Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Wonderland: da Walt Disney ai Pink Floyd (riassunto breve), Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Riassunto del testo di storia culturale Wonderland di A.M. Banti

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 04/08/2020

francesca-carpita
francesca-carpita 🇮🇹

5

(3)

6 documenti

1 / 20

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Wonderland: da Walt Disney ai Pink Floyd (riassunto breve) e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! I. INDUSTRIA CULTURALE E CULTURA DI MASSA 1. L’INDUSTRIA CULTURALE •Cultura di massa = sistema di produzione e narrazioni trasmesse attraverso una serie di media (giornali, libri, immagini, film, canzoni...), pensati come strumenti di informazione ed intrattenimentBuo, per persone mediamente colte e con disponibilità di reddito contenute. •Essendo in grado di raggiungere un pubblico di vaste dimensioni, riescono a contribuire in modo determinante alla formazione delle strutture cognitive di milioni di persone. •Inoltre il deliberato orientamento verso il profitto fa di questo sistema produttivo una vera e propria industria culturale. •Tendenza alla concentrazione della produzione: cinema anni ‘20--> 8 grandi majors, radiofonia--> 3 network principali, 1930--> 3 etichette discografiche principali, comic books (1938) 3 case editrici •Le produzioni culturali mainstream sono legate tra loro da: 1. articolazione in generi 2. Struttura seriale 3. alto grado di intermedialità 2. GENERI L’articolazione in generi modella le aspettative del pubblico, che in tal modo può facilmente orientarsi verso il genere che predilige; coloro che apprezzano la cultura di massa ne valutano la qualità sulla base dei legami intertestuali che l’opera intrattiene con altre dello stesso genere Inoltre le narrazioni di genere hanno di regola un impianto dualistico ---> contrapposizione valori positivi e negativi Tendono ad essere ripetitive, perché utilizzano gli stessi sviluppi 3. SERIALITA’ Le storie possono essere serializzate secondo tre modalità: 1) singola storia a puntate: tecnica cliffhanger nella parte conclusiva; ‘800 2) storia articolata in sequenza di episodi autonomi: 3) serial continuo: soap opere (ambientate interni domestici, tono umoristico/melodrammatico, dominano personaggi femminili, molteplicità di plot paralleli) 4. INTERMEDIALIA’ La serialità contribuisce alla diffusione delle produzioni mainstream attraverso una forte fidelizzazione del pubblico alla storia o ai personaggi preferiti, tant’è che a volte è possibile trovare gli stessi personaggi attivi contemporaneamente al cinema, nei fumetti, alla radio e sulla carta. Questa fittissima intermedialità è fin dalle origini una delle caratteristiche proprie della cultura di massa mainstream (es. Disney snowhite) II. NARRAZIONI MAINSTREAM 1. There’s no place like home The Wizard of Oz 1939: • Viaggio di ricerca: percorso di formazione, crescita e maturazione (scarpette rosse, manico di scopa) • Culto della casa: tops classico visto il periodo storico caratterizzato da migrazioni di massa causate dalla grande Depressione + minaccia nuova guerra 2. Terra di eroi Three Little Pigs 1933 contiene un altro modello narrativo fondamentale nella cultura mainstream: A) un’armoniosa comunità è minacciata B) le istituzioni non sono in grado di contrastare aggressione C) un eroe altruista emerge e salva la comunità dal male D) la comunità torna allo stato di armonia Punto cardine di questa sequenza è comunque la home---> origine legata ai primi coloni che approdarono in America. Immagine eroe salvifico nel contesto europeo è legato alla cultura nazional-patriottica: coraggio, sprezzo del dolore e del pericolo e costantemente immersi in un’aurea di morte (spesso presente eroe martire) Nella tradizione narrativa statunitense prevale la figura dell’eroe vittorioso, immortale, violenza etica Questo tipo di narrazioni eroiche presuppongono che i cittadini diventino membri di una spectator democracy, ovvero di un sistema nel quale passivamente e conformisticamente ci si limita ad osservare gli eventi ed attendere che un eroe, o l’uomo al comando, risolva tutti i problemi. 