della mortalità infantile. Il governo invece di avviare una campagna di vaccinazione, trasmise via radio le confessioni delle streghe. Questa sintetica ricostruzione di un fatto accaduto recentemente in un paese in via di sviluppo, mostra tutta una serie di elementi che è possibile ritrovare in gran parte nell’antica concezione europea nelle streghe e nell’immaginario africano, americano e dell’Asia del sud. Risulta quasi impossibile trovare testimonianze circa il principio delle rappresentazioni della magia ecc. A elementi certi arriviamo solo con la diffusione della scrittura; infatti gli incantesimi e i tratti sulla difesa dalle streghe appartengono alla più antica tradizione di testi dell’umanità. Malinowski ha sostenuto che le rappresentazioni e le pratiche magiche svolgono e implicano quasi ovunque la stessa funzione, e che la credenza nelle streghe è stata sempre riformulata in modo analogo. Questo significa che la credenza nelle streghe non è solo determinata da accadimenti esterni, ma è situata anche nelle psiche. Gli psicologi hanno accertato comportamenti magici nell’età dell’infanzia, basati su tentativi di dare senso al mondo. Le rappresentazioni delle streghe non si trovano in un’unica forma. Ricerche sulla stregoneria e sui mezzi per contrastarla in Africa hanno mostrato che la sua rappresentazione non svolge alcuna funzione in certe società africane, perché le disgrazie vengono attribuite agli dei o agli spiriti degli avi; mentre in altre zone, che si trovano nelle stesse condizioni sociali ed economiche, la maggioranza della popolazione crede nelle streghe. I primi studi sul campo (Evans-Pritchard) hanno fornito esempi di paesi nei quali la credenza nelle streghe struttura in modo predominante la vita sociale. L’antropologo Max Marwick tentò di inquadrare questi elementi comuni su base statistica e raccolse nelle popolazione dei Cewa nell’Africa orientale circa 200 casi di disgrazie, comparando le loro condizioni e interpretazioni. Solo in questa popolazione la prossimità sociale non è una componente strutturale della credenza nelle streghe: elementi come la parentela e il vicinato esercitano un ruolo di primaria importanza in tutte le comunità. La maggiore intensità della credenza nelle streghe non è limitato in alcun modo alle solo zone rurali o a quelle con bassa istruzione. Una maggiore credenza nella stregoneria non è indice di una paura costante ma della coscienza di un pericolo latente. Nel 1970 due raccolte di scritti sulla stregoneria curate da M. Marwick e M. Douglas dimostrano lo stato di avanzamento della ricerca sul complesso fenomeno della stregoneria in Africa e fornirono gli strumenti di base per ulteriori indagini. (Witchcraft in Contemporary Tanzania, testo che fornisce chiarimenti sulla persecuzione delle streghe nel mondo contemporaneo) Malinowski afferma, nel libro “ Argonauti del Pacifico Occidentale”, che tutte le più importanti fasi della vita sono accompagnata dalla magia e che le gravi disgrazie e la morte vengono quasi sempre ricondotte alla stregoneria. Etnie che risiedono in regioni diverse e con retro terra culturali differenti, possiedono tutte l’immaginario della stregoneria. Nell’America contemporanea si mescolano immagini della stregoneria proprie degli emigranti europei, africani e asiatici con quelle dei nativi americani. Nelle isole caraibiche e in Brasile, 1 nonostante i missionari cristiani, esiste un forte influsso africano che si manifesta nella credenza religiosa del vodoo, caratterizzata da una grande paura nei confronti delle streghe. Le antiche culture del Messico e del Perù sono casi eccezionali: sulle loro rappresentazioni delle streghe esistono resoconti già a partire dal XVI secolo. In Messico il nagualismo (credenza negli spiriti animali) e la credenza nelle streghe sono sopravvissute all’azione delle missioni, alla decolonizzazione e alla rivoluzione. Esistono resoconti di roghi di streghe del XIX secolo che la giustizia locale ha eseguito senza il consenso del governo. Le uccisioni delle presunte streghe continuano fino all’età contemporanea. L’immaginario delle stregoneria nella popolazione stanziale dei Pueblo-Indiana si accentua con l’incremento della rovina del raccolto: un dato che ricorda l’Europa di antico regime. Dopo la cancellazione del reato di stregoneria anche in Europa si è arrivati ad azioni illegali in cui le persone sospettate di stregoneria sono state linciate e uccise. Ai nostri tempi la credenza nelle streghe è ancora in crescita. Coloro che credono alle streghe rappresentano una stabile minoranza della popolazione di una delle società più sviluppate dell’Occidente. Il profilo sociale di queste persone conferma le attese circa l’età, il sesso, il divario fra città e campagna, l’orientamento partitico, la religione, la formazione e lo status sociale. Esiste un forte legame tra la credenza nelle streghe e il bigottismo, in particolare nel caso di una marcata credenza nell’esistenza di un demonio personificato; i valori più elevati, riguardanti questa credenza, si riscontrano in America e in Irlanda. I Germania la credenza in una personificazione del diavolo ha percentuali più elevate fra i frequentatori della messa, senza che vi siano differenze fra cattolici e protestanti. Tra i fedeli che non praticano invece la credenza nel demonio è sorprendentemente bassa. Le ricerche condotte da Ernesto De Martino nell’Italia del Sud, quelle di Jeanne Favret-Saada sull’Hainaut e quelle di Inge Schock sulla Germania sudoccidentale hanno mostrato che la credenza nelle streghe in età contemporanea funziona in base a modelli e a meccanismi sociali. La struttura e la persistenza dell’immaginario stregonesco sono analizzate come forme di ancoraggio al vivere sociale, per la funzione svolta nel risolvere situazioni angoscianti e nel caso di conflitti interpersonali. Essa rappresenta una fase di sistematizzazione e di de-responsabilizzazione. Willem de Blécourt ha mostrato che, quando si è trattato di dare conferma