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Il Romanticismo Spagnolo: Contesto Storico e Socio-Politico - Prof. Resta, Appunti di Letteratura Spagnola

Un'analisi dettagliata del romanticismo spagnolo, esplorando il contesto storico e socio-politico che lo ha caratterizzato. Viene descritta la crisi europea provocata dalla rivoluzione francese, l'ascesa e la caduta di carlo iv di borbone, la guerra d'indipendenza spagnola, la costituzione spagnola del 1812 e il decennio nefasto. Inoltre, viene esplorato il dramma romantico e le sue caratteristiche principali, con un focus sulle opere di autori come johann wolfgang von goethe, walter scott, chateaubriand e josé zorrilla.

Tipologia: Appunti

2018/2019

In vendita dal 02/05/2024

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Scarica Il Romanticismo Spagnolo: Contesto Storico e Socio-Politico - Prof. Resta e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Lett. Spagnola II — Temario Naria Resta Appunti a cura di Giacomo Parrinello 1)XIX Secolo: IL ROMANTICISMO SPAGNOLO Contesto storico e socio-politico Per quanto riguarda la Spagna si tratta di un secolo attraversato da avvenimenti che hanno determinato un’instabilità socio-politica, specialmente nei primi 2/3 del secolo. Si parla di instabilità politica come effetto di una contrapposizione di fondo che caratterizza l’intero secolo fra due schieramenti principali: liberali e conservatori. Partiamo dal regno di Carlo IV di Borbone, che inizia nell’ultimo decennio del XVIII secolo. Nel 1788 infatti viene proclamato Re di Spagna alla morte del padre (Carlo III). Dopo i primi anni di regno finì per soggiacere a uno degli amanti della regina, il giovane e influente Manuel Godoy che influenzò Carlo IV in qualità di suo primo ministro e segretario di Stato. Era ormai divenuto il pupillo del Re. Per sua colpa, pare, Ferdinando — figlio del Re- cominciò ad essere malvisto da quest’ultimo e a nutrire odio nei confronti dei suoi genitori oltre che dello stesso Godoy. Si può dire che governò durante la crisi Europea provocata dalla Rivoluzione francese con le successive ambizioni di Napoleone, che culmineranno con l’invasione francese del 1808 e la Guerra di Indipendenza (pochi mesi dopo la caduta di Carlo IV e lo stesso Godoy). Infatti Contro Godoy, negli stessi anni, si formava il partito Fernandino; un partito che sosteneva la salita al trono di Fernando VII in conflitto con il padre e in contatto con Napoleone per spodestarlo. Scoperta la congiura contro Godoy, Carlo IV accusò pubblicamente il figlio, per assolverlo però poco dopo. La rivolta contro Godoy (17 marzo 1808) scoppia lo stesso e ne approfittarono i francesi per occupare Madrid. Così Carlo, assediato, abdica a favore del figlio (19 marzo) per salvare la vita di Godoy prima di abbandonare il paese in esilio, durante il quale Napoleone lo obbliga a cedergli i diritti della corona di Spagna. Nonostante fosse dunque acclamato dal popolo spagnolo, Ferdinando, viene sostituito al governo di Spagna da Giuseppe Bonaparte ed esiliato per 6 anni. Faceva tutto parte di un piano di Napoleone, un intricato intreccio di cessioni di potere, scambi di corona e giochi politici che viene ricordato come “Le abdicazioni di Bayona”. Napoleone aveva riunito in esilio forzato, sotto il suo controllo, l’intera famiglia reale spagnola: Carlo IV, Maria Luisa, Godoy e Ferdinando. Fatto che li proteggeva al contempo dalle rivolte che scoppiarono a Madrid il 2 maggio del 1808 segnando l’inizio della Guerra d’Indipendenza spagnola. Le abdicazioni di Bayona non costituirono unicamente un cambio dinastico. In un messaggio agli spagnoli, il 25 maggio, Napoleone proclamò che la Spagna si trovava di fronte ad un cambio di regime, con i benefici di una costituzione senza aver avuto prima bisogno di una rivoluzione. In opposizione a tale occupazione/ regime napoleonico nasce a Cadice la