3. ...e vissero (quasi sempre) felici e contenti Lieto fine = must narrativo della cultura di massa mainstream Romantic comedy tre tratti strutturali: 1) amore romantico 2) obbiettivo innamoramento = matrimonio 3) Rapporti esclusivamente eterosessuali (production code 1934) Eccezione per le soap opera 4. Genere, razza, classe Visione fondata sul riconoscimento di una rigida gerarchia di genere 5. Lieto fine Il lieto fine si affianca quindi all’inclinazione al conformismo, promossa dalla standardizzazione; i contenuti e le modalità di montaggio delle storie incoraggiano reazioni paranoidi di fronte a minacce reali o presunte. Il culto della violenza “giusta” sorretta da una visione del mondo manichea. In tutto ciò si può vedere una regressione permanente verso l’infantilismo emotivo che il pubblico della cultura mainstream accoglie condensata nell’imperativo del divertimento (divertirsi significa essere d’accordo) III. CONTRONARRAZIONI IN MUSICA: blues, hillbilly, folk 1. La “Anthology of American Folk Music” Se la musica blues non ha bisogno di imporre all’ascoltatore una morale, il folk militante non si può trattenere dal farlo. Chi canta ricorre sempre ad una voce narrante che deve svolgere la funzione didattica di portatrice di un messaggio politico. Le canzone più politicamente dense tuttavia si affidano ad una voce narrante esterna che sa come sono andati i fatti e si colloca su un piano morale superiore dei suoi ascoltatori che devono essere istruiti. Nel canzoniere radicale ci sono sempre i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. 9. Mappe dell’audiance A dispetto del fitto reticolo intertestuale che lega questi diversi stili, fino agli anni della seconda guerra mondiale essi continuano ad appartenere a circuiti comunicativi nettamente distinti. Musicisti neri per pubblico nero, musicisti bianchi per bianchi. Ed è proprio per questo motivo che al momento non sono in grado di minacciare nemmeno lontanamente l’egemonia delle musiche e delle narrazioni mainstream, pensate per rimuovere o ignorare i confini di classe, etnia o orientamento politico. IV.UN MONDO GIOVANE E INQUIETO 1. Essere giovani negli States Nuovo timing generazionale: i teenagers High school = spazio sociale, relativamente compatto, dotato di rituali, pratiche e valori propri che lo separano nettamente dal mondo degli adulti. Tuttavia non tutti i giovani sono nelle highschool e le ragazze e i ragazzi che abbandonano la scuola entrano spesso a far parte di gruppi amicali di strada; l’appartenenza ad una gang è una sorta di status temporaneo che accompagna il passaggio dall’infanzia all’età adulta. L’ambiente delle high schools è inoltre caratterizzato da una mappa della sociabilità gerarchica: leading crowds---> socialità centripeta rispetto a scuola, gruppi marginali---> socialità centrifuga 2. Convergenze culturali Sia i diversi gruppi amicali delle high schools, che quelli dei giovani delle gang di strada sono egualmente esposti all’impatto della cultura di massa, il che significa che i comportamenti effettivi divergono nella direzione dell’etica pubblica che domina la società giovanile. I maschi hanno un obbiettivo chiaro: cercarsi un lavoro e, poi, farsi una famiglia Per le ragazze gli obbiettivi sono rovesciati: l’unica prospettiva ammessa è quella del matrimonio e l’abbandono ogni attività lavorativa Sia i ragazzi delle high school che quelli delle gang costruiscono la loro identità su immagini di mascolinità eroica vincente; allo stesso modo le ragazze sognano un evento miracoloso in stile Cenerentola. 3. Identità controcorrente All’interno di questo universo si nota però l’emergere di comportamenti nettamente divergenti: i pachucos californiani, gruppi di giovani afroamericani e gruppi di giovani ragazze. 1) Pachucos: gang giovanili formate da messicani che segnano i confini sociogenerazionali che li separano dal resto della società attraverso scelte di consumo particolarmente bizzarre (zoot suit) 2) Gruppi di giovani afro: rispondono alla segregazione con un’impressionante creatività musicale. Nel periodo del primo dopoguerra inizia inoltre a diffondersi la moda delle danze di derivazione afroamericana (charleston). Siccome sono balli che possono essere danzati solo da giovani coppie a causa della rapidità dei movimenti, questi risultano fisicamente proibitivi per gente di età più avanzata, creando una frattura generazionale. (forte critica razzista, paura “perversione” della cultura afro) 3) Gruppi di giovanissime ragazze: durante i concerti di Sinatra le ragazzine gridano al punto di coprire la voce dello stesso cantante. Per le ragazze perdere il controllo, muoversi freneticamente, gridare, sono tutti modi per manifestare l’insofferenza nei confronti delle regole che condizionano l’espressione delle identità e della sessualità femminili. Queste diverse esperienze sono la prova che gli universi giovanili stanno sperimentando autonomi percorsi identitari. 