ai sospetti, i cacciatori di streghe hanno avuto un ruolo decisivo nelle cultura popolare europea. Scoperte di questo genere sono state rese possibili dallo studio di Evans-Pritchard (Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande) In questa popolazione svariati tipi di disgrazie sono ricondotti agli effetti della stregoneria, ad esempio rompersi una gamba per colpa di una radice in un bosco. La disgrazia avvenuta porta a riesaminare le relazioni sociali e, in caso di necessità, al ricorso di uno specialista il “witch-doctor”. Questo individuo, praticando l’arte oracolare, deve scoprire il responsabile dell’accaduto. La stregoneria, in casi come questo, viene ricondotta alla presenza di un organo ereditario; dunque la strega non è ritenuta personalmente responsabile. Questa analisi ha permesso di chiarire certi meccanismi strutturalmente funzionali per la comprensione della credenza nelle streghe in altre culture. Con lo studio “ La religione e il declino della magia” di Keith Thomas ha mostrato in quale alta percentuale l’Inghilterra di antico regime fosse ancora attraversata da specialisti di prestazioni magiche, e ha rilanciato la questione se non sia stata l’abolizione della magia difensiva del clero, ad aver determinato una crescita della paura nelle streghe tra la gente. Seguendo il modello di Evans o di Thomas, sono stati studiati i meccanismi sociali alla base delle montature di accuse di stregoneria, motivati il più delle volte da tensioni interne nel vicinato. Con la ricerca di Alan Macfarlane (1970), la tesi storico-sociale pose sempre più l’accento su tale aspetto fino a sostenere che il riacutizzarsi del conflitto sociale nel passaggio da feudalesimo al capitalismo avrebbe portato a un improvviso aumento dei processi contro le streghe. L’opinione che la persecuzione delle streghe avrebbe facilitato la diffusione del capitalismo si è dimostrata falsa. 2 sarebbe la madre fallica e divoratrice della fase simbiotica, sulla quale si proiettano l’invidia e la libido. Su un altro piano si collocano gli studi sulla psicologia di coloro che credono alla streghe, in una prospettica di ricerca sui pregiudizi. Dopo gli Studies in Prejudice, la superstizione e gli stereotipi indicano che la credenza in un destini individuale condizionato da forze oscure, e il pensare secondo rigide categorie, sono caratteristiche della struttura mentale propria della personalità autoritaria. Adorno ha supposto infatti che la debolezza dell’io sia una delle cause principali degli stereotipi e dell’attaccamento alla superstizione. Il rimando era alle categorie di Freud e al suo concetto di proiezione. Sono presenti sullo sfondo le teorie psicosociali del capro espiatorio, che riconducono i processi di emarginazione nel contesto della stigmatizzazione. Per mezzo di questi processi di etichettamento possiamo osservare in concreto come, accanto alla devianza sociale, anche eccezioni rispetto alla norma quali malattia psichica o determinate caratteristiche fisiche giocano un ruolo importante. II: La Persecuzione La stregoneria non era uno strumento di valutazione neutro per la conservazione dell’equilibrio sociale, e che anzi veniva percepita come quintessenza di un comportamento antisociale. Questa lettura si basa sulla definizione di stregoneria come sistema simbolico che rappresenta un rovesciamento dei valori sociali. Nelle società tradizionali gli individui sospetti vengono trattati con un certo riguardo per le loro presunte capacità straordinarie, ma quasi sempre, possono essere chiamati a rispondere delle loro azioni. Le sanzioni vanno dal costringere il reo a cancellare l’effetto della magia fino all’esilio e alla messa a morte. Per lunghi periodi della storia europea la caccia alle streghe è stata illegale. Edith Ennen ha riassunto le sue ricerche osservando che i processi per magia non avrebbero lasciato traccia fino all’Alto Medioevo. Si parla tuttavia di ripetutamente di condanne a morte contro indovini, incantatori e maghi ritenuti capaci di condizionare il tempo atmosferico. Queste condanne furono decretate da istituzioni secolari o ecclesiastiche che si servirono delle tortura o dell’ordalia per provare la colpevolezza degli accusati (Parigi 580). Nel 1080 Gregorio VII ammonì il sovrano danese Harald per l’usanza di considerare vecchie donne e preti come responsabili di tempeste e malattie, e per il modo terribile in cui venivano uccisi quei presunti colpevoli. Il papa dichiarò che catastrofi come tempeste e malattie dovevano essere considerate un castigo di Dio. Tenendo conto della relativa mancanza di fonti per il periodo in questione, possiamo supporre che altre sporadiche cacce alle streghe non furono approvate dalla Chiesa. Più in generale, poiché la credenza nelle streghe era diffusa in modo capillare in molte parti d’Europa, possiamo affermare che il freno posto dalla Chiesa e dalle autorità civili all’ansia di cacciare le streghe abbia portato a molti atti di linciaggio. Nell’Ungheria ottomana il linciaggio era una pratica consueta, visto che le autorità turche si rifiutavano di vagliare accuse di stregoneria in tribunale. Il fai da te con i presunti maghi era una pratica invalsa in Europa. Su questo sfondo si staglia la vera e propria età della persecuzione contro le streghe: un arco temporale definito, di tre secoli e mezzo, in cui la repressione delle streghe fu di fatto legalizzata e organizzata in modo sistematico. Anche in questo periodo la sistematica repressione non avvenne ovunque, ma in relazione a situazioni eccezionali. La ricerca scientifica sulle streghe ha distinto i processi a singoli e le piccole ondate di panico con un numero di vittime oscillante, da un lato , e dall’altro, le grosse persecuzioni con venti e più vittime. Poiché fenomeni di tale intensità sono ignoti nelle culture extra-europee, si continuano a considerare come causa della persecuzione delle streghe in Europa la teologia latina e il diritto imperiale romano. 