Costituzione Spagnola del 1812, nota anche come la Costituzione di Cadice o La Pepa (perché firmata nel giorno di San José), è la carta costituzionale promulgata il 19 marzo del 1812 dalle Cortes, il parlamento iberico, in opposizione all'occupazione napoleonica e al regime di Giuseppe Bonaparte. Il popolo ed i membri del parlamento infatti si erano rifugiati in questa florida (per il suo porto) città. La costituzione, di stampo liberale, pose la nazione in testa ai movimenti liberali e progressisti grazie alle numerose e coraggiose novità che introduceva: libertà individuali (riunione, stampa ecc.), abolisce l’Inquisizione, riconosce che la sovranità non è nel Re ma nella nazione e nel popolo, estende i diritti anche ai cittadini delle colonie d'oltremare. Il lato negativo di tale costituzione riguarda principalmente la sua applicazione limitata a brevi ed incostanti periodi di tempo. Sebbene Ferdinando fosse un prigioniero politico di Napoleone, i due rimasero in buoni rapporti e la sua prigionia non fu affatto dura, anzi. Tuttavia, la condizione di “prigioniero di Napoleone” creò in Spagna il mito di Ferdinando il Deseado, vittima innocente della crudeltà napoleonica. Il popolo lo desiderava ancora più di prima. Nel frattempo un esercito anglo-ispanico (in quanto l'Inghilterra aveva molto interesse nell’aiutare la Spagna ai danni dei francesi) sconfisse, in varie battaglie, l’esercito napoleonico costringendo infine anche Giuseppe Bonaparte a ritirarsi da Madrid. Per questo Napoleone negoziò con Ferdinando VII un tratto di pace e riabilitazione al regno. Le condizioni erano l’imparzialità della Spagna in quel che restava della guerra contro l'Inghilterra. Nel 1814 dunque, la Spagna era in pace con la Francia e Ferdinando VII era sovrano del suo popolo. Il problema è che fu da subito un tiranno: come prima cosa, abolì con effetto immediato la Costituzione nata sotto Napoleone. Il regime costituzionale morì come se non fosse mai esistito, affogato nell’entusiasmo popolare dei conservatori che avevano ria vuto indietro il loro sovrano. Così nella prima fase del suo restaurato regime 1814-1820 > il re ristabilì il precedente assolutismo per diritto divino. Fu un periodo di persecuzione per il liberalismo, compresi gli afrancesados (coloro che avevano sostenuto il governo di Bonaparte e che Ferdinando aveva promesso di risparmiare). Tuttavia nel 1820 abbiamo un rivolta che porta al Triennio Liberale spagnolo, poi però distrutto con tutti i cambiamenti che aveva riportato in vigore (quelli della costituzione di Cadice del 1812 di cui sopra) tranne uno: l'eliminazione della Santa Inquisizione. Dal 1823 al 1833 abbiamo dunque l’ultimo decennio del regno, il regno dell’ultimo sovrano per diritto divino: il Decennio Nefasto (Decada Ominosa) spagnolo. In cui Ferdinando VII attua una durissima repressione ai danni dei liberali, che avevano osato opporsi. Come già fatto nella prima fase della sua tirannia, provvede anche a chiudere nuovamente ogni attività che implicasse apertura e libertà d’espressione: chiusura di periodici, Università, Teatri ecc. Ultimo sovrano per diritto divino perché, non avendo avuto eredi maschi dalle quattro successive mogli, abrogò nel 1829 la legge salica a favore della figlia Isabella Il promulgando una nuova legge: la Prammatica Sanzione, e diede così origine alle Guerre Carliste. Per guerre carliste si intendono tutte le guerre civili, discontinue ma persistenti, combattutesi in Spagna durante il XIX secolo, originate da Don Carlos di Borbone-Spagna, il quale, rifiutando di accettare l'abrogazione della legge salica operata dal fratello Ferdinando VII, si proclamò nel 1833 re di Spagna I protagonisti indiscussi di questi scontri furono i carlisti, controrivoluzionari e cattolici, che combattevano per il mantenimento della tradizione nella monarchia spagnola (vale a dire per porre Carlos sul trono) ma