4. <<Khaki-wackies>> Ingresso USA in guerra: 8 dicembre 1941 Nei pressi dei campi di addestramento dei soldati vengono allestiti dei luoghi di svago che comprendono anche le sale da ballo. Se molte ragazze si limitano a frequentare i locali per ballare, ce ne sono altre che sfruttano l’occasione per mettere in atto una più sfrontata sessualità: sono le cosiddette Khaki-wackies (pazze per il grigio-verde) Quando il fenomeno sembra diventare incontrollato e le preoccupazioni moralistiche si trasformano in ansie sanitarie per proteggere i giovani soldati dalle malattie veneree le autorità iniziano a compiere una serie di retate, arrestando numerose ragazze che si trovano nei pressi dei campi militari, per essere poi detenute in campi di prigionia in attesa dei risultati dei test. Le donne sono considerate dei soggetti pericolosamente sensuali, questa idea è molto diffusa e viene contrastata dal suo “doppio positivo” attraverso le rappresentazioni di donne rassicuranti, dedite alla famiglia e non particolarmente attraenti---> immagini per spingere le donne a partecipare allo sforzo di guerra 5. Pin-up Pin-up = immagini di ragazze da attaccare al muro, destinate soprattutto ai soldati impegnati al fronte Le immagini possono essere ad esempio di giovani attrici in voga o, molto spesso, disegni realizzati da Alberto Vargas per la rivista “Esquire” (che pubblica edizioni gratuite per i soldati). Al centro di ogni numero c’è un manifesto a doppia pagina che riproduce la Vargas Girl del mese. Le Vargas Girls sono esplicitamente sessualizzate e il ruolo che viene costruito intorno a loro è delle giovani ragazze belle, un po’ingenue, ma in fondo per bene. Le pin-up preferite tra i soldati suggeriscono che non era solo l’attrattiva sessuale, ma anche le visioni del matrimonio e della famiglia a renderle così desiderabili. La sequenza di star del cinema che si impone subito dopo la guerra traduce in realtà corporea l’ideale delle Vargas Girls. Questo modello normativo è particolarmente esigente: le donne devono essere seducenti, ma al tempo stesso conservare la propria rispettabilità. Centralità valoriale del matrimonio. Intanto la retorica bellica esalta l’assoluta necessità di difendere la home <<fare del nostro paese un posto sicuro per le donne che amiamo>> Una retorica di questo genere ci fa quindi pensare che nel dopoguerra ci si aspetti che le donne tornino a casa a fare le mogli, per lasciare spazio ai giovani uomini. V. PROVE DI NORMALIZZAZIONE 1. La casa dei nostri sogni Il sogno che nell’immediato dopoguerra è coltivato da milioni di americani---> abbandonare il centro città e farsi una bella villetta nei sobborghi. I sobborghi suburbani sono omogenei in tutto, anche dal punto di vista razziale attraverso una radicale esclusione dei neri da queste zone. I bianchi poveri e la stragrande maggioranza dei neri vivono nelle grandi città in veri e propri ghetti sociali e razziali. 2. Allarme rosso La componente paranoica che caratterizza la metanarrazione mainstream esplode quando i sovietici compiono il loro primo test atomico. Tanto l’amministrazione Truman, quanto quella di Eisenhower mettono in atto una paranoica ricerca e repressione dei comunisti. Le forme narrative mainstream aderiscono perfettamente a queste spinte politico-culturali: non solo offrono tranquillizzanti narrazioni che danno conferma dell’ottimismo derivante dal buon andamento economico (piano marshall, boom economico), ma danno anche una forma eticamente connotata alle ansie paranoiche che esplodono in questo periodo. Molte narrazione continuano ad insistere sulla minaccia alla home, da cui spiccano tre evoluzioni:  Sin dal dopo guerra abbiamo storie che descrivono team eroici in azione. Questi film indagano le psicologie dei componenti del team e permettono una combinazione di contemporanee morti sacrificali e vittorie eroiche dense di sofferenza.  