5 In realtà nella formazione delle dottrine cristiane dell’Alto Medioevo non si può vedere altro che una premessa, visto che decisivi per la costruzione del concetto di stregoneria in Europa furono gli eventi della fine del XIV e dell’inizio del XVI secolo. La critica storiografica ha permesso di chiarire come, sulla base di motivi già noti in passato, solo negli anni a cavallo del 1400 si giunse a costruire quella elaborata rappresentazione delle streghe alla quale, insieme al patto col diavolo, dal punto di vista teologico furono indispensabili la rilevanza penale dei malefici, gli incontri sessuali tra donne e i demoni e il volo nell’aria per recarsi al sabba. In Europa, l’età della persecuzione legale delle streghe iniziò intorno al 1430 e finì intorno al 1780. Il punto di massima intensità nella caccia alle streghe si toccò tra il 1560 e il 1630. Ancora nella prima metà del XVIII secolo il rischio di processi alle streghe nell’Europa centrale e orientale rimase molto forte, mentre i paesi dell’Europa occidentale, più avanzi su un piano economico e scientifico, se ne liberarono. Tuttavia fu solo l’ultima esecuzione legale di streghe, compiuta con orrore delle gerarchie protestanti nel Cantone svizzero riformato di Glarus (1782), a provocare il finale sdegno di tutta l’Europa. Nel corso delle persecuzioni degli inizi del XIII secolo contro le emergenti eresie dualistiche dei catari e il movimento apostolico valdese vennero inventate quelle strutture che avviarono la persecuzione organizzata delle streghe: l’inquisizione agì ex officio contro coloro che rinnegavano la fede. In occasione del IV concilio laterano (1215) fu approvato il ricorso alle torture nei processi inquisitoriali. Gli strumenti di costrizione e la raccolta di tutte le possibili informazioni portarono a uno sviluppo della rappresentazione del rituale di adorazione del diavolo. L’accusa di adorazione venne formulata anche contro gli ebrei. Lo stereotipo dell’ebreo ha influenzato la costruzione del prototipo della strega. Non per nulla i raduni delle streghe vengono indicati con le parole ebraiche sinagoga e sabba. Le ragioni per cui dallo stereotipo tradizionale del nemico quale eretico che adora il diavolo o quale ebreo che avvelena le fontane fu sviluppato lo stereotipo della setta delle streghe non sono state ancora del tutto chiarite. Jean Delumeau ha sostenuto la tesi secondo cui la civiltà europea nel XIV secolo sarebbe stata preda di una grande paura collettiva. Questa paura sarebbe stata rappresentata nell’arte religiosa e nella persecuzione contro le streghe. Tale panico sarebbe sorto a causa della minaccia esterna dell’Islam, dalla comparsa delle carestie e del ritorno della pesta nel 1348, oltre che per lo scisma della chiesa 1378. Tuttavia manca un legame logico con il tema delle streghe. Teatro dello sviluppo della caccia alle streghe fu il ducato di Savoia. Nei decenni intorno al 1400 la Savoia rivestì una certa importanza, tanto che nel concilio di Basilea Amedeo VIII fu eletto anti- papa con il nome di Felice V (1439). Dalle indagini di Massimo Centini, in Savoia il problema della magia acquistò maggiore rilevanza a partire dal 1390, dopo la persecuzione degli ebrei e dei valdesi. Negli Statuta Sabaudiae, promulgati nel 1430, fu usata una terminologia molto tradizionale e si dedicò molto spazio agli incantesimi. Dieci anni dopo, in un atto di Eugenio IV (papa) si affermava che la Savoia era piena di streghe. Decisiva per la nascita del nuovo concetto di stregoneria fu la prima fase del concilio di Basilea. Nel 1388 per la prima volta nell’eretica di Pinerolo comparvero termini come sinagoga e gazari. In relazione a questi fatti fu poi datata la nascita della secta stringiarum. Intorno al 1400, in Piemonte e nel Delfinato furono imbastiti altri processi nei quali l’eresia, l’incantesimo e la credenza nelle streghe si sovrapposero e si giunse alla condanna al rogo. Tuttavia una definizione per la nuova setta non c’era ancora. La ricerca storica è riuscita ad individuare, recentemente, i nomi dei protagonisti che parteciparono alla creazione del super crimine: Feugeyron e Uldry Torrenté; il quale tra il 1418 e 1439 condusse numerosi processi. La prima campagna giudiziaria accertata di Torrenté risale al 1418, nel Vallese, dove, secondo quanto ha scritto Johann Frunds ebbero inizio le azioni contro le streghe. Basilea, centro del movimento di riforma domenicano, acquistò un’importante funzione di raccordo nell’estendere la nuova rappresentazione della stregoneria. Il priore della città, Johannes 6 Nider, fu l’autore del Formicarius. Nider doveva le sue informazioni all’inquisitore della diocesi di Autun e al giudice della provincia di Berna Peter von Ey. Il tratto demonologico di Nider è uno dei testi più diffusi sull’argomento, e fu fra i primi a essere stampato nel 1475, poi rilegato assieme al Malleus Maeleficarum. Un altro protagonista fu Calude Tholosan, durante il periodo di servizio si impiegò in processi per stregoneria (1426/1449). Tre trattati fornirono quasi contemporaneamente descrizioni dettagliate del crimine, quando papa Eugenio IV disconobbe il concilio. Nel 1437 con una bolla il pontefice richiamò l’attenzione di tutti gli inquisitori sulle sette degli incantatori e degli adoratori del demonio. Quando il papa a settembre spostò il Concilio a Ferrara e la maggioranza rimasta a Basilea elesse Amedeo VIII/Felice V antipapa, la situazione non poté che favorire la propagazione dell’idea del nuovo crimine. Intorno al 1440 il segretario dell’antipapa Martin Le Franc stilò un’esaustiva descrizione della setta delle streghe in Le champion des Dames, nel 1440 la setta aveva un nome. Le prime cacce alle streghe si indirizzarono allo stesso modo contro uomini e donne. Con l’apertura della Chiesa nei confronti della credenza del volo delle streghe come evento reale, tornò di attualità il vecchio mito del volo notturno delle donne sanzionato dal Canon Episcopi. Il teologo spagnolo Alfonso Tostado sostenne la realtà