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Wonderland - La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Riassunto approfondito capitolo 1

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 15/07/2019

Alessandro_Martinelli
Alessandro_Martinelli 🇮🇹

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(3)

7 documenti

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Scarica Wonderland - La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 1-INDUSTRIA CULTURALE E CULTURA DI MASSA 1. L’industria culturale Ci troviamo negli Usa nel 1939 quando nelle principali sale cinematografiche viene proiettata la produzione Disney de “I tre porcellini”. Nonostante le apparenze , si tratta di un lungometraggio d’animazione (regia di Burt Gillet) di straordinaria bravura tecnica e raffinatezza compositiva, che può essere preso come esempio per introdurre aspetti importanti della cultura di massa. LA CULTURA DI MASSA consiste nel sistema di produzione e circolazione di informazioni trasmesse attraverso una serie di media (giornali, libri, immagini, film, musiche e canzoni), pensati come strumenti d’informazione e d’intrattenimento per persone mediamente colte e con disponibilità di reddito relativamente contenute. Basandosi sul principio della semplificazione argomentativa o narrativa, ed essendo offerte a prezzi molto contenuti, queste produzioni culturali sono in grado di raggiungere un pubblico di vaste dimensioni. Un contributo fondamentale è indubbiamente dato dai progressi nel campo dell’alfabetizzazione, ma la maggior parte dei media (come la musica, la fotografia, il cinema ecc) non necessitano di un particolare grado d’istruzione in quanto hanno un impatto immediato e contengono contenuti spesso semplificati. In questi anni (’20-’30), l’incremento e l’affermazione di produzioni appartenenti alla cultura di massa (mainstream) è dato principalmente dal perseuimento di uno scopo meramente lucrativo. Infatti a produttori ed editori non interessa tanto creare opere intellettualmente riuscite, quanto raggiungere immediatamente il consenso del grande pubblico e di conseguenza i maggiori profitti possibili. I principali media e la loro struttura nei primi decenni del ‘900: A dominare il sistema cinematografico statunitense di questo periodo sono otto grandi società, tra le quali la Warner Bros, la Paramount Pictures, la 20 Century Fox, La Universal, la Columbia e la Metro- Goldwyn-Mayer. Molte di queste posseggono anche le principali catene di sale cinematografiche, controllando così non solo la produzione, ma anche l’intera distribuzione dei loro prodotti. L a radiofonia nasce invece per usi militari nei primi anni del XX secolo, ma presto iniziano le prime trasmissioni indirizzate al grande pubblico. Tre grandi network (Nbc, Cbs, Mbs) comprano o stringono accordi con le emittenti locali e si autofinanziano con un servizio di sponsor e pubblicità. Allo stesso modo il mercato discografico è monopolizzato da tre grandi etichette: la Rca Victor, la Decca e la Columbia/Arc. Nel campo del fumetto poche aziende hanno contratti esclusivi con disegnatori e allocano le strisce disegnate ai diversi giornali statunitensi. Il fumetto si emancipa da quotidiani e periodici nel 1938, con la pubblicazione del primo Comic book autonomo, contenente le storie del primo famoso supereroe: Supermen. Visto il successo ottenuto nascono immediatamente moltissimi altri fumetti di supereroi: Human Torch, Green Lantern, Capitan America, Wonder Woman… Si impongono anche in questo caso tre grandi case editrici, tra cui la Marvel. In questi anni si sviluppa una chiara tendenza alla formazione di grandi concentrazioni intermediali. Si tratta di strategie economiche e commerciali che mirano a costruire rapporti sinergici tra colossi di radio, discografia e cinema. Proprio per questo motivo, a cavallo della seconda guerra mondiale le autorità sono costrette a porre dei limiti a queste aggregazioni seguendo politiche antitrust. In breve, negli anni ’20 e ’30 la cultura di massa è determinata dalla concomitanza di produzioni mainstream di vario genere (film hollywoodiani, fumetti, radiodrammi, musiche da hit parade e romanzi popolari). Queste sono indirizzate al grande pubblico, contengono pressochè i medesimi principi etici/ morali e sono legate dall’intreccio di 3 fondamentali dispositivi: la suddivisione in generi, la struttura seriale delle narrazioni e un altissimo grado di intermediabilità. 2. Generi Nel caso della cultura di massa non è difficile attribuire una determinata produzione al suo genere di riferimento (giallo, avventura, western, commedia romantica…). L’identificazione di un genere deriva da alcune semplici caratteristiche di base: l’ambientazione spazio-temporale, la natura del protagonista e i compiti che gli sono assegnati. Questa strutturazione modella le aspettative del pubblico, che può facilmente orientarsi verso il genere che predilige. PREVEDIBILITA’ e ripetitività degli schemi narrativi del genere sono un tratto fondamentale delle produzioni mainstream. Nonostante queste caratteristiche siano generalmente connotate da un’accezione negativa, nel caso della cultura di massa svolgono invece il ruolo fondamentale di dare un senso di conferma e di rassicurazione al pubblico, il quale può abbandonarsi a una “falsa suspence” con l’intima consapevolezza che poi arriverà il lieto fine. Questo processo di standardizzazione che coinvolge tutti i media, forma un pubblico totalmente passivo, annullandone ogni capacità di pensiero critico e autonomo. Le persone di accontentano di strutture cognitive povere, rigide e conformiste pur di rifugiarsi, almeno momentaneamente, dalla vita di tutti i giorni. In definitiva, tutto ciò che il pubblico vuole è annullare i problemi per qualche ora e lasciarsi convincere che il lieto fine arrivi sempre, specialmente nel duro periodo della Depressione e della guerra. Corrispettiva della passibilità è la regressione intellettuale riscontrabile anche nelle canzoni pop, regolarmente connotate da una tremenda povertà lessicale e da pochi insignificanti argomenti (anche in questo caso ripetitivi) riguardanti l’amore sentimentale e sdolcinato. 3. Serialità
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