Imporsi definitivo del racconto di fantascienza che spesso esplorano i disastri di società post-totalitarie o post-atomiche. La voga del periodo è stilistica e poetica del country blues viene conservata, ciò che cambia è il ritmo, che subisce un’accellerazione ---> obbiettivo di costruire una musica da ballo. L'R&B è il frutto di un’ibridazione tra i vari generi della popular music afroamericana con spunti anche dal pop bianco e dal country. I temi dominanti sono quelli della tradizionale narrazione blues (sconforto personale, viaggio, alcool...) Il successo di questa costellazione musicale è reso possibile dall’esistenza di un’articolata rete di case discografiche e di radio indipendenti. Un numero non alto di ragazzi e ragazze bianche inizia a mostrare interesse per l’R&B. L’opinione pubblica collega le nuove musiche apprezzate dai teenager alla delinquenza giovanile e gli amanti dei dischi sono considerati dei tossici, comunisti, contrari ad ogni convenzione sociale. Isteria pura. VII. ROCK AND ROLL 1. Giovani delinquenti La componente paranoica della tradizione culturale statunitense continua ad alimentarsi incessantemente non solo dalla paura del “nemico esterno” = il comunista, ma anche da quella del “nemico interno”= il giovane delinquente: si ha inoltre l’impressione che tutti quegli atteggiamenti devianti riconosciuti tipici delle comunità afroamericane stiano contagiando la gioventù bianca di classe media. Qualche osservatore ne trova le cause nella cultura mainstream, in particolare nei fumetti in quanto questi popolarizzerebbero stili di vita delinquenziali; i principali editori rispondono introducendo un codice di autoregolazione che mette fuori mercato la stra grande maggioranza di crime comic books 2. Nascita di una nuova musica Black Board Jungle racconta la storia di un professore che inizia ad insegnare in una high school di un quartiere popolare; lì deve scontrarsi con i comportamenti aggressivi di gang semidelinquenziali e giovani alla deriva. Il film vuole avere un impianto didattico e rimarcare la superiorità etica degli adulti. La canzone che viene scelta per l’apertura e chiusura è Rock around the clock, stile R&B , ma eseguito da musicisti bianchi. L’idea del regista è quella di associare questa nuova musica alla violenza e alla dissolutezza giovanile, tuttavia il film diventa una specie di trampolino di lancio per questa nuova canzone. Nel 1954 Elvis Presley incide il suo primo disco That’s all right: la struttura ritmica resta la stessa, ciò che cambia è che ora c’è un bianco che canta una musica che appartiene alla tradizione culturale afroamericana. 3. Rock and Roll e “moral panic” Dal 1955 al 1957 la nuova musica si afferma definitivamente e acquista il nome specifico “Rock and Roll”, la reazione più diffusa tra i media minstream è istericamente negativa tanto da proibire i dischi r’n’r dai juke box in alcune città 4. Parabole r’n’r Il r’n’r è una musica molto fisica, che invita al ballo e al divertimento, mentre le storie che racconta esaltano identità centrifughe rispetto alla scuola, al lavoro, al dovere; non è il tipo di musica che piaccia alle leading crowds. Per i ragazzi e le ragazze marginali, al contrario, il r’n’r significa rovesciare il senso di inferiorità rispetto alle leading crowds. Nonostante tutta quest’aura ribelle i musicisti r’n’r sono molto cauti nel raccontare esperienze sessuali e ha inoltre una connotazione di genere molto squilibrata. Il r’n’r risulta problematico per una parte dell’opinione pubblica perché, superando la linea del colore, sembra voler negare l’etica della discriminazione razziale. Ma non è così. Il r’n’r non contiene niente di veramente eversivo, le sue matrici originarie sono il blues e il country, ma il primo è filtrato attraverso l’R&B e del secondo si scelgono le declinazioni più pop. Inoltre nel canzoniere r’n’r non ci sono drammi veri, non c’è l’incombere della tragedia, niente che sia eticamente davvero controcorrente; non ci vorrà infatti molto prima che venga integralmente riassorbito dalla cultura di massa. D'altronde ciò che desiderano più di tutto i rocker dei primordi non è altro che essere abbracciati dal mercato della cultura di massa. 