soprattutto contro il liberalismo promosso dalla regina Isabella II di Spagna e tutto ciò che esso comportava; in seguito scesero in campo anche contro la Repubblica Spagnola. Più nello specifico dopo la morte di Ferdinando VII, la Spagna era divisa in due opposte fazioni: da una parte i neonati Carlisti, sostenitori di Don Carlos che si autoproclamò re con il titolo di Carlo V, appoggiato dai monarchici legittimisti, dai cattolici tradizionalisti e soprattutto dai reazionari antiliberali; dall'altro lato troviamo gli Isabelinos, cioè i liberali, i massoni, i "cattolici" costituzionalisti e le frange più progressiste della società spagnola, che speravano di strappare a Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie - divenuta reggente a causa della giovane età di sua figlia Isabella — alcune riforme in cambio del loro appoggio. Secondo alcuni le guerre carliste, dette anche carlistadas, vengono considerate la prima vera guerra civile della Spagna (in effetti la prima Guerra Carlista risale al 1833-1840) che ha messo per la prima volta nella storia d'Europa la Cristianità contro la Rivoluzione. Sarà un secolo tormentano e “a singhiozzi”, del quale il grande e geniale Miguel de Unamuno scrive: un'epoca in cui era possibile "sentire la pace come fondamento della guerra e la guerra come fondamento della pace". Infatti, dopo la prima guerra, ci furono altri due grandi scontri: la Seconda e la Terza Guerra Carlista nonché altri eventi legati e minoritari. Fortunatamente i Carlisti non riuscirono mai a sovvertire l’ordine e, dopo questi fenomeni, il movimento armato si trasformò in un partito che tutt'oggi è presente nel panorama politico spagnolo. Tuttavia queste guerre civili, perché così si possono definire, furono un preludio della vera e propria Guerra Civile spagnola che colpirà ancora più violentemente la Spagna nel secolo successivo, portando il terrore che possiamo ancora oggi fortunatamente contemplare nel Guernica, di Pablo Picasso. Contesto culturale e letterario Il Romanticismo: Tradizionale VS. Rivoluzionario Il romanticismo arrivò tardi e durò solo per un breve ma intenso periodo, poiché nella seconda metà del 19° secolo fu soppiantato dal realismo, la cui natura era antitetica a quella della letteratura romantic: Come abbiamo visto poco sopra, questo secolo è carico di alta tensione politica, che ovviamente si riflette anche nel campo culturale e letterario. Il romanticismo, non solo in Spagna, è pensato come complesso e confuso, con grandi contraddizioni che vanno dalle idee rivoluzionarie al ritorno della tradizione cattolica e monarchica. Per quanto riguarda la libertà politica, alcuni la interpretarono semplicemente come la restaurazione dei valori ideologici, patriottici e religiosi che i razionalisti del XVIII secolo avevano cercato di sopprimere. Esaltavano il cristianesimo, il trono e il paese come valori supremi. In questo campo del “Romanticismo tradizionale” si collocano Walter Scott in Scozia, Chateaubriand in Francia, e il Duca di Rivas e José Zorrilla in Spagna. Era basato sull’ideologia della restaurazione della monarchia assoluta in Spagna, che ebbe origine dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, e difese i valori tradizionali rappresentati da Chiesa e Stato. D'altra parte, altri romantici, come liberi cittadini, hanno combattuto l’intero ordine stabilito nella religione, nell’arte e nella politica. Hanno proclamato i diritti dell'individuo sopra e contro la società e la legge. Rappresentavano il romanticismo “rivoluzionario” o “liberale” ei loro membri più importanti erano Lord Byron, in Inghilterra, Victor Hugo, in Francia, e José de Espronceda, in Spagna. Le tre idee sottostanti del movimento erano: la ricerca e la giustificazione della comprensione “irrazionale”, che la ragione nega, la dialettica hegeliana e lo storicismo.
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