del volo in un commento biblico del 1440. Partendo dalla sua esperienza sulle nuove sette di streghe, l’inquisitore domenicano e teologo conciliare Nicholas Jacquier polemizzò aspramente contro la validità del Canon Episcopi. Alla fine degli anni 50 del XV secolo la nuova teoria sulle streghe fece passi avanti per mezzo della famigerata persecuzione della vauderie nella città vescovile di Arras. Nel 1460 il superiore della provincia domenicana di Lombardia Girolamo Visconti rispose affermativamente alla questione se le streghe debbano essere giudicate come eretiche, e dopo una discussione sul Canon Episcopi disse di credere alla realtà del sabba delle streghe. In tale contesto troviamo le prime rappresentazioni iconografiche del volo per mezzo dei demoni: inizialmente nelle miniature, nei libri ecc.. È probabile che si sia anche dispiegata una crescente propaganda sul tema per mezzo di immagini, poiché nel corso del XV secolo, negli affreschi delle chiese appaiono donne volanti che cavalcano diavoli, animali o oggetti. Le demonologie illustrate hanno cominciato a circolare solo dopo il 1490. Heinrich Kramer faceva parte della schiera di inquisitori domenicani, impegnati anche contro altre deviazioni della fede e contro gli ebrei. Dall’inizio del 1480 le sue attività nella Germania sudoccidentale incontrarono un’opposizione così forte che Kramer si recò a Roma per ottenere da Innocenzo VIII che fosse emanata una bolla in cui si diede una vera autorizzazione all’urgente indagine contro le streghe in Germania e si nominò Kramer delegato papale. Kramer cercò di dare corso a una caccia alle streghe a Innsbruck, capitale del Tirolo. La cittadinanza e il clero della cità, la nobiltà tirolese e il vescovo titolare della diocesi di Brixen si videro costretti ad intervenire. Dopo un’accurata indagine il vescovo Georg Golser dichiarò che a causa dell’età avanzata il cacciatore di streghe era divenuto molto infantile, e sospese le persecuzioni. Il fallimento della persecuzione di Innsbruck costituì la molla per la stesura del Malleus maleficarum, dove Kramer tentava di sostenere la realtà delle dichiarazioni processuali. L’invenzione dei libri a stampa contribuì notevolmente al suo successo. La ricezione del Malleus raggiunge il suo apice negli anni 90 del XV secolo, e di solito viene ricondotto all’influsso di questo trattato il fatto che le persecuzioni contro le streghe raggiunsero in Europa centrale la massima intensità. Il testo venne ristampato 10 volte. Nell’edizione di Spira (1493) sei incisioni in legno di un artista ignoto, che raffigurò le componenti magiche e immaginarie del delitto, gettarono le basi per la grande popolarità del soggetto nell’arte grafica. Tuttavia queste riproduzioni, in cui si tematizzava in qualche modo la sessualità femminile, non indicano necessariamente una marcata credenza nelle streghe né da parte dei pittori né dei compratori. Gli anni intorno al 1470 e al 1520 sono quelli in cui la ricerca del capro espiatorio fu più intensa. Accanto ad alcune regioni della Svizzera, della Francia e del Nord della Spagna, sono state le valli 7 della personalità. Alla base di un tale indurimento era una cupa visione del mondo connotata di uno stato d’animo millenaristico, da fine dei tempi, che autorizzava a provvedimenti straordinari. È possibile che il fondamentalismo si sia rafforzato con lo scontro confessionale. Non è certo un caso il fatto che i più grandi persecutori tedeschi appartenessero alla Lega Cattolica. La loro tendenza soluzioni violente dei problemi, culminò alla viglia dell’Editto di Restituzione. Nelle altre nazioni si vede con chiarezza che questa non fu la linea ufficiale della Chiesa. Urbano VIII guardava con sospetto gli zelanti in Germania. Accanto ai vescovi delle streghe accecati dalla loro ideologia, il caso della Baviera merita particolare attenzione in quanto terreno principale della Controriforma. Con il duca Gugliemo V negli anni ottanta del XVI giunse al potere il partito della mano forte e presto, nel 1590, vennero organizzate delle persecuzioni di streghe. La prima persecuzione restò la più grande, poiché negli anni seguenti eminenti figure politiche posero un freno a questa iniziativa. Il Consiglio Segreto divenne il baluardo dei contrari alla persecuzione e non cedette neanche sotto la pressione della grandi ondate persecutorie degli anni 1626/30. Il tema della valutazione estera della Baviera ha portato a un dibattito che vede protagonisti Konrad Repgen e Robert Bireley. Quest’ultimo ha definito come estremista il partito del Consiglio della Baviera. Repgen si è però opposto alla definizione argomentando che tali concetti si basano su un malinteso punto di vista liberale, dato che i presunti moderati condividevano la stessa linea politica degli zelanti. Facendo riferimento all’onore di Dio entrambi i partiti sostenevano la purezza del loro credo e la volontà di pace. L’esempio della Baviera mostra che, a dispetto del ruolo giocato dalla Lorena, l’antica domanda circa la divisione confessionale nelle persecuzione alle streghe non può ricevere risposte nette a scapito dei cattolici. Se guardiamo all’Europa protestante il quadro è simile. Da un lato il Palatinato, L’Inghilterra e l’Olanda, con poche esecuzioni di streghe; dall’altro il Pays de Vaud calvinista, con una caccia endemica, paragonabile a quella avvenuta in Lorena. Il corrispettivo dei principati ecclesiastici è rappresentato, in campo protestante, dalle contee di media grandezza. I governi che risentivano degli effetti di un forte processo di secolarizzazione furono propensi a impedire le persecuzioni contro le streghe ( Palatino, Sassonia, Brandeburgo, Boemia, Baviera e Austria). In generale possiamo affermare che le grandi città europee non mostrano alcuna tendenza alla persecuzione: a prescindere dalla fede professata, le grandi città furono certamente teatro di processi per magia coronati da esecuzioni, ma nessuna di nessuna grande persecuzione contro le streghe. In base