5. Tipi da spiaggia Un’altra subcultura giovanile che si forma in parallelo ai rockers è quella dei surfisti californiani; il senso della comunità è di godere di una vita selvaggia, a contatto con la natura, distanti dalla frenetica rat race che connota l’esistenza degli square. Un numero crescente di studenti delle high school decide quindi di scegliere lo stile di vita bohemien di chi, facendo surf, rifiuta i valori della società ordinaria per opporsi alle leading crowds Si tratta di un mondo ribelle dal contenuto incerto: la filosofia della comunità sta infatti nel rifuggire il mondo della scuola, del lavoro espandendo edonisticamente lo spazio del tempo libero. Queste connotazioni bastano a suscitare sdegnati attacchi critici nei media locali. Ma poi il mondo del surf trova il suo posto all’interno della cultura di massa mainstream attraverso riviste specializzate, cinema e musica pop. I protagonisti della svolta musicale sono i Beach Boys, abilissimi nel costruire canzoni che rielaborano armonie dell’R&B e del Rock’n’Roll entrando in classifica con canzoni come Surfin’safari o Surfin’ USA. A questo punto la moda del surf viene adottata anche dalle élite delle High School, così le originarie peculiarità controcorrente della comunità vanno del tutto perdute. Le storie parallele del r’n’r e del surf mostrano che la fragilità ontologica di quelle proposte controcorrente le espone facilmente a una depotenziamento e ad un riassorbimento all’interno della cultura d massa mainstream. Uno degli aspetti più importanti è che, per la prima volta nella storia della popular music, sembra si stia costituendo una scena musicale nella quale artisti bianchi e neri si esibiscono gli uni accanto agli altri. Ma l’esperienza dura poco, all’inizio degli anni Sessanta infatti le nuove mode del pop tendono a dividersi nuovamente secondo la linea del colore: gli stili musicali che attirano e comunità afro sono la soul music e lo stile Motown che tendono a rilanciare un senso di orgogliosa appartenenza alla comunità afroamericana. VIII. BEAT GENERATION 1. Hipster testadangelo In “Urlo” (1956), Ginsberg crea uno degli incipit più incisivi della letteratura americana. E’ un urlo di rabbia, una celebrazione dell’autodistruzione che l’autore condivide con altri giovani intellettuali, tra alcol e droghe. E’ un po’ ciò che faceva la Lost Generation prima della Seconda Guerra (Fitzgerald, Hemingway, Stein...) ma Ginsberg non va in Europa, resta in America alla disperata ricerca di un’identità che gli consenta di fuggire alla normalizzazione della cultura mainstream. Il gruppo originario è formato da Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William Burroughs, Lucien Carr, Joan Vollmer ed Edie Parker; tutti questi giovani sono accomunati da infanzie ed adolescenze a dir poco disastrate. Tra il ‘44 ed il ‘46 questi giovani aspiranti intellettuali elaborano una new vision della letteratura che vorrebbero produrre, guidata dall’idea che l’autoespressione priva di censura dovrebbe essere il nucleo fondante dell’attività creativa. Sin dagli anni Quaranta i membri del gruppo hanno iniziato ad autodefinirsi <<beat>>. Il termine ha due accezioni: quella originaria di <<battuto>>, <<prostrato>> e quella meno ovvia, lanciata da Kerouac che trasforma questo stato di prostrazione in una condizione di beatitudine, la beatitudine del perdente. 2. Un reading Tutto prende avvio nel 1955 a San Francisco durante una serata di lettura pubblica in cui Ginsberg legge la prima parte di Howl. Le testimonianze disponibili descrivono in particolare l’intensa fisicità della performance e come scrive lo stesso Kerouac la ritmicità complessiva assume quasi la forma di un’improvvisazione jazz, aspetto fondamentale per quest ultimo artista :<<voglio essere considerato un poeta jazz che suona un lungo blues in una jam session>> ribadendo come i principi fondamentali di questa tecnica di scrittura siano la spontaneità, l’improvvisazione ed il ritmo. Nella prima parte del poema di Ginsberg descrive una generazione visceralmente ‘’contro’’, accompagnata da un’esplicita celebrazione della pazzia, della sessualità libera e delle visioni derivanti dall’uso di droghe: il tutto descritto con la provocatorietà di chi sa benissimo quanto queste idee venissero represse nella società americana di metà anni Cinquanta. prima volta, riservano alle iniziative del movimento, contribuendone quindi alla popolarità. Nell’università di Ann Arbor, Michigan, due studenti prendono l’iniziativa di far rinascere una preesistente associazione giovanile socialista anticomunista (LID): nasce così Students for a Democratic Society (SDS). Nel giugno 1962 c’è un importante incontro a