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Workshop Workshop “Tutela e promozione dei diritti fondamentali. Percorsi professionali tra istituzioni europee e ONG”, Sintesi del corso di Diritti Umani

Workshop “Tutela e promozione dei diritti fondamentali. Percorsi professionali tra istituzioni europee e ONG” di Martina Silvestri

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 28/05/2021

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Scarica Workshop Workshop “Tutela e promozione dei diritti fondamentali. Percorsi professionali tra istituzioni europee e ONG” e più Sintesi del corso in PDF di Diritti Umani solo su Docsity! Vittoria Sabatini Matricola: 580122 WORKSHOP: “Tutela e promozione dei diritti fondamentali. Percorsi professionali tra istituzioni europee e ONG” INTRODUZIONE In data 4 e 7 maggio 2021, l’Università di Pisa ci ha dato la possibilità di seguire due lezioni in streaming, sulla piattaforma Microsoft Teams, della Dottoressa Martina Silvestri nel contesto del Workshop “Tutela e promozione dei diritti fondamentali. Percorsi professionali tra istituzioni europee e ONG”. Nell’arco di queste due lezioni, la docente ci ha fornito una panoramica delle opportunità lavorative nell’ambito delle istituzioni europee ed Organizzazioni Non Governative, focalizzandosi specificatamente sul tema della protezione e tutela dei diritti umani. L’esperta, Martina Silvestri1, è Project manager; lavora all’interno della direzione generale Human rights del Consiglio d’Europa ed ha una lunga esperienza nelle Ong italiane e non. Le sue principali attività sono legate alla tutela e promozione dei diritti umani. Un primo passo verso le Dichiarazioni storiche dei diritti umani La docente nella prima lezione ha iniziato col porci domande riguardanti la volontà sul nostro futuro. Ci ha chiesto, per esempio, perché abbiamo scelto la nostra università attuale, ovvero Scienze Politiche, se tale scelta sia scaturita da l’idea precisa di un ruolo o un posto di lavoro da svolgere successivamente, e infine se durante il periodo di studi ci siamo chiariti le idee. Inoltre ci ha domandato, qualora volessimo sviluppare la nostra carriera lavorativa fuori dall’Italia, se avessimo già avuto esperienze all’estero e se fossimo in grado di parlare fluentemente l’Inglese (l’esperta afferma che nel caso volessimo specializzarci tramite un master all’estero ci servirà un livello di inglese C1). Alcuni studenti hanno risposto a queste domande dando spunti interessanti per portare avanti la discussione, permettendo alla dottoressa di introdurre la propria presentazione. La docente ha fin da subito sottolineato i vantaggi di studiare o lavorare all’estero, infatti, oltre ad imparare necessariamente le lingue, l’esperta Silvestri ci ha fatto 1 https://www.linkedin.com/in/martina-silvestri-7772167/ 1 capire che sostenere un’esperienza all’estero porterà vantaggi indubbiamente alla nostra carriera, di conseguenza al nostro CV2. Dopo una breve introduzione la docente ha iniziato a trattare l’argomento del workshop, partendo dalla spiegazione storica di una serie di documenti sui diritti umani. Ha illustrato un escursus storico, partendo dalla dichiarazione incisa sul “Cilindro di Ciro”3, che potrebbe essere definita come la prima dichiarazione dei diritti umani di sempre, essa istituì una organizzazione che tutto sommato fu simile a quella dell’ONU oggi. Può essere per questo considerata la prima carta dei diritti umani nella storia umana. Vi è poi il turno della “Magna Carta”, redatta nel 1215, che elencava quelli che successivamente vennero considerati i diritti umani. Nel 1628 invece abbiamo la “Petizione dei diritti”, creata dal Parlamento inglese, come dichiarazione delle libertà civili. E’ presente poi la Costituzione degli Stati Uniti, ovvero la legge fondamentale del sistema di governo federale statunitense, che costituisce il documento che rappresenta la pietra miliare per il mondo occidentale (è la più antica costituzione nazionale scritta che sia attualmente in uso). Per ultima la “Dichiarazione Francese dei Diritti dell’Uomo e dei Cittadino” (1789 - adottata dall’Assemblea Costituente Nazionale), essa dichiara che a tutti i cittadini vanno garantiti i diritti di “libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all’oppressione”. Essa è la base delle dichiarazioni sui diritti umani che abbiamo oggi. I testi normativi attuali sui diritti umani Silvestri ha successivamente introdotto i testi normativi attuali sui diritti umani; di essi importante ricordare nel 1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani4 a seguito della Seconda Guerra Mondiale, questa è stata la prima volta in cui si ebbe una presa di coscienza generale sui diritti umani, insieme ad essa importante anche la Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici (1966) e la Convenzione Internazionale dei diritti economici, sociali e culturali (1976), forma l’International Bill of Human Rights. Ci sono poi le Costituzioni nazionali europee, comprese nella parte prima delle costituzioni (almeno per quella italiana). 