alla ragion di Stato, in aree di maggior grandezza, ormai non si potevano più accettare le persecuzioni su vasta scala. Anzi, la stessa concentrazione del potere fece diminuire la paura dei malefici. Nella caccia alle streghe svoltasi tra 1652/1660 il diritto romano e la riflessione teologica non svolsero alcun ruolo. Essa ebbe luogo sotto la pressione delle comunità contadine, che chiedevano che si estirpasse il maligno. Theodore K. Raab ha considerato i turbolenti anni intorno al 1660 come manifestazione di una lotta per la stabilità. Ed infatti a partire dal 1630 fu percepibile un diverso atteggiamento nei confronti dei processi per stregoneria, grazie al disincanto verso le persecuzioni e le guerre di religione causate da motivi ideologici, e a seguito della stabilizzazione del sistema statale europeo, inoltre anche dalla scomparsa della lebbra e della pesta nella seconda metà del XVII. Dopo il 1700 le streghe furono condannate a morte solo in aree marginali dell’Europa orientale. Si evidenzia a tal proposito un’interessante evoluzione: il superamento del classico immaginario delle streghe quali anziane donne che vivevano da sole. Se si cercano le cause dell’aumento di uomini e giovani come vittime processuali ci si scontra con il dato di fatto che nelle zone alpine, dove le persecuzioni gradualmente tornarono a concentrarsi, essi erano spesso bersaglio di sospetti. Inoltre la polemica contro le persecuzioni aveva ripetutamente portato in primo piano il nodo di come difendere le 10 donne. Come possibili criminali restavano così individui labili e ragazzi con disturbi emotivi che riferivano spontaneamente le loro fantasie su vicini e parenti senza che fosse necessario estorcer loro delle confessioni. Nelle culture sciamaniche l’essere posseduti da uno spirito è interpretato come un segno decisivo dell’elezione a specialista religioso. L’Europa contadina riconduceva spesso la possessione alla stregoneria. Nella cultura cristiana lo spirito che si introduce nel corpo è interpretato come un diavolo. Accanto ai casi di possessione individuali si verificarono anche possessioni collettive. Quando nel 1629 fu stampato un Nuovo trattato della magia che seduce i bambini,la predisposizione dei bambini per la stregoneria era diventata ormai un topos. Già all’interno del Malleus si partiva dal presupposto che le figlie delle streghe fossero a loro volta streghe; ma durante le persecuzioni della fine del XVII secolo si dimostrò che i bambini potevano essere implicati nel meccanismo che generava i sospetti di stregoneria. Il punto di vista secondo il quale i processi di stregoneria infantile sono stati diretta conseguenza di casi di abuso sessuale sui bambini coglie il vero in alcuni episodi, ma non può spiegare la gran parte dei procedimenti. Le persecuzioni processuali contro le streghe avvenute nella sfera d’influenza della cultura europea includono anche le colonie. Nelle più grandi colonie europee le condanne a morte legali rimasero delle eccezioni. Lo stesso numero di delitti di magi trattati davanti al tribunale dell’inquisizione restò basso. Fra il 1621 e il 1641 si diffuse tra la popolazione nera un’ondata di panico contro le streghe che fu sedata. Dati quasi identici emergono dalle colonie dei Paesi Bassi, dal Brasile portoghese e dalla Nuova Francia. La maggior parte delle esecuzioni di streghe si ebbe negli Stati della Nuova Inghilterra. Erik Midelfort ha osservato che l’assenza di persecuzioni, ha a che fare con il contesto sociale di queste terre. Nei rari casi in cui si arrivò ad accuse di stregoneria, ciò avvenne solo fra i coloni e non fu quasi mai implicata la popolazione indigena, pagana e perciò potenzialmente adoratrice del Diavolo e degli stregoni. Vi furono pochi processi anche nelle terre posto sotto il controllo dell’impero ottomano sia in paesi privi di autonomia come Irlanda, Islanda e Lapponia. Nelle persecuzioni delle streghe si contrappongono con nettezza un baricentro collocato in Europa centrale e una periferia in cui il numero di esecuzioni fu molto più limitato. Ma ancor meno condanne vi furono nei paesi della costa dell’Irlanda e in Portogallo. Nelle terre cattoliche dell’Irlanda e del Portogallo il numero delle esecuzioni in rapporto all’ampiezza della popolazione fu di gran lunga più basso che in Inghilterra e nei Paesi Bassi. L’antico pregiudizio secondo cui esisterebbe in generale una relazione fra la persecuzione e il credo religioso non appare dunque accettabile. La metà dei roghi si ebbe in aree che oggi fanno parte della Germania. Dagli esempi di Francia e Regno Unito si può vedere quanto le grandi persecuzioni perdano peso sul piano statistico. Nell’Europa centrale, responsabile della maggior parte dei roghi, nello stesso periodo in cui fu scritto il Malleus, e poi di nuova nella seconda metà del XVI secolo, vennero perseguitate per stregoneria solo donne. A partire dal 1590 la rottura dello stereotipo delle streghe durante le grandi persecuzioni determinò in alcune zone vistosi cambiamenti e mutò la composizione sociale delle vittime. Dalle povere e spesso vecchie donne dell’ambiente contadino si passò a ricche donne di città e ai loro uomini, fino a che nella grande caccia alle streghe sul Meno e sul Reno non furono colpiti anche i cittadini più ricchi. A Bamberga come a Wurzburg questi gruppi sociali furono i più colpiti. Perciò merita attenzione il fatto che i nemici della persecuzione si concentrassero comunque non sul salvataggio dei borgomastri ma su quello delle donne, attaccando in tal modo il nucleo fondante dello stereotipo delle streghe in Europa centrale. Se il punto nevralgico della persecuzione contro le streghe si colloca in Europa centrale, ciò ha a che fare con gli effetti della crisi ecologica del XVI secolo e dei primi del XVII, ma anche con la densità abitativa, con la struttura dei nuclei urbani, con la condizione dell’economia e delle infrastrutture. Le zone dell’Europa orientale settentrionale particolarmente colpite dalla Piccola era glaciale erano poco popolate. Con l’assenza dei conflitti di vicinato non vi erano tensioni sociali. 