cui partecipano anche rappresentanti della LID, CORE, SNCC, NACCP e altre organizzazioni giovanili. In questa circostanza viene approvato il Manifesto di Port Huron. Il Manifesto è fortemente influenzato dal movimento per i diritti civili. Critica inoltre il sistema, la discriminazione razziale, la diseguaglianza economica, e si pone su posizioni pacifiste. E' attento anche ai temi del disagio esistenziale e generazionale. Il movimento cresce sempre di più e attira studenti anche fino ad allora non interessati alla politica. La diffusione è spinta anche dalla decisione di Johnson, nel 1964, di inviare truppe americane in Vietnam, e dalla conseguente diffusione di un grande movimento pacifista, di cui SDS è un importante rappresentante. 2. We shall overcome In ciascuna di queste iniziative la musica svolge un ruolo essenziale trasmettendo al Movimento una parte della tradizione della canzone folk di protesta, fiorita tra gli anni ‘30 e la Seconda Guerra. In particolare, il Movimento si impossessa di una canzone che finisce per diventare il suo inno: We Shall Overcome. 3. Il primo Bob Dylan Dylan arriva a NY nel gennaio del 1961 con la volontà di inerirsi nel circuito della musica folk. Il suo primo album è del 1962 e contiene 11 cover e solo 2 originali, uno dei quali è dedicato a Guthrie. Ma il disco si perde nella miriade di lavori folk promossi in quel periodo e non riscuote molto successo. Il secondo (1963) e terzo album “The times they are a-changin” (1964) contengono tutte, o quasi, canzoni originali. Musicalmente molto semplici, suonate con la chitarra acustica e l’armonica, timbro vocale molto particolare. Tra tutte le musiche, spicca “Blowin'in the wind”. Le sue canzoni mostrano sensibilità per i marginali, neri, poveri, sensibilità che deriva dalle matrici beat, folk e blues. Mostrano un modo nuovo di guardare la società toccando corde profonde tra i giovani della SDS o SNCC. L’autore si impone nel repertorio del Movimento per i diritti civili o del nascente movimento studentesco e sembra così candidarsi al ruolo di portavoce dei movimenti di protesta, e in effetti vi partecipa anche. Ma in realtà questo è un ruolo che non ha cercato e che gli va stretto, tanto che nel ‘64 pubblicherà l’album Another Side of Bob Dylan; dal punto di vista musicale il nuovo LP non contiene novità, è l’impianto testuale che segna un punto di svolta: i commenti sull’attualità politica vengono sostituiti da canzoni d’amore o al massimo da critiche verso l’ottusità Americana. 4. Dall’altra parte dell’Atlantico Finora l’Europa ha subito l’impatto delle varie forme che l’intrattenimento culturale ha assunto negli USA a causa del rapporto di dipendenza economica e politica che si è creato dopo la fine della seconda guerra mondiale. Un po’ più velocemente che in altri paesi la popular music statunitense approda in Gran Bretagna; è così che oltre al jazz, al r’n’r e al R&B, anche un genere che all’epoca negli States è completamente di nicchia comincia a farsi strada in GB: il blues. Ad eseguire l’addolorato repertorio del blues sono soprattutto giovani bianchi che hanno sofferto comparativamente poco rispetto alle comunità afroamericane statunitensi, ma che probabilmente si sono sentiti intrappolati nel sistema di classe e di caste proprio dell’Impero britannico. La struttura educativa inglese è infatti istituzionalmente più rigida rispetto a quella statunitense e anche gli studenti universitari vengono descritti come conservatori piuttosto docili. Diverso è il panorama che riguarda i contesti operai, molti ragazzi infatti guardano con insofferenza al sistema valoriale degli ambienti da cui provengono. Per questo danno vita a gruppi subculturali connotati da particolari scelte stilistiche che la stampa britannica ovviamente associa ad un alto grado di degenerazione morale. -Teddy Boy: si formano nei primi anni Cinquanta e adottano uno stile direttamente derivante dalla cultura di massa statunitense, come l’abbigliamento zoot suiters o quello da gangster dei film hollywoodiani. -Mod: da fine anni Cinquanta la subcultura dei Ted viene assorbita da quella dei Mod, caratterizzati dall’uso di abiti eleganti dell’alta moda Italiana e dalla Vespa. Una ricerca sociologica mostra che il mod-tipo è un giovane con un lavoro a bassa specializzazione che vuole rovesciare la realtà delle cose, come segno di netta distinzione dalla società circostante, ma anche dai teddy boy che hanno manifestato spesso inclinazioni maschiliste e razziste. Diversi gruppi di mod sono formati infatti da ragazze. -Rocker: contemporanei ai mod, ma in netta opposizione a loro, i rocker rielaborano il modello dei bicker americani adottando un sistema di valori che vuole distinguerli dalla presunta effemminatezza dei mod attraverso un’accentuata esibizione di vigoria maschile. 