4 M. Silvestri, Tutela e promozione dei diritti fondamentali, slide n. 3 3 M.Silvestri, Tutela e promozione dei diritti fondamentali, slide n. 2 2 Curriculum vitae 2 Su queste tre tematiche il consiglio è l'unico che adotta standard di diritti umani in Europa, esistono altre organizzazioni ispirate, ma che non hanno lo stesso potere. Una delle sue principali funzioni è quella dello standard setting. Il Consiglio ha sviluppato anche altre funzioni nel tempo, come quella di monitoring: monitorano Paese per Paese la situazione, non solo normativa, ma anche la messa in pratica di queste leggi, infatti fanno vere e proprie visite. Prima di redigere un rapporto ottengono informazioni, il Paese membro di solito prepara un rapporto ogni anno e lo invia al proprio organo di monitoraggio. La funzione del monitoraggio è nata intorno agli anni ‘80-‘90. Si è sviluppata anche la cooperazione, negli ultimi venti anni. Relativamente agli ultimi dieci, il budget del consiglio non è molto sostanzioso, grazie a essa il consiglio ottiene dei fondi esterni che consentono di operare con dei progetti. Alcuni stati a livello individuale finanziano quegli stati che non sono nell’Unione Europea e che per ragioni diplomatiche o politiche vogliono un ruolo attivo. L’idea è quella di fare in modo che i Paesi abbiano un sistema nazionale che non violi la soddisfazione dei diritti umani. Non esistono dei casi grossi di non esecuzione, in generale le sentenze sono sempre state eseguite e le relative multe pagate. Tra i vari Paesi, l’Italia è considerata tra i grandi violatori, la maggior parte legati alla lunghezza della procedura ( violazione di fatto per avere un lungo processo). E’ vero che il lavoro del Consiglio è piuttosto giuridico, infatti Silvestri sottolinea il fatto che per noi studenti di Scienze Politiche non è semplice entrarvi, mentre per chi ha interesse in ambito giuridico resta una parte aperta. Per quanto riguarda il lavoro si trova una certa facilità nell’ottenere proposte di contratto temporaneo. Relativamente alla formazione, più essa è giuridica più sarà presente la possibilità soprattutto in campo di monitoring. Esistono comunque traineeships, stage, dalle otto settimane ai cinque mesi (a Strasburgo o in Paesi del sud-est asiatico, del Nord Africa o in Paesi dell’Africa centrale). E’ presente uno Stage presso la Rappresentanza permanente Italiana al CoE (MAE-CRUI), Silvestri ci ha infatti fornito il sito dove potersi candidare. Unione Europea Per quanto concerne l’Unione Europea, essa offre molto meno in termini di diritti umani. Alcune delle istituzioni che tengono ai diritti umani sono la Commissione Europea, Consiglio, Corte di Giustizia, Parlamento, è presente anche il Fundamental Rights Agency (FRA) dell’UE. 5 La docente ci ha spiegato inoltre che gli stage all’interno dell’unione sono pagati meglio. Le ONG internazionali più conosciute che si occupano di diritti umani, specificamente elencate dall’esperta, sono Amnesty International, Human Rights Watch, Open Society, Transparency International, Helsinki Committee, Civil Rights Defenders, Human Rights Without Frontiers International. All’interno di esse è molto difficile ottenere degli stage. CV and cover letter L’esperta Silvestri infine, nell’ultima parte della lezione, ha parlato più in generale dei vari requisiti e conoscenze per poter scrivere un buon curriculum vitae e la cover letter, strumenti fondamentali, sempre secondo la docente, per poter accedere a un futuro stage o anche e soprattutto nel mondo lavorativo. La docente inoltre ha invitato ognuno di noi studenti a scrivere il relativo curriculum e la lettera, così da poterne discutere ed affrontare un’analisi la volta successiva. Secondo l’analisi della lettera di presentazione e CV degli studenti, l’esperta consiglia di non iniziare a scrivere “in negativo”, cioè di dire cosa non si è fatto o cosa ci manca. Se si cita CV è per raccontare l’esperienza di lavoro o di studio, pertanto deve essere chiaro perché si cita qualcosa, ossia per dimostrare una specifica capacità. E’ necessario mettere in luce le competenze, estrapolare dal curriculum le cose chiave per il ruolo specifico per cui ci candidiamo e dargli rilievo (possibile evidenziare tre/quattro parole chiave con grassetto). Per gli achievements9, conviene riferirsi ai successi nella storia professionale o di studio, citare compiti portati a termine, di cui si può vantare un risultato e un prodotto, ciò dimostra consapevolezza. E’ importante, secondo l’esperta, non sottolineare tanto quanto sarebbe ideale l’ottenimento del posto per la nostra formazione personale, quanto piuttosto il fatto che possiamo servire al datore di lavoro, è doveroso rendersi appetibili, mettere in risalto la propria motivazione ancor più del master. Si deve dimostrare di avere le idee chiare, di avere già in mente un futuro; la stessa cosa vale per le tematiche, se abbiamo tematiche che ci stanno a cuore, sono da evidenziare anche per il posto per cui si fa richiesta. Ci sono parti del CV da valorizzare, come ad esempio perché certe scelte sono state fatte (lingue studiate, esperienze all’estero dimostrano un interesse internazionale). E’ utile inoltre identificare dei settori di interesse (per esempio i diritti delle minoranze, ambiente, democrazia). 9 qualcosa che ti permette di risaltare rispetto ad altri che magari hanno esperienze e abilità molto simili alle tue 6 In un buon CV occorre menzionare le esperienze di lavoro, di educazione/formazione, le lingue, le capacità digitali, capacità personali, hobbies e interessi (interessante perché mostra parte della personalità). In generale per le lingue si considera un livello professionale per poter lavorare almeno il C1. E’ meglio evidenziare tre capacità personali più importanti e più utili per il lavoro per cui si invia candidatura, è importante anche per far capire a chi seleziona che si è capito cosa viene richiesto. Per quanto concerne gli hobbies e gli interessi, è da tenere sempre presente lo scopo del CV, che è quello di trovare lavoro, quindi si possono esprimere parti di sé, ma sempre nell'ottica di essere “appetibili” per chi seleziona, occorre tenere in testa chi legge e cosa si aspetta la persona che seleziona (omettere alcune cose e valorizzarne altre). Se le esperienze lavorative non sono inerenti al lavoro per cui si fa domanda, si possono omettere, ma a volte va bene comunque inserirle, se poi si fa riferimento a delle capacità acquisite durante durante queste esperienze. Inoltre nella lettera di presentazione è opportuno evidenziare come si è sempre lavorato, (un esempio è il cameriere, per mantenersi gli studi), ciò può essere interessante per dimostrare di essere pieni di risorse ed è dimostrazione di fare più sforzi per ottenere un risultato. La media di tempo per trovare un lavoro o uno stage è di sei mesi in ambito europeo, perciò è importante saper gestire la tempistica, importante avere una “strategia”. La lettera è importante per dimostrare cosa si è appreso, quale capacità abbiamo sviluppato, è un’attività di autoanalisi per dimostrare di essere consapevoli. E’ importante fare candidature spontanee, se c’è un posto o un’azienda che ci interessa, è importante approcciarsi senza aspettare che aprano loro delle candidature. E’ da spiegare nella lettera perché ci interessano proprio loro, perché li contattiamo, e quali sono le nostre caratteristiche che potrebbero interessare, è consigliabile far sapere di essere interessati, anche solamente a un'esperienza di stage a caso. Silvestri ha introdotto poi la sezione del CV “about me”, una sezione in cui ci si può presentare come persona. Qui ci sono le competenze che possiamo valorizzare, il lato del carattere di noi che emerge, diamo così’ un input di quello che siamo. Quando decidiamo che una cosa ci interessa, possiamo guardare siti e tipi di attività, per dimostrare a chi ci seleziona che conosciamo l’argomento. La docente, se ci sono tematiche che ci interessano, ci invita ad iscriverci alle newsletter delle istituzioni che ci possono interessare, per avere aggiornamenti su quello che fanno (es. opportunità di stage). 7
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