11 Per l’intera zona del Mediterraneo o per le regioni costiere lambite dalla corrente del Golfo l’abbassamento delle temperature fu irrilevante. Così non fu invece per i terreni interni dell’Europa continentale densamente popolata. La ricerca di Wilhem Abel sulla carestia del 1570 ha mostrato che la crescita dei prezzi nell’Europa centrale fu sensibilmente più alta rispetto ad altre città dell’Europa dell’Est e del Sud. Le tarde gelate, le estati secche e la grandine danneggiarono il raccolto e misero così in pericolo la sussistenza; i crescenti rincari dovuti alla rovina del raccolto inasprirono la tensione sociale. La penuria di alimenti o la fame favorirono l’erompere di malattie rare o epidemiche, la cui origine venne attribuita alla stregoneria. In virtù di questa relazione, la persecuzione contro le streghe può essere messa in rapporto anche con la curva dei prezzi dell’inizio dell’età moderna. Inoltre ci fu un durevole rincaro dovuto alla sproporzione fra la crescita della popolazione e la produzione alimentare; uno squilibrio che, negli anni a partire dal 1580, entrò in una fase critica,quando la crisi strutturale interna e il peggioramento del clima si sovrapposero. La tensione si sciolse con la repentina diminuzione della popolazione dovuta alla grande pesta del terzo e quarto decennio del XVIII. Il campo della ricerca psicologica sui nemici delle streghe è vasto e finora non è stato affrontato in modo sistematico. Nel volume intitolato Il cristianesimo e la paura Oskar Pfister ha portato l’esempio di Calvino, in cui il, messaggio del nuovo testamento viene, per così dire, cambiato di segno: in nome dei dogmi, dei riti, delle istituzioni e di una patologica pedagogia della paura, egli ritenne utile sacrificare vite umane per santificare il voler di Dio. Il dato di fatto che molti teologi non riuscivano a rappresentarsi Dio come un padre benevolo, ma solo come un dogmatico fondamentalista fu rilevato già durante l’età delle persecuzioni: Spee, per esempio, sostenne che il Dio dei persecutori di streghe era simile agli idoli pagani. Ai contemporanei fu inoltre chiaro che la persecuzione avveniva in tempi di offensiva morale. Le peculiarità caratteriali della personalità autoritaria non corrispondono solo a quelle dei seguaci del nazionalsocialismo, ma anche a quelle dei giuristi, dei teologi e dei principi che nel XVII secolo si impegnarono nella caccia alle streghe. Quando la colpa delle istituzioni viene relativizzata, si evidenziano le colpe individuali, in particolare se si tiene conto del fatto che moti contemporanei esitarono a opporsi ai cacciatori di streghe. Così come accadde prima dell’inizio dell’epoca classica della caccia alle streghe, la repressione dei movimenti che incitavano a realizzare pogrom ebbe sempre come conseguenza la circostanza che questi ultimi venissero dichiarati illegali. Visto che la giustizia si opponeva alle richieste di severa punizione, nelle Ardenne, giurisdizione del Parlamento di Parigi, furono mandate a morte in modo illegale decine di persone ritenute responsabili di crimini contro la stregoneria. Nel XVI secolo molti governi d’Europa occidentale osteggiarono i capi dei moti intenzionati a scatenare pogrom. Lo stesso tipo di problema si presentò nei domini coloniali. Prima dello scoppio della Grande Guerra il governo dell’Africa orientale tedesca cercò di intervenire duramente contro i witch-doctors, almeno quando le loro azioni portarono all’uccisione di streghe. Dato che gli europei non credevano più nella stregoneria e applicavano le loro leggi, da un momento all’altro l’uccisione di streghe divenne illegale. E da allora in poi in Africa orientale si cercò di spingere al suicidio le persone che l’antica sapienza condannava. Intorno al 1900, quando una carestia innescò una campagna contro le streghe in Kenya, nell’Africa del Sud per dieci anni circa si ebbero continue esplosioni di tali moti, studiati a partire dagli anni Trenta da diversi etnologi. La loro tesi, secondo cui la mobilità sociale fu una delle cause delle purghe, è stata modificata con la scoperta che nell’Africa tradizionale le streghe venivano regolarmente messe a morte. Ma para più probabile che le forme organizzate di un movimento che ebbe carattere sovraregionale abbia assimilato elementi dell’islam e del cristianesimo, facendo sì che giovani witch-doctors venuti dall’esterno assolvessero a un compito riconosciuto dall’antica sapienza locale allo scopo di dare una risposta alle pressione della giustizia coloniale o postcoloniale. Lo scopo dei movimenti avversi alla pratica del maleficio non era tanto l’uccisione delle streghe, quanto la fine della stregoneria stessa. Il lor emergere rivela analogie con le azioni 12 L’interesse dei governi calvinisti per i roghi delle streghe fu altrettanto basso. Dopo i massacri delle guerre di religione, alla fine del XVI secolo una sorta di opinione pubblica indistinta prese a considerare la credenza nelle streghe come infondata. Durante gli anni in cui la persecuzione raggiunse l’acme, la cruenta giustizia cattolica provò a distogliere l’attenzione dagli sviluppi della guerra; e gli intellettuali cattolici, che inizialmente avevano taciuto per ragioni di controversia dottrinale, cominciarono a intervenire nella disputa. Il teologo morale Adam Tanner paragonò la caccia alle streghe alle persecuzioni dei primi cristiani ai tempi di Nerone. Partendo da Tanner, tra i grandi ostilità Spee pose mano alla celebre Cautio Criminalis. Prendendo le mosse da un’apparente e preliminare accettazione della realtà delle streghe, egli sottopose le procedure adottate contro di loro ad una critica radicale. In diversi passaggi Spee sottolineò una verità più profonda. Dato che aveva affrontato preliminarmente e in modo sistematico tutti gli argomenti contro i processi alle streghe, gli restò solo da ipotizzare come verità il fatto