5. I Beatles La nuova moda musicale (beat music) viene lanciata dai Beatles già dopo l’uscita del loro primo singolo Love me do 1962. In realtà tra il 1962 e il 1964 la proposta musicale dei Beatles non è poi così diversa da quella di molti altri musicisti pop: prendono come forma base il r’n’r utilizzando testi che narrano soprattutto di semplici storie d’amore, mai vissute in modo drammatico. Le musiche sono straordinariamente efficaci, ma nel rispetto di uno standard già largamente utilizzato. Nel 1963 la nuova hit I Want to Hold Your Hand schizza in cima alle classifiche prima britanniche, poi statunitensi, dove i giovani musicisti arrivano nel 1964 accompagnati da un’intensissima campagna pubblicitaria. X. FEED YOUR HEAD ! 1. La british invasion Grazie ai Beatles, una vasta generazione di musicisti loro coetanei, divengono protagonisti di un processo di conformismo, simbolo di quanto potente sia la cultura di massa. Il successo del gruppo infatti apre le porte del mercato statunitense al pop britannico: non era mai successo prima che il mercato americano dei consumi di massa accogliesse un numero così alto di musicisti non americani. Il fenomeno (1964-1966) viene chiamato per questo British Invasion. L’invasione porta negli USA musicisti molto diversi. Alcuni fanno pop semplice, tipo Beatles; altri si estremizzano, come i Kinks. Poi c’è un terzo gruppo di band (Bluesbreaker, Yardbirds, Animals, Rolling Stones), che hanno una grande passione per il blues e il R&B. Probabilmente questi, provenienti da famiglie di classe bassa, vedono la terra desolata del blues come una trasposizione della loro emarginazione. Alcune band, come i Bluesbreakers hanno un approccio rigoroso nei confronti del blues, altre come gli Animals o i Rolling Stones, uniscono il blues ad altri generi come il folk, il r’n’r, l’hard country, creando brani nuovi e ibridi. Gli Animals nel 1964 reinterpretano due brani appartenenti alla tradizione folk afroamericana e bianca, con “Baby let me take you home” e “The house of the rising sun”. Mostrano le potenzialità comunicative e commerciali della nuova strumentazione elettrica, e aprono universi narrativi lontani dalle rassicuranti storie dei Beatles. “The house of the rising Sun” per esempio parla di un ragazzo che segue le orme del padre e tenta la carriera di giocatore d’azzardo per finire male e meritarsi il carcere. I Rolling Stones cominciano a formarsi nel 1961, quando Mick Jagger e Keith Richards si incontrano nei sobborghi di Londra, avevano frequentato le elementari insieme ma poi avevano preso strade diverse. A loro si unisce Brian Jones, che come gli altri ha la passione del blues. Proprio dal blues nasce il nome della band, adattando il titolo di un brano di Muddy Waters (Rollin’ Stone del 1950). Due anni dopo si uniranno al gruppo anche Bill Wyman e Charlie Watts. Cominciano ad esibirsi in vari locali londinesi e riescono ad avere un contratto. Nell’aprile del 1964 il loro disco va in vetta alle classifiche. A giugno i Rolling Stones sono in America (come fecero i Beatles) per lanciare il tour; ma non riscuotono grande successo, nonostante in patria siano già degli idoli indiscussi. La svolta arriva con “Satisfaction” e sopratutto con il nuovo album “December’s Children”. Gli Stones sono strafottenti, arroganti, trasandati, cantano versi aggressivi e forti, e per l’epoca sono decisamente insoliti nell’universo pop. Ma le narrazioni scabrose e l’atmosfera poetica rude, è propria dell’esperienza blues e R&B che loro hanno abbracciato. E grazie al loro successo, il blues (l’inquietudine profonda, l’amore andato male, la forza del desiderio sessuale ecc) che sempre è rimasto in territori marginali, viene lanciato sul mercato di massa. Gli elementi di novità degli Stones sono due: l’uso del riff (breve cellula melodica che introduce un brano e ricorre poi nel corso dell’esposizione come leitmotiv) e
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved