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Wonderland- La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Riassunto approfondito capitolo 2

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 15/07/2019

Alessandro_Martinelli
Alessandro_Martinelli 🇮🇹

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Scarica Wonderland- La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 2- NARRAZIONI MAINSTREAM 2.1 There’s no place like home Prendiamo in esame il cult “Il Mago di Oz”, una produzione Mgm del 1938 con la giovane Judy Garkand nei panni di Dorothy. In poche parole tutta la vicenda è una metafora per raccontare il viaggio di crescita della protagonista e il suo passaggio dall’infanzia alla pubertà, allontanandosi dal luogo di nascita e attraversando mille peripezie per poi riuscire finalmente a tornare a casa e integrarsi nella comunità come una giovane donna. Qui, come anche ad esempio nei classici Disney, si assiste a un’esaltazione della sfera domestica e familiare, luogo di eterna felicità. Le storie di come le eroine/principesse riescano a coronare il loro sogno di sposarsi felicemente e riunire la famiglia grazie alla loro perseveranza e la fedeltà nei valori sono una consolazione per tutte quelle famiglie divise dalle migrazioni, dai disagi economici e dalla guerra. 2.2 Terra di eroi La casa, nell’immaginario collettivo, non si riduce al focolare domestico ma va intesa come comunità e patria. Nasce così il culto degli eroi, che riescono con le loro doti sovrumane a salvare la bella in pericolo e il paese (o il mondo intero) dalle minacce dei supercattivi. Contrapposti alla figura dell’eroe, i panni dei cattivi sono spesso attribuiti alle popolazioni indiane o nere, esprimendo il forte sentimento razzista diffuso all’epoca (Buffalo Bill’s Wild West Stories, Birth of a Nation) La figura dell’eroe, sprezzante del pericolo, coraggioso e geloso del proprio onore, si divide in due categorie: Quello sacrificale e quello vittorioso. Nel primo caso si assiste a una cristianizzazione della morte sacrificale, dove l’eroe accetta la morte pur di salavare la bella/la patria/l’umanità, compiendo il gesto eroico come esempio per tutti i giovani durante la guerra. Nelle storie di eroi, anche in questo caso presenti in diversi media, una caratteristica fondamentale è la nettissima distinzione tra bene e male/buoni e cattivi e l’uso di una “violenza giusta”, esercitata a fin di bene contro i cattivoni di turno. L’eroe ha spesso una seconda vita parallela, un alter-ego imbranato e timido che permette a qualsiasi spettatore medio di identificarvisi e sognare una rivalsa anche nella propria vita (Superman e Clarck Kent, Wonder Woman e Diana Prince…) Accanto a trasmissioni radiofoniche, film e fumetti, il culto degli eroi si estende anche al commercio di gadget di vastissimo genere, costituendo un vero e proprio business. 2.3 …e vissero (quasi sempre) felici e contenti Il lieto fine, ad esempio nel caso dei classici Disney, consiste fondamentalmente nell’innamoramento e nel felice matrimonio tra il principe e la principessa. Da sottointendere c’è la formazione di un nuovo nucleo familiare e la nascita dei figli, unico vero scopo etico della donna e della scoietà ed esclusiva via per il raggiungimento della felicità. Alla sfera sessuale si allude solo da lontano, seguendo le norme dalla censura imposta in quel periodo, e a cosa succeda dopo il lieto fine non si fa alcun accenno. La vita matrimoniale è invece terreno fertile per le soap radiofoniche. Concepite per un pubblico femminile di casalinghe hanno uno sviluppo molto drammatico: temi fequenti sono adulteri, crisi economiche, incomprensioni, segreti indicibili ecc., costituendo un ciclo infinito di problemi e risoluzioni. I personaggi buoni trovano sempre nuove vie mentre i cattivi vengono puniti. Le protagoniste sono sempre femminili, che esaltano la moralità e le virtù, mentre gli uomini hanno ruoli marginali. Soap radiofoniche più famose: “The Romance of Helen Trent” e “Stella Dallas”. Questo tipo di ciclicità drammatica viene ripresa anche da alcuni film, primo fra tutti “Via col Vento”, dove la protagonista supera tutte le difficoltà senza mai perdersi d’animo, nemmeno alla fine. 2.4 Drammi morali I drammi morali sono storie dove il vizio è contrapposto alla virtù e viene punito, per ristabilire l’ordine morale. Si tratta in primis delle crime stories (Sherlok Holmes, Poirot, Miss Marple…) ma anche di film drammatici, dove il vizio è spesso incarnato dalla figura femminile. La femme fatale, la seduttrice o la ragazza viziata e irriverente vengono sempre punite per la loro condotta (Jezebel, 1938) 2.5 Genere, razza, classe Genere: maschilismo e sessismo Nel caso delle commedie invece, la donna vivace ed esuberante trova finalmente la felicità (e il contenimento che si addice a una signora) solo con il matrimonio con Mr. Right, un po’ come se fosse una “bisbetica domata” (modello di questo genere “It happened one Night”) A “mettere in riga” le mogli sono in genere uomini di estrazione sociale o istruzione più bassa, con caratteri rudi e passionali. Le donne invece hanno un ruolo passivo e subiscono in realtà quelli che giustamente al giorno d’oggi reputeremmo dei soprusi, come le violenze domestiche. Questo accade in “Boom Town” ma anche in alcuni estratti di “Via col vento”. Razza: Come abbiamo già detto, molte produzioni dell’epoca hanno caratteri anche dichiaratamente razzisti (Birth of a Nation-1915) e nei pochi film in cui appaiono persone di colore, queste hanno ruoli generalmente marginali (come la servitù), mentre gli indiani hanno il ruolo fisso di antagonisti. Unica eccezione, la sitcom radiofonica Amos ’n’ Andy, dove due attori bianchi interpretano i protagonisti di colore con caratteri piuttosto positivi. Classi: Per quanto riguarda le classi, essendo produzioni rivolte alla massa, gli eroi o comunque i personaggi positivi sono spesso di estrazione sociale medio-bassa, vittime di avidi imprenditori senza scrupoli o donne ricchissime e malevole. La giustizia finisce comunque sempre per trionfare (Furore, Stagecoach-Ringo) In sintesi possiamo dire che: -Nel passaggio tra un media e l’altro (specie dalla letteratura alla cinematografia), vengono rimossi i finali drammatici e vengono censurati tutti i taboo come la sessualità e in particolare l’omosessualità ( accade in La calunnia, Furore, Il Grande Sonno); -Il lieto fine è quindi nella maggior parte dei casi una prerogativa della produzione mainstream, con funzione consolatoria e di riscatto; - I personaggi ricoprono il ruolo di esempi da imitare (e non), ma hanno anche tratti molto umani che permettono al pubblico medio di identificarsi con i suoi eroi;
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