che le streghe non esistessero per nulla. Inoltre circolarono subito traduzioni in tedesco e testi di altri autori che usavano lo stesso tono (Memoria cristiana per i crudeli governanti testo del sovraintendete della Turingia) Nel 1682 il ministro Colbert emanò una legge secondo cui per il giudizio di ultima istanza tutte le condanne a morte di streghe, in tutta la Francia, dovevano dipendere dall’approvazione del re. Dopo il 1700 circa l’Europa meridionale e occidentale, la Scandinavia e i Balcani costituirono un vigoroso blocco di nazioni in cui non vi furono condanne alle streghe. E a partire dalla seconda metà del Seicento il razionalismo e l’empirismo fornirono alla tradizionale scepsi un fondamento scientifico e teorico. Il meccanismo e il metodo sperimentale, sottoposto a verifica, affascinarono gli scienziati, che non vollero più sentire parlare di incantesimi e di miracoli. Fino al 1630 la lotto contro la persecuzione delle streghe si era limitata a un sforzo critico. Tuttavia a partire da quella data, in Inghilterra gli intellettuali cominciarono ad attaccare apertamente la credenza nelle streghe e a sfidarne i sostenitori. Nel Leviatano Hobbes dedicò diversi e dettagliati passaggi alla questione della demonologia e presentò la Chiesa come il vero regno delle tenbre. Anche se altri fedeli anglicani e presbiteriani condividevano le sue posizioni, quella di Hoibbes non rappresentava ancora l’opinione maggioritaria nel dibattito sulle streghe. L’élite inglese era di fatto divisa. Ancora durante il perido della Restaurazione e nell’arco di tempo che precedette l’ultima serie di condanne a morte di streghe , seguaci di Hobbes come John Wagstaffe o il medico John Webster attaccarono in modo virulento Glanvill per il suo tentativo di difendere queste tesi false e assurde. Fu la Gloriosa Rivoluzione del 1688 il momento di svolta: dopo questa data in Inghilterra non vi furono più condanne alle streghe. Con la formazione dei partiti politici, nel Parlamento inglese la discussione divenne una questione di schieramento; e in generale furono solo i tories e i gruppi scozzesi a rimanere legati alla credenza nelle streghe. Dibatti sulla stregoneria, altrettanto accesi, si ebbero alla fine del Seicento nei Paesi Bassi. Nel celebre Il mondo incantato, Balthasar Bekker negò al diavolo ogni potere sulla terra. E quanto fosse pericoloso un attacco filosofico frontale alla credenza nelle streghe lo dimostra la sua rimozione dall’incarico di pastore calvinista. Nel 1701 in Germania il giurista Christian Thomasius, uno dei precursori dell’Illuminismo, con una sua dissertazione De crimine magiae provocò uno scontro sempre più accesso che aiuta a comprendere lo scenario del Nord Europa protestante. Thomasius nel giro di due decenni e mezzo mise in campo una tenace propaganda contro la credenza nelle streghe e i roghi, sostenuto da amici medici, fisici e teologi. Mentre in alcune regioni dell’Europa centrale e orientale i roghi non cessarono, il tema delle streghe si trasformò in un’arma nella mani degli Illuministi. I roghi che vennero fatti nel 700 mettono in luce la tensione scatenata dagli argomenti degli illuministi, rei di apparire elitari e distaccati. 15 Nelle isole britanniche della Scozia, dopo una serie di processi le streghe vennero condannate a morte ancora nel 1727. Dopo il 1700 non vi furono più esecuzioni legali di streghe. Anzi, i singoli processi di stregoneria furono visti con sfavore e furono funzionali alla causa dell’Illuminismo. Un’area critica fu la Germani del Sud insieme con le valli alpine, dove si riscontra, nel 700, una recrudescenza della paura nei confronti delle streghe. I casi in questioni vennero tratti come veneficium, ma si trattò solo di una strategia difensiva. Ancora una volta porre troppo l’accento sul fatto che al termine dell’epoca delle persecuzioni, così come all’inizio, i principati ecclesiastici svolsero un ruolo di primo piano costituirebbe una mezza verità. Mentre nel Ticino cattolico l’ultima serie di esecuzioni terminò nel 1721, nel Cantone calvinista di Zug, nel 1737, iniziò a diffondersi un’ondata di panico e i processi si estesero anche ai vicini cantoni. Gli accusati, spesso anziani, continuavano a morire nelle prigioni; la tortura continuava a essere impiegata. La vera area problematica fu invece l’Ungheria dove, dopo che le autorità ottomane avevano da tempo soppresso le persecuzioni di streghe, la caccia raggiunse il picco solo tra il 1710 e il 1760. Ritroviamo un quadro analogo in Polonia, dove a partire dal 1744 e sino agli anni Cinquanta del Settecento furono celebrati molti processi. Tutto cessò nel 1756, quando la Prussia e l’Austria , e nel 1775 la Dieta della nobiltà e del clero polacco posero fine alla cause. L’esecuzione della monaca Maria Renata Singerin a Wurzburg fu il punto di partenza del dibattito nella cattolica Germania del Sud, in Austria e nel Nord Italia. Dopo che in un discorso stampato a caldo il gesuita Georg Gaar difese il rogo ordinato dal vescovo in nome della battaglia contro le streghe, l’abate italiano Girolamo Tartarotti nell’opera Del Congresso notturno delle Lammie accusò i responsabili di agire in modo barbaro facendosi beffe dei religiosi che lottavano contro le streghe. La pubblica lotta degli illuministi italiani contro il clero più conservatore, durò per tutti gli anni 50 del settecento. Il dibattito cessò, in Germania, quando il padre teatino Ferdinad Sterzinger concluse il suo Discorso accademico sui crudeli pregiudizi circa gli effetti e le opere della stregoneria. Ne nacque uno dei più accesi dibatti nazionali nell Germani del vecchio Impero. Come prima in Inghilterra, nei Pesi Bassi, in Prussia, in Francia o in Italia, anche l’Impero tedesco erano in questione la realtà del delitto di stregoneria e l’implausibilità della credenza nelle streghe più in generale. La fine dei roghi delle streghe fu giudicata come un grande successo dell’Illuminismo, come una vittoria della luce sulle tenebre. In questo contesto l’Europa cattolica si aprì a quella protestante, dove dopo il 1760 il dibattito sull’essenza degli spettri mise a dura prova gli illuministi. Emanuel Swedenborg riferì nei suoi Arcana coelestia di contatti con il regno degli spiriti, così che anche l’antica teoria demonologica poté rialzare la testa. In Prussia, Kant intervenì sull’argomento: nel 1766, nella satira Sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica, Kant sostenne che non era possibile dimostrare su basi scientifiche l’esistenza e nemmeno la possibilità dell’esistenza degli spiriti. Nei paesi di lingua tedesca l’aspro dibattito pubblico innescato dall’assassinio ad opera della giustizia di Anna Goldi portò alla fine dei processi per stregoneria. In Francia fino al 1780 fu conservata la figura giuridica del rato di magia e sortilegio, e solo dopo la Rivoluzion, nel 1791, vennero cancellati i crimines imaginaries. Nella maggior parte delle nazioni i crimini di stregoneria vennero eliminati nel 1800, in un periodo di svolta sociale e politica che comportò una generale riforma del delitto penale. La discussione pubblica sorta nel 1821 in occasione della sua cancellazione dimostra ancora una volta che persino nell’Inghilterra industrializzata una minoranza continuò a dirsi convinta dell’esistenza delle streghe. Il processo di decriminalizzazione del reato di stregoneria ebbe come risvolto un cambiamento degli atteggiamenti nei confronti di altri delitti. Ricerche nel campo della storia della criminalità hanno dimostrato che le deviazioni sociali quali l’omosessualità maschile o l’infanticidio da parte di giovani madri spinte all’aborto vennero tratte sempre di più in modo non dissimile dal reato di stregoneria. Il punto di massima repressione venne toccato intorno al 1600. La lettura di numerose 16 fonti dimostra che per questi delitti furono condannate a morte in Europa più persone di quante non ne fossero state condannate per stregoneria. Agli inizi dell’età moderna, a causa del processo di urbanizzazione, dei locali movimenti di riforma religiosa, di una situazione sociale e ambientale aggravata dalla piccola era glaciale, crebbe la spinta a rafforzare il controllo morale sui comportamenti ritenuti devianti dal punto di vista religioso. La cancellazione del delitto di stregoneria non fu accetta ovunque. Quando nel 1922 in Africa orientale fu introdotta la legislazione inglese sulla stregoneria si arrivò subito a manifestazioni di violenza. Il caso più recente è quello del Camerun, dove dagli anni ottanta del XX secolo sono state accolte nuovamente dai tribunali pubblici le denunce per stregoneria, e i witch-doctors vennero nuovamente accettati come testimoni (le persone giudicate in questi casi sono prevalentemente di sesso maschile). Come al tempo delle persecuzioni in Europa, in alcuni paesi del Terzo Mondo si nota una tendenza dei capi politici a lasciare spazio ai tentativi di pogrom, che essi non riescono ad arginare senza correre il rischio di perdere il potere. In conclusione, la fine delle esecuzioni portò alla critica giuridica dei processi, che a sua volta portò all’abolizione di leggi eccezionali per presunti crimini eccezionali. IV: Sfruttamento e mercificazione Lo sfruttamento creativo dell’immagine delle streghe raggiunse il culmine in epoca romantica; e non è un caso che ai suoi inizi stia il noto capriccio Il sonno della ragione genera mostri di Francisco Goya. Nell’età della borghesia la costruzione mitica di stampo nazionalistico incontrò da un lato ampi consensi, dall’altro aspro scherno. Il tema delle streghe acquistò nuovo significato nel corso del conflitto tra lo stato e la Chiesa cattolica dopo la condanna del razionalismo e del liberalismo promossa da Pio IX con il Sillabo. Quando venne proclamato il dogma dell’infallibilità papale, nel corso del Concilio vaticano I (1870), la questione delle streghe guadagnò importanza proprio nella polemica contro il soglio pontificio. Una variante nello sfruttamento del tema delle streghe si sviluppò nel contesto del movimento occultista, che fiorì a fine 800 nelle gradi metropoli europee. In Germania lo sfruttamento del tema delle streghe ha seguito un percorso tutto proprio. Se il primo uso commerciale della persecuzione contro le streghe di Lemgo, nel 1925, ebbe ancora il carattere di un avvenimento turistico successivamente l’ideologo Alfred Rosenberg, nel quadro della battaglia religiosa condotta dal nazionalsocialismo, trasformò l’appuntamento in un’attrazione a scopi politici. Nel contesto del folclore nazionalsocialista in molti luoghi della Germania si crearono gruppi di streghe che vennero sfruttati durante il carnevale, o nelle occasioni pubbliche, come una sorta di cheers-leader per accogliere le figure più importante del partito nazionalsocialista. A una radicalizzazione dell’argomento si arrivò negli ambienti del femminismo. Nel 1935 Friederike Muller-Reimerdes sostenne la tesi secondo cui il pensiero giudaico, la mancanza di radici del liberalismo e le regole mentali e religiose della Chiesa cattolica dominata dai preti e da dogmi estranei alla distinzione razziale avrebbero inferto le più profonde e sanguinose ferite alla dignità delle donne tedesche. La Chiesa avrebbe sistematicamente cercato di eliminare le donne e le madri bionde che portavano i caratteri della razza nordica. Gli uomini venivano condannati a morte al solo scopo di fornire allo sterminio delle donne la copertura di un approccio professionalmente neutro. Con lo slogan le streghe son tornate il nuovo femminismo, sviluppatosi a partire dalla metà degli anni Settanta del Novecento, ha portato anche in Europa occidentale a dimostrazioni nella notte del primo maggio, e ha reso popolari le streghe storiche come figure della riconquista di potere e spiritualità delle donne. Durante gli ultimi dieci anni sono stati pubblicati, scritti e venduti più libri sui culti esoterici e